
Immaginate di essere degli internauti che esplorano il Web a fine anni ’90, quando la maggior parte delle persone sta ancora cercando di capire cosa sia davvero Internet. Le connessioni sono lente, i computer ingombranti, e la comunicazione digitale è fatta soprattutto di e-mail e forum per nerd, appassionati delle tematiche più disparate. L'idea che la rete potesse diventare uno spazio in cui mappare relazioni personali e rimanere in contatto con decine di altre persone era ancora un concetto futuristico. Eppure è proprio in questo contesto che, nell'ormai lontano 1997, un certo Andrew Weinreich mette in piedi SixDegrees.com, considerato il primo vero social network. Se oggi siamo abituati a creare profili, aggiungere contatti, scambiare messaggi privati e vedere come le persone sono connesse tra loro, è perché l'idea di Weinreich ha fatto strada a piattaforme ben più fortunate della sua, tra cui MySpace, Facebook e LinkedIn.
SixDegrees tradusse in pratica la teoria dei “sei gradi di separazione”, secondo cui qualunque persona è collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze lunga al massimo sei passaggi, che coinvolga non più di cinque intermediari, formulata dallo psicologo ungherese Frigyes Karinthy. Non era solo un portale per comunicare, ma un sistema pensato per rappresentare digitalmente la rete sociale delle relazioni interpersonali dell'utente. Il suo obiettivo non era intrattenere il pubblico con contenuti di massa, ma mettere al centro il legame esistente tra più individui. Un social network “puro”, che aveva le relazioni sociali al centro di tutto: concetto da cui i moderni social network si stanno allontanando sempre di più, visto che al centro di tutto oggi c'è il contenuto e non i propri contatti. Ripercorriamo insieme la storia di SixDegrees, il primo social network.
Nel 1997 nasce SixDegrees, nel 2000 il primo social chiude
A creare il sito fu l'imprenditore Andrew Weinreich, che nel 1996 fondò una società chiamata MacroView, poi rinominata SixDegrees Inc., con sede a New York. Il servizio divenne attivo l’anno successivo, nel 1997, e offriva funzionalità che per l'epoca erano futuristiche, ma che oggi ci sembrano del tutto scontate: la possibilità di creare un profilo personale, avere un elenco di contatti, invitare contatti esterni alla propria cerchia, scambiare messaggi con altri utenti, etc. Una caratteristica interessante era che anche le persone che non si registravano potevano comunque interagire parzialmente, ricevendo aggiornamenti via e-mail e inviti a unirsi alla rete. Il sito permetteva inoltre di vedere non solo i contatti diretti (primo grado), ma anche i contatti degli amici e degli amici degli amici (secondo e terzo grado), evidenziando in modo visuale come fosse possibile arrivare a chiunque attraverso pochi passaggi. Al momento di massimo utilizzo, SixDegrees contava circa 3,5 milioni di utenti registrati e un team di un centinaio di dipendenti: numeri che, per l'epoca, erano di tutto rispetto.
Nello spiegare il successo iniziale che ebbe la sua creatura, in un'intervista rilasciata nel 1998 al The Dallas Morning News, Andrew Weinreich spiegò:
Se si pensa alle cose che hanno più successo su Internet, sono quelle che replicano qualcosa che funziona già [nel mondo reale, NdR]. Sappiamo che il networking funziona tra le persone. Noi [di SixDegrees, NdR] lo rendiamo semplicemente più efficiente.
Tuttavia, questa crescita non si tradusse in un modello economico stabile. Nel dicembre del 1999 il sito venne acquistato da YouthStream Media Networks per circa 125 milioni di dollari, ma (anche) a causa della cosiddetta “bolla delle dot-com” – il crollo finanziario che coinvolse moltissime aziende legate a Internet – il social giunse presto alla sua chiusura nel 2000. SixDegrees era arrivato troppo presto: il pubblico era ancora poco abituato a investire tempo in relazioni digitali stabili e la tecnologia non era pronta a sostenere comunità sempre attive e connesse.
L'eredità lasciata da SixDegrees e il mondo social oggi
Nonostante la sua scomparsa, l'idea al centro di SixDegrees non è andata perduta. Nei primi anni 2000 piattaforme come Friendster e MySpace ripresero il concetto di rete sociale che animava SixDegrees. Linkedin lo applicò al mondo professionale, permettendo agli utenti di creare reti di contatti lavorativi, mentre Facebook lo portò su scala globale, costruendo strumenti sempre più sofisticati di connessione e condivisione. Con l'arrivo di Twitter (oggi X) sono diventati popolari i contenuti scritti brevi e immediati, con Instagram e Snapchat la comunicazione è diventata visiva, fino ad arrivare oggi a piattaforme che integrano intelligenza artificiale per suggerire contatti, contenuti e interazioni o, come nel caso del social di Sora 2, l'utente è diventato a tutti gli effetti il “contenuto” e il social è sempre meno social.