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5 Giugno 2025
6:00

Il nucleo terrestre contiene oro e metalli preziosi che potrebbero risalire in superficie: il nuovo studio

Un nuovo studio rivela che il magma che alimenta il punto caldo delle Hawaii proviene dal nucleo terrestre ed è fonte di oro e altri metalli preziosi. La scoperta, fatta analizzando isotopi di rutenio contenuti nelle rocce vulcaniche, mostra come il nucleo sia in grado di trasferire materiale agli strati superiori, diversamente da ciò che si pensava in passato.

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Il nucleo terrestre contiene oro e metalli preziosi che potrebbero risalire in superficie: il nuovo studio
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Il nucleo terrestre rilascerebbe materiale contenente metalli preziosi tra cui l’oro, che può risalire fino in superficie e fuoriuscire con le eruzioni vulcaniche. È quello che è emerso dallo studio pubblicato sulla rivista Nature da un team di ricercatori dell’Università di Göttingen, in Germania, che può rappresentare un enorme passo avanti nella comprensione della dinamica interna della Terra. Per lungo tempo si è pensato infatti che il nucleo fosse isolato dal sovrastante mantello, mentre questa ricerca rivela che può scambiare materiali con esso. La scoperta è stata fatta grazie all’analisi di rocce vulcaniche ritrovate alle Hawaii, e in particolare degli isotopi di rutenio (un metallo raro) che contengono.

La scoperta della perdita di oro dal nucleo della Terra e della risalita dei metalli preziosi

Si stima che più del 99,999% delle riserve terrestri di oro e altri metalli preziosi si trovino a 3000 km di profondità all’interno del nostro pianeta, nel nucleo terrestre. Per questo motivo, è logico pensare che questi materiali non siano disponibili per l’uomo. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che una parte di essi può risalire fino a raggiungere la superficie terrestre attraverso le eruzioni vulcaniche. Questa conclusione è stata tratta analizzando le rocce vulcaniche delle isole Hawaii, che si sono formate su un punto caldo (hot spot), dove colonne di magma risalgono dal mantello profondo originando vulcani.

I ricercatori hanno trovato in queste rocce isotopi di rutenio, un metallo raro simile al platino presente in abbondanza nel nucleo terrestre. Per individuarlo è stato necessario l’impiego di tecnologie avanzate in grado di trovare tracce anche molto piccole, che finora non era stato possibile identificare. In particolare, sono state misurate le quantità relative dei diversi isotopi (100Ru, 101Ru e 102Ru) ed è risultato che il più abbondante è il 100Ru. La presenza di una maggiore quantità di isotopo 100Ru caratterizza il nucleo e differenzia quest’ultimo dal mantello. Di conseguenza, si può affermare che le rocce delle Hawaii si sono formate a partire da un magma proveniente dal confine tra nucleo e mantello. Qui avrebbe origine la colonna di magma che alimenta il punto caldo.

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Il punto caldo delle Hawaii. Credit: USGS

Il significato della scoperta sull’oro nel nucleo terrestre 

Nils Messling, del Dipartimento di Geochimica dell’Università di Göttingen, ha commentato:

Quando sono arrivati i primi risultati, ci siamo resi conto che avevamo letteralmente trovato l’oro! I nostri dati hanno confermato che il materiale del nucleo, inclusi oro e altri metalli preziosi, sta fuoriuscendo nel mantello terrestre.

Ora è possibile affermare che enormi volumi di materiale, pari a diverse centinaia di quadrilioni di tonnellate di roccia, si originano al confine tra nucleo e mantello e risalgono verso la superficie per formare arcipelaghi come le Hawaii. Alcuni dei giacimenti di oro e altri metalli preziosi sfruttati dall’uomo potrebbero quindi provenire dal nucleo terrestre.

La scoperta è molto importante anche perché tradizionalmente si pensava che il nucleo fosse isolato dal mantello, cioè che il suo materiale non si trasferisse allo strato sovrastante. Le prove ottenute dai ricercatori sono significative, anche se sono necessari ulteriori approfondimenti, da effettuare in corrispondenza di altri punti caldi come quello delle Hawaii, come sottolineato da Nils Messling:

I nostri risultati aprono una prospettiva completamente nuova sull'evoluzione delle dinamiche interne del nostro pianeta natale. Resta da dimostrare se questi processi che osserviamo oggi abbiano operato anche in passato

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