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28 Aprile 2025
16:30

Grande frana sull’Appennino: cosa sappiamo del fenomeno geologico che avanza di mezzo metro all’ora

Una grande frana si è staccata dal Monte Cantiere, a Boccassuolo di Palagano (Modena) all'inizio di aprile e ora spaventa l'Appennino con la sua impressionante velocità. Il fronte franoso ha registrato un avanzamento di 100 metri nelle ultime 24 ora, minacciando la popolazione.

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Grande frana sull’Appennino: cosa sappiamo del fenomeno geologico che avanza di mezzo metro all’ora
frana appennino modenese
Credit: TGR ER

Da alcuni giorni l'abitato di Boccassuolo, frazione del Comune di Palagano in Provincia di Modena, è al centro delle cronache nazionali per un movimento franoso che sta lentamente distruggendo tutto ciò che incontra sul suo cammino. Originato nei primi giorni di aprile dal Monte Cantiere, il fenomeno ha già causato la distruzione di case, strade e ponti, costringendo le autorità a far evacuare diverse persone. Il movimento franoso che spaventa l'Appennino procede a una velocità di 30 – 50 cm l'ora e avrebbe già percorso più di 100 metri. Secondo le dichiarazioni di Fabio Braglia, sindaco di Palagano e presidente della Provincia di Modena, la situazione «giorno dopo giorno assume dimensioni sempre maggiori» e non accenna a rallentare. L'Emilia Romagna ha stanziato dei fondi per gestire le prime fasi dell'emergenza ed è stato firmato il decreto che riconosce lo stato di crisi regionale per la località.

I numeri del movimento franoso

Le stime relative alle dimensioni del movimento franoso indicano una massa complessiva di tre milioni di metri cubi di terreno mosso, che procede a una velocità di circa 30-50 cm ogni ora. In tutto la massa di terra misurerebbe tra i 2 e i 3 chilometri di estensione e una profondità di circa 500 metri. La sua rapidità nello spostarsi parrebbe però in aumento: nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 aprile sarebbe scesa a valle di 27 metri, mentre nella giornata del 27 di ulteriori 100. Solo nella notte tra il 27 e il 28 avrebbe percorso altri 40 metri.

Secondo quanto dichiarato al quotidiano Il Resto del Carlino dal professor Alessandro Corsini, ordinario di Geologia Applicata all’Università di Modena e Reggio Emilia, «la frana si sta propagando verso il Torrente Dragone: conseguentemente l’area ed i volumi coinvolti aumentano. La velocità in quel settore è costante. Ci vorrà tempo perché la colata si arresti». Il professore ha anche aggiunto che questo tipo di movimenti franosi è molto frequente nel territorio del Modenese, come hanno dimostrato negli anni scorsi le frane dei Boschi di Valoria, Tolara e Lezza Nuova (nei Comuni di Frassinoro e Montefiorino). Inoltre, la zona in cui si trova l'abitato di Boccassuolo rientra in quelle considerate dall'amministrazione "Area da consolidare" già dal 1950, proprio per la sua conformazione geologica tendente.

I danni e le evacuazioni

Il movimento franoso ha causato già diversi danni ed è alto il rischio idrogeologico. Al momento, 3 edifici, tra cui 2 abitazioni, sono stati distrutti, mentre un'altra casa potrebbe crollare a breve. Secondo alcuni rilievi altre tre abitazioni sono state colpite da dissesto. Il movimento franoso ha anche danneggiato in diversi punti quattro strade comunali, tre ponticelli di attraversamento e una rete di acquedotti che alimentava 35 abitazioni. Anche diversi pali della luce per la media e bassa tensione gestiti dall'Enel sono stati abbattuti. A preoccupare gli osservatori sono anche gli eventuali danni alle strutture dell'alta tensione gestite in zona dalla società Terna. In particolare, sono sotto osservazione tre pali della luce considerati a rischio.

Oltre ai danni alle infrastrutture, il movimento franoso ha già costretto le autorità a prendere precauzioni e a evacuare tre famiglie di residenti nella zona, per un totale di 8 persone. A queste si aggiungono una ventina di persone che nei giorni scorsi si trovavano in abitazioni usate come seconde case (una decina sono state dichiarate inagibili negli ultimi giorni). Oltre alle persone evacuate per motivi di sicurezza, una cinquantina di persone sono parzialmente isolate a causa delle strade dissestate.

La risposta della autorità

Mentre si attende che il governo dichiari lo stato di calamità nazionale, la Regione Emilia Romagna ha già stanziato 200 000 euro per gestire le prime fasi dell'emergenza e inviato circa trenta tecnici sul posto. Sul posto viene anche utilizzata la strumentazione del Dipartimento di Geologia dell'Università di Modena e Reggio Emilia, che permette di monitorare costantemente l'evoluzione del fenomeno geologico. Il presidente Michele de Pascale ha anche firmato il decreto per riconoscere lo stato di crisi regionale per Boccassuolo, in modo da rendere più tempestivi gli interventi che potrebbero essere necessari nei prossimi giorni.

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