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9 Giugno 2025
11:00

Exit poll e sondaggi sul voto: come vengono realizzati e quanto sono affidabili

Ogni volta che votiamo, subito dopo la chiusura delle urne vengono rivelate le prime stime sui risultati di elezioni o referendum: a occuparsi di queste indagini sono gli istituti demoscopici. Se ben strutturati, gli exit poll (i più diffusi e utilizzati) possono avere un grado di incertezza attorno al 2%

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Exit poll e sondaggi sul voto: come vengono realizzati e quanto sono affidabili
exit poll

Ogni volta che in Italia siamo chiamati a votare, si inizia a parlare di exit poll e di previsioni sul voto finale subito dopo la chiusura delle urne. Sarà così anche nel caso del referendum dell'8 e 9 giugno, che per 13 comuni italiani coincide anche con le elezioni amministrative. Ma cosa sono esattamente queste previsioni e, soprattutto, come vengono realizzate?

Si tratta di sondaggi condotti con l'obiettivo di anticipare l'esito finale di un'elezione o un referendum, analizzando l'andamento del voto anche in base a diversi gruppi sociali (uomini e donne, giovani e anziani). In Italia, tuttavia, la legge stabilisce il divieto di pubblicare queste previsioni prima della chiusura delle urne, per impedire che le stime influenzino chi ancora non ha espresso il proprio voto.

Il tipo di sondaggio più diffuso e utilizzato è l'exit poll, che viene realizzato direttamente fuori dal seggio elettorale su un campione rappresentativo della popolazione votante: alle persone viene fornito un facsimile della scheda elettorale, dove dovranno riportare, in maniera totalmente anonima, il voto che hanno espresso in precedenza.

A livello di attendibilità, invece, se ben strutturati gli exit poll tendono ad avere lo stesso grado di incertezza di un normale sondaggio: il margine di errore, quindi, è di circa il 2%. Gli elettori parte del campione possono però decidere di mentire sul voto espresso, un fattore che può portare a generare delle stime errate.

I tipi di sondaggi: exit poll, instant poll e intention poll

Esistono quindi diverse tipologie di sondaggi che possono essere realizzati per cercare di anticipare l’esito di un’elezione o un referendum: nello specifico, si parla di exit poll, instant poll e intention poll.

  • Gli exit poll sono un tipo di sondaggi realizzato su un campione di elettori non appena escono dal seggio elettorale (dall’inglese exit, uscita, e poll, seggio o sondaggio).
  • Gli instant poll sono dei sondaggi telefonici realizzati il giorno stesso del voto.
  • Gli intention poll sono dei sondaggi realizzati per telefono o dal vivo e condotti alcuni giorni prima del voto.

Spesso a seguito di un’elezione si sente parlare anche di previsioni di voto che, però, sono diverse dai sondaggi: si tratta sempre di stime sul risultato finale dell’elezione o del referendum, ma in questo caso le analisi sono costruite sulla base dei dati reali che arrivano direttamente dai seggi dopo che è iniziato lo spoglio dei voti.

La legge italiana, comunque, stabilisce il divieto di rivelare l'esito di sondaggi o previsioni di voto prima della chiusura delle urne, proprio per impedire che le stime sull’andamento del voto influenzino chi ancora non ha espresso il proprio.

In generale, il tipo di sondaggio più diffuso e utilizzato è quello degli exit poll: prima dello svolgimento delle elezioni vengono individuati alcuni seggi, al di fuori dei quali sarà consultato un campione di elettori rappresentativo del totale degli aventi diritti al voto.

Se l’elettore accetta di partecipare al sondaggio, il suo voto resta comunque anonimo: al campione, infatti, viene fornita una documentazione da compilare, tra cui un facsimile della scheda elettorale, dove replicare il proprio voto, e una serie di questionari relativi ai dati personali, tra cui il sesso e l’età. Sono proprio queste informazioni che permettono agli esperti di effettuare analisi sul voto di diverse categorie di cittadini, dagli uomini alle donne, dai giovani alle fasce più mature della società.

Il compito di realizzare questi sondaggi, invece, è affidato agli istituti demoscopici, che si occupano di condurre indagini statistiche sull’opinione pubblica. Dopo aver individuato i seggi oggetto dell'indagine, gli istituiti inviano alcuni dei propri tecnici per intervistare il campione: al di fuori dei seggi vengono quindi selezionati gli elettori da intervistare, con l'obiettivo di costruire un campione il più rappresentativo possibile della popolazione votante.

Tra l'altro l’8 e il 9 giugno 2025, oltre al referendum, si tiene il ballottaggio per le elezioni amministrative in 13 comuni italiani (tra cui Matera e Taranto): anche in questo caso, gli exit poll saranno pubblicati subito dopo la chiusura delle urne, con le previsioni dei candidati favoriti alla vittoria.

L'affidabilità dei sondaggi: se ben strutturati, il margine di errore al 2%

Ma quanto sono affidabili questi sondaggi pubblicati prima dello spoglio totale dei voti? C’è da dire che, pur essendo condotti da istituti di prestigio, non sempre le previsioni di voto si rivelano essere del tutto corrette. Possono esistere diversi fattori in grado di influenzare negativamente l’analisi: è possibile che l’elettore scelga di mentire sul voto che ha espresso, oppure che decida semplicemente di non fornire alcuna informazione su chi o cosa ha votato. Del resto, negli exit poll sono gli elettori che si auto-candidano come campioni, e possono quindi rifiutarsi di partecipare al sondaggio. Soprattutto in passato, infatti, gli elettori appartenenti ad alcuni partiti si dimostravano essere più reticenti nel dichiarare le proprie preferenze di voto, andando così a incidere, seppur indirettamente, sui risultati dei sondaggi.

Insomma, l’utilità di sondaggi e proiezioni elettorali è ancora oggi al centro di un ampio dibattito, soprattutto in relazione alla loro precisione: bisogna però considerare che le proiezioni elettorali e gli exit poll sono uno dei pochi casi in cui un’analisi campionaria ottiene un riscontro quasi immediato, con i risultati definitivi che vengono rivelati a distanza di poco tempo. In altre tipologie di sondaggi, come quelli utilizzati per misurare gli ascolti di un programma, il pubblico generalmente non si preoccupa di controllare l’effettiva correttezza delle stime. In generale, comunque, se ben strutturati gli exit poll tendono ad avere lo stesso grado di incertezza di un normale sondaggio: il margine di errore, quindi, è di circa il 2%. 

Queste previsioni, poi, si rivelano particolarmente utili nel caso di grandi elezioni, come quelle politiche per il rinnovo dei membri del Parlamento (che in Italia si tengono ogni 5 anni), che richiedono parecchie ore per lo spoglio completo dei voti e, quindi, per annunciare i risultati definitivi.

Nel caso delle ultime elezioni politiche del 2022, ad esempio, gli exit poll hanno dimostrato una buona corrispondenza ai risultati finali, con le stime che hanno subito solo alcune oscillazioni contenute e sono quindi riuscite a fornire una previsione abbastanza accurata del voto.

Chiaramente, exit poll e previsioni di voto non esistono solo in Italia, ma sono delle misurazioni che vengono fatte in tutto il mondo per cercare di anticipare gli elezioni di un’elezione o studiare l’andamento del voto. In anni recenti, due sondaggi sul voto hanno fatto particolarmente discutere a livello internazionale, avendo anticipato un risultato che poi si è rivelato completamente opposto: si tratta del caso del referendum sulla BREXIT del 2016 (quando i sondaggi indicarono la vittoria del “Remain” per restare nell’Unione Europea, mentre al termine dello spoglio dei voti fu dichiarata la vittoria del “Leave”) e le elezioni presidenziali USA del 2016, che diedero per vincitrice Hillary Clinton, che invece ne uscì sconfitta da Donald Trump.

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