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29 Febbraio 2024
8:00

Il pianeta Arrakis di “Dune” è realistico e potrebbe essere abitabile: ecco le simulazioni

Tre climatologi hanno creato un modello climatico di Arrakis secondo le sue caratteristiche illustrate nei libri. Il risultato? Arrakis è inospitale, ma abitabile in diversi punti della sua superficie.

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Il pianeta Arrakis di “Dune” è realistico e potrebbe essere abitabile: ecco le simulazioni
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Immagine realizzata con AI.

Il film Dune e il suo sequel, in uscita in questi giorni nelle sale cinematografiche e tratti dal romanzo omonimo di Frank Herbert, sono ambientati su un pianeta di finzione chiamato Arrakis dai nativi del luogo. Arrakis è un luogo inospitale, desertico, sferzato da violente tempeste di sabbia e senza precipitazioni. Ma un pianeta, o per meglio dire, un esopianeta come Arrakis potrebbe esistere nella realtà ed essere in grado di supportare la vita?

A questa domanda hanno cercato di rispondere un gruppo di tre scienziati dell'Università di Bristol esperti nella creazione di modelli climatici. I tre scienziati hanno dimostrato, usando accurate simulazioni, come Frank Herbert abbia fatto un eccellente lavoro nel creare un esopianeta realistico che, sebbene inospitale, può essere abitabile in alcune zone della sua superficie.

Che tempo fa su Arrakis?

All'interno del romanzo, Frank Herbert descrive Arrakis come un pianeta desertico, caratterizzato da assenza di precipitazioni e da una temperatura così elevata che chiunque si avventuri alla luce solare ha necessità di indossare delle "tute distillanti", dispositivi in grado di filtrare il sudore corporeo ed estrarre acqua dalle urine.

Per comprendere se un ambiente così estremo possa effettivamente essere in grado di ospitare la vita, tre esperti di modelli climatici dell'Università di Bristol hanno creato una simulazione del clima di un pianeta avente le stesse caratteristiche fisiche di Arrakis, come topografia ed altezza delle montagne, orbita del pianeta e quantità di radiazione solare incidente. Tutte queste caratteristiche sono state ottenute scandagliando minuziosamente i vari romanzi di Dune di Frank Herbert e il libro L'Enciclopedia di Dune. I risultati della simulazione mostrano come, sebbene inospitale, Arrakis sia in grado di sostenere la vita in alcuni punti della sua superficie.

L'atmosfera di Arrakis possiede meno anidride carbonica di quanta ne contiene la Terra al momento, 350 contro 413 parti per milione, ma più ozono, circa lo 0,5% contro lo 0,000001% della Terra. Dal momento che l'ozono è un gas serra più efficace dell'anidride carbonica, la sua alta concentrazione nella bassa atmosfera contribuisce a rendere le temperature su Arrakis estremamente elevate.

Il modello climatico predice condizioni di temperatura simili alla Terra nella regione dei tropici, con oscillazioni dai 45 °C d'estate ai 15 °C dei mesi più freschi. Le differenze più marcate con la Terra si verificano però alle medie latitudini e nelle regioni polari. Contrariamente a quanto avviene sul nostro pianeta, su Arrakis le temperature ai poli possono raggiungere i 70 °C d'estate e i –70 °C d'inverno. Questo comportamento contro intuitivo è spiegabile dalla grande quantità di vapore acqueo nelle regioni polari che si manifesta sottoforma di elevata umidità e copertura nuvolosa. Il vapore acqueo è anch'esso un gas serra, e la sua grande concentrazione ai poli causa le elevate temperature predette dal modello climatico.

Le tre differenze tra i libri e il modello climatico

Le simulazioni mostrano tre principali differenze tra il modello climatico di Arrakis e i racconti di Frank Herbert. La prima differenza risiede nelle diverse condizioni di abitabilità delle città di Arrakeen e Carthag, che sono ospitali nei libri, ma inospitali nel modello climatico, trovandosi vicino alle regioni polari. Altra differenza è nel quantitativo di pioggia che cade su Arrakis. Nei libri, Arrakis è un pianeta privo di precipitazioni, mentre il modello climatico prevede piogge stagionali alle alte latitudini. In ultimo, Frank Herbert immagina calotte polari su Arrakis, mentre il modello climatico non ne prevede a causa delle altissime temperature delle zone polari.

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Immagine realizzata con AI.

Quali aree di Arrakis potrebbero quindi ospitare la vita?

I risultati delle simulazioni mostrano come Arrakis sia per la maggior parte un mondo abitabile, sebbene brutale e inospitale. Assumendo che gli abitanti abbiano la stessa tolleranza umana al calore, la fascia tropicale di Arrakis risulta la più abitabile, mentre le regioni polari, a causa dell'alta umidità che impedisce un efficace evaporazione del sudore, sono per lo più inospitali. Nei libri, la la maggior parte delle persone risiede alla medie latitudini, ma secondo le simulazioni ciò non è realistico poichè le temperature medie in queste zone spesso sfondano il muro dei 50-60 °C.

Sebbene il romanzo sia stato scritto nel 1965, prima che il primo modello climatico venisse mai sviluppato, Frank Herbert ha fatto un eccellente lavoro nel ricreare un pianeta con delle condizioni che, seppur estreme, possono ospitare la vita come la conosciamo. Queste simulazioni ci mostrano come il ventaglio dei possibili mondi atti a supportare la vita sia più ampio di quello che l'esperienza comune ci porta a credere, per cui potrebbe esserci lì fuori un esopianeta simile ad Arrakis che ospita forme di vita adattatesi alle sue condizioni climatiche estreme.

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