Come accade per molte sostanze, anche nel caso del piombo è la dose a fare il veleno: maggiore è l'esposizione a questa sostanza e maggiori sono i rischi associati. Ecco quindi che sapere da dove derivano le principali contaminazioni di piombo ci permette di agire all'origine del problema arginando ciò che è un silenzioso e subdolo nemico. Impariamo a conoscere il piombo e l'avvelenamento associato, il saturnismo.
Cosa causa l'avvelenamento da piombo
Il piombo è un metallo pesante che, a seguito di contatto diretto e prolungato, causa gravi problemi al corpo umano e in particolare al sistema nervoso e a quello circolatorio. La patologia cronica che ne deriva è detta saturnismo, altresì conosciuto come avvelenamento da piombo. Secondo l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) la forma inorganica del piombo è inoltre classificata come probabile cancerogeno umano.
Il principale aspetto del piombo da tenere sotto controllo è la sua capacità di bioaccumularsi e biomagnificarsi: questo vuol dire che gli organismi non sono in grado di espellerlo dal corpo, facendo sì che anche lievi esposizioni nel tempo possano portare ad altissime concentrazioni nei tessuti (principalmente sangue ed ossa) e a tutti i danni correlati. In particolare nei bambini l'avvelenamento da piombo può influire negativamente sullo sviluppo cognitivo mentre negli adulti può causare problemi a livello nervoso, cambiamenti di umore e della personalità.
Essendo bioaccumulabile le terapie per gli avvelenamenti da piombo cercano più che altro di circoscriverlo e renderlo meno biodisponibile, riducendo la sua capacità tossica. Come spesso accade però "prevenire è meglio che curare" ed è necessario far partire la prevenzione dalla consapevolezza.
Ora che abbiamo capito cosa causa negli esseri umani, dobbiamo rispondere ad un'altra domanda: da dove arriva il piombo che può intossicarci?
Da dove arriva (e arrivava) il piombo che ci avvelena
Il piombo (Pb) è un materiale dotato di numerose caratteristiche meccaniche interessantissime dal punto di vista tecnologico. Ecco perché storicamente è stato usato in svariate applicazioni: costituiva proiettili, materiale da edilizia, tubi per l'acqua potabile, batterie, vernici ed era molto presente come additivo nella benzina per aumentarne il potere esplosivo.
Sebbene in passato fosse molto comune, sono ormai decenni che questo materiale è ormai bandito in molti settori essendo velenoso.
La conseguente sensibilizzazione e l'aumentata consapevolezza del problema hanno finalmente portato gli Stati e le comunità a limitarne l'utilizzo in molte pratiche, cercando di sostituirlo con altri elementi non tossici con uguali proprietà meccaniche. Il risultato di queste politiche lungimiranti è stato un abbassamento del livello medio di avvelenamenti e delle concentrazioni di piombo nel sangue nelle ultime decadi.
Ve la ricordate la benzina con piombo? È stata per molto tempo la principale fonte di contaminazione per la popolazione e per fortuna la sua messa al bando ha radicalmente ribaltato la situazione (in positivo).
Anche nelle vernici, dove veniva usato per fissare meglio e più in fretta il colore, il piombo è stato sostituito da sostanze inerti che non causano avvelenamento. Seppur limitato, il suo utilizzo in alcune applicazioni è ancora esistente come ad esempio in alcuni tipi di batterie che, per l'appunto, devono essere sempre smaltite in maniera corretta.
Purtroppo però, è difficile evitare in assoluto tutte le fonti di piombo nella nostra vita.
Immaginiamo, semplificando, la storia di un pezzo di piombo estratto e usato per costruire un elettrodomestico. Se l'elettrodomestico non viene smaltito nella giusta maniera ma abbandonato in natura, il piombo presente ha buone probabilità di finire nel terreno, dove verrà assorbito dalle piante presenti accumulandosi nei tessuti vegetali.
A questo punto una mucca che abitualmente pascolerà su questo terreno nel corso degli anni aumenterà il livello di contaminazione dei propri tessuti, e come avrete già intuito, questo farà si che il contadino che si alimenta delle stesse piante e della stessa mucca aumenterà ulteriormente i suoi livelli di piombo fino al punto critico sviluppando i sintomi da intossicazione.
Cosa si può fare per prevenire l'esposizione?
Per prevenire l'esposizione al piombo le strade sono due: quella legislativa e quella delle scelte consapevoli.
La prima passa tramite la sensibilizzazione pubblica del problema, che mira a portare la politica ad attuare leggi sempre più stringenti per impedire alle aziende di introdurre piombo nei propri prodotti, similmente a ciò che è avvenuto per la benzina e la vernice nelle ultime decadi. Oltre a queste rigide linee guida si possono pressare gli Stati nell'adottare azioni mirate a smaltire, convertire, o rendere inerti tutte quelle strutture e quei materiale non sostituibili che presentano piombo.
Il secondo punto spetta a noi e dipende dai nostri comportamenti quotidiani: preferire prodotti certificati privi di piombo, operare un corretto smaltimento dei rifiuti e preferire alimenti che arrivino da Paesi dove le legislazioni inerenti al piombo sono più restrittive. Queste pratiche permettono di abbassare i livelli di esposizione a questo utile ma pericoloso elemento.