
Il 4 novembre 2025 l’Italia celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita per commemorare l’armistizio con cui si pose fine alla Prima Guerra Mondiale, firmato a Villa Giusti. Si tratta quindi di un giorno celebrativo dell’unità nazionale, perché Trento e Trieste tornarono all’Italia, ma anche delle Forze Armate, perché si celebrano tutti i militari caduti durante il combattimento per la Patria italiana.
Dal 1922 fu un giorno festivo a tutti gli effetti, ma venne abolito nel 1977 per aumentare i giorni di lavoro, e quindi di produttività economica, nel nostro Paese: oggi, infatti, si tratta di una “festività soppressa”, ossia di una giornata non festiva, ma che viene comunque retribuita ai lavoratori come “festività cadente di domenica” secondo la maggior parte di Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).
Il significato della festa dell’Unità Nazionale e delle Forze armate: cosa successe il 4 novembre

Il 4 novembre 1918 venne firmato a Villa Giusti, a Padova, l’armistizio con cui si pose fine alla Prima Guerra Mondiale. L’Italia, dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre del 1917, sconfisse l’esercito austro-ungarico prima nelle battaglie del Grappa, alla fine del 1917, e poi in quella finale del Piave, nell’ottobre del 1918.
A seguito delle vittorie, venne annunciato che “l’Austria ha capitolato” e che “le ostilità per terra, per mare e per aria su tutte le fronti dell’Austro-Ungheria, sono state sospese dalle ore 15 di oggi, 4 novembre”.
Si tratta del famoso armistizio firmato dal Generale Armando Diaz che, per volere di Vittorio Emanuele III, aveva preso il posto del Generale Cadorna. È noto l'episodio secondo il quale molte famiglie italiane diedero il nome di "Firmato" ai propri figli proprio perché in fondo all'armistizio si leggeva "firmato, Diaz".
L’istituzione della festività nazionale e la tomba del Milite Ignoto
Nei primi due anni successivi alla Guerra, nel giorno della firma dell’armistizio non ci furono vere e proprie celebrazioni: il 4 novembre del 1921, per volere dell’allora ministro della Guerra Luigi Gasparotto, venne sepolto a Roma, sull’Altare della Patria, il Milite Ignoto, soldato caduto e mai identificato, come simbolo di tutti gli italiani che persero la vita durante la Guerra.
Dall’anno successivo, il 1922, il 4 novembre divenne festa nazionale, con il Regio Decreto n. 1354 del 23 ottobre: “il giorno 4 novembre, anniversario della nostra vittoria, è dichiarato festa nazionale e considerato festivo a tutti gli effetti civili”. Con l’entrata in vigore della legge, il 4 novembre fu proclamato ufficialmente giorno festivo.
Il 4 novembre oggi: come si celebra e perché non è più festivo?
Oggi il 4 novembre non è più un giorno di pausa e di festa, ma viene considerato una “solennità civile”: si va a scuola e si va a lavorare, ma rimane comunque riconosciuto ufficialmente come Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Nel 1977, tuttavia, con la Legge n.54 si decise di abolire la festività dal calendario lavorativo, con l’obiettivo di aumentare i giorni di lavoro nel nostro Paese:
A decorrere dal 1977 la celebrazione della festa nazionale della Repubblica e quella della festa dell'Unità nazionale hanno luogo rispettivamente nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre. Cessano pertanto di essere considerati festivi i giorni 2 giugno e 4 novembre.
Di conseguenza, il giorno 4 novembre non è considerato “feriale”, ma “festività soppressa”: nella pratica, quindi, si tratta di un giorno lavorativo per il quale i lavoratori ricevono un compenso aggiuntivo, come se non avessero goduto di una festività perché caduta in un giorno di riposo (come la domenica, appunto.)
Con la legge 1 marzo 2024, n. 27 si è riaffermato il valore di memoria e identità nazionale, valorizzando iniziative di celebrazione, tra cui il famoso volo delle Frecce Tricolori, gli aerei della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare, e ulteriori attività svolte in contesti privati, pubblici e di educazione.