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9 Novembre 2025
11:00

Il fondotinta alla cerussa veneziana: il makeup tossico al piombo usato da Elisabetta I

Nel XVI secolo truccarsi poteva essere letale: molte nobildonne, tra cui Elisabetta I, usarono la “cerussa veneziana”, un fondotinta a base di piombo per ottenere una pelle candida. Un rituale di bellezza che divenne condanna, fino al bando del piombo nei cosmetici nel 1976.

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Il fondotinta alla cerussa veneziana: il makeup tossico al piombo usato da Elisabetta I
makeup elisabetta I

Se truccarti al mattino sembra un gesto innocuo e abitudinario, qualche secolo fa poteva mettere seriamente a rischio la tua vita. È quello che è successo, secondo alcune ipotesi, a Elisabetta I d’Inghilterra, morta a 69 anni il 24 Marzo 1603 dopo ben 45 anni di regno, e a molte nobildonne tra il XVI e XVIII secolo a causa di “fondotinta”, rossetti e blush a base di sostanze tossiche come piombo e mercurio. Il caso di Elisabetta, forse uno dei più conosciuti della storia, per quanto non confermato, è legato all’utilizzo di un particolare cerone chiamato “cerussa veneziana” (Venetian ceruse) a base di piombo, che si suppone la regina usasse per coprire le cicatrici lasciatele dal vaiolo. Il piombo all’interno della cerussa però a lungo andare provocava intossicazione da piombo, con perdita dei capelli, dei denti e… irritazioni cutanee, rendendo necessaria l’applicazione di sempre più prodotto per coprire le nuove ferite. Un circolo vizioso difficile da interrompere.

Cerussa veneziana: il "fondotinta" più pregiato dell'epoca

La cerussa, o “spirito di Saturno” era uno sbiancante per la pelle molto in voga tra il XVI e XVIII secolo, composto da cerussite (nota anche come biacca o bianco di piombo), una polvere bianca a base di carbonato di piombo (2PbCO3·Pb(OH)2), mescolata con acqua e aceto. Secondo il Guinness World Records, la cerussa si aggiudica il premio per prodotto makeup più tossico mai usato regolarmente!

Questa sorta di pasta veniva applicata sulla pelle come un vero e proprio stucco, spesso lasciata asciugare e spalmata in più strati, per ottenere un effetto sbiancante totale e uniforme. Esistevano vari tipi di cerussa, ma sembra che quello veneziano fosse il più pregiato per la purezza della polvere a base di piombo utilizzato.

Un testo del 1688, “Magistery of Saturn or Lead”, sconsiglia di utilizzare cerusse diverse da quella prodotta a Venezia, perché aggiungevano alla mistura additivi sbiancanti come il gesso, che non garantivano la stessa “leggerezza” ed effetto finale della cerussa Veneziana. Insomma, come ipotizzato dalla makeup artist Lisa Eldridge nel suo libro “Face Paint”, il “Venetian ceruse” potrebbe quasi essere considerato il primo brand di makeup della storia. 

“Pelle bianca come la neve” dai Greci a Elisabetta I

Non solo Biancaneve: fin dall’antichità la cosiddetta pelle di porcellana era una cosa che non si poteva non avere. Dallo psimuthion greco, di cui ce ne parla perfino il filosofo Teofrasto, alla cerussa romana, fino alla Cina, popoli diversi e lontanissimi tra loro, in epoche in cui lo scambio di informazioni era piuttosto complicato, hanno cominciato a usare gli stessi composti (sbiancanti a base di piombo) per gli stessi motivi, in una sorta di evoluzione convergente del makeup.

La pelle diafana e chiarissima era simbolo di nobiltà, perché i nobili non passavano il tempo al sole come i contadini, o di giovinezza e fertilità. Idee che tra il XVI e XVIII secolo fecero scoppiare l’utilizzo degli sbiancanti tra tutta la nobiltà europea, inclusa la regina Elisabetta I. Intorno alla sua morte ci sono tantissime teorie e ipotesi: da una polmonite al cancro, fino appunto all’avvelenamento da piombo. Il problema è che Elisabetta stessa impose il divieto di fare un’autopsia, per cui non fu possibile stabilire con certezza la causa della morte.

elisabetta I cerussa veneziana
Elisabetta I nel giorno della sua coronazione. La sua pelle diafana è iconica e onnipresente in tutti i dipinti che la ritraggono. Credit: After Levina Teerlinc, Public domain, via Wikimedia Commons

Nel 1562, Elisabetta I venne colpita dal vaiolo, che le lasciò il volto coperto di cicatrici. Per cercare di coprire i segni della malattia, oltre che per la moda vigente, si racconta che facesse largo uso della cerussa veneziana. Il motivo per cui si suppone che anche Elisabetta I sia deceduta a causa della cerussa veneziana, è che nei suoi ultimi anni di vita cominciò a presentare sintomi riconducibili all’avvelenamento da piombo: caduta di denti e capelli, nausea, perdita della memoria, irritabilità e irritazioni della pelle… Cosa che non faceva altro che aumentare l’utilizzo della cerussa, per coprire le nuove cicatrici e ferite.

Come lei, anche molte dame di corte, da Madame de Pompadour in Francia alla Contessa di Coventry in Inghilterra, ne facevano uso. E se non abbiamo dati certi per Elisabetta, proprio per la contessa di Coventry venne accertata la morte per avvelenamento da piombo, probabilmente correlata all’eccessivo uso della cerussa. Come se non bastasse, oltre alla pelle diafana, la moda dell’epoca esigeva labbra e gote colorite, segno di vitalità e forza. Neanche a dirlo, anche i fard e i rossetti dell’epoca erano tossici. Il Cinnabar, uno dei blush più utilizzati era a base di mercurio! Insomma, truccarsi all’epoca era una versione estrema del famoso detto “Chi bella vuole apparire, deve soffrire”.

Gli effetti collaterali: i danni del piombo

In realtà, il piombo non viene assorbito molto dalla pelle: per via cutanea la percentuale che arriva al sangue è di circa lo 0.06%. Considerando però quanta e quanto spesso veniva utilizzata la cerussa veneziana, è plausibile ipotizzare che l’utilizzo cronico sia stato il responsabile delle intossicazioni e avvelenamenti da piombo nelle contemporanee di Elisabetta I.

Alle condizioni a cui siamo esposti oggi, il rischio maggiore è dato dall’ingestione o dall’inalazione, rischio a cui sono esposte alcune categorie di lavoratori, come chi lavora in una fonderia, saldatori, elettricisti o chi lavora con le vernici a piombo (presenti in molte case vecchie) o nel riciclaggio delle batterie.

L’intossicazione da piombo, che può essere acuta o cronica, causa problemi correlati alla dose a cui si viene esposti. Si passa da sintomi di tipo gastrointestinale, ad alterazioni dello stato di coscienza; da deficit cognitivi, ad anemia, passando per dolori, convulsioni, disturbi renali, neurotossicità, infertilità fino ad arrivare a encefalopatia e gravi danni al Sistema Nervoso Centrale.

Oggi non lo troviamo più nei cosmetici, ma il percorso è stato lungo: dal XVI secolo si è dovuti arrivare al 1976 per vedere il piombo bandito da fondotinta e rossetti (che si rischiava di ingerire) con la Direttiva 76/768/CEE, successivamente integrata dal Regolamento (CE) n. 1223/2009, che ha bandito anche l’acetato di piombo, sfuggito al precedente divieto che ne permetteva ancora l’utilizzo limitato ai prodotti per capelli.

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