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Il termine "vichinghi", che si usa spesso per riferirsi alle popolazioni della Scandinavia altomedievale, ha assunto nel corso del tempo una connotazione etnica. Specialmente negli ultimi anni, grazie al revival dell'antica cultura scandinava dovuto a film, serie tv, romanzi e videogiochi, si tende a dire "popolazioni vichinghe", "cultura vichinga" oppure "vichinghi" per designare un intero popolo. In realtà è sbagliato. Il termine "vichingo" indicava unicamente una professione, quella del pirata o più in generale del navigatore. Dal punto di vista storico, le popolazioni che abitavano Danimarca, Norvegia e Svezia nel periodo altomedievale andrebbero chiamate "Norreni".

Che cosa vuol dire il termine "vichingo"?
La parola italiana "vichingo", come quella inglese "viking", deriva dall'antico norreno víkingr. L'etimologia di questo termine è ancora oggi molto dibattuta e nel corso del tempo linguisti e storici hanno proposto diverse teorie. Una delle più note, ritenuta valida per molto tempo ma ora non più tenuta in considerazione, considerava víkingr come un aggettivo del termine vík , significante "baia" o "insenatura". Secondo questa teoria, i vichinghi sarebbero quindi stati "coloro che provengono dalla baia", in riferimento ai villaggi all'interno dei fiordi in cui i Norreni abitavano.
Visto che il termine stava a indicare una professione e non una provenienza geografica, la teoria che oggi va per la maggiore fra gli studiosi collega víkingr alla parola vika, che in norreno indicava la distanza che veniva percorsa da un'imbarcazione nel tempo di un turno di rematori, prima che questo venisse sostituito dal successivo. A sua volta, questo termine trova confronti con l'antico termine nautico islandese (fra le lingue moderne l'islandese è quella più vicina all'antico norreno) víkja, che vuol dire "virare", derivante dalla radice protogermanica (il protogermanico è la lingua ricostruita da cui derivano tutte le lingue germaniche parlate oggi, come l'inglese, il tedesco, l'olandese, il danese, il norvegese, lo svedese e l'islandese) *wîkan, che stava a indicare il movimento dell'andare indietro col remo.
Nelle fonti altomedievali, il termine "vichingo" viene usato per riferirsi proprio ai pirati e ai razziatori provenienti dalla penisola scandinava. La prima attestazione scritta del termine appare su un glossario dell'antica lingua anglosassone (la lingua antenata dell'attuale inglese) databile tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII secolo. Nel glossario, il termine norreno víkingr viene reso nella forma anglosassone wicing, che nella traduzione latina è piraticum, "piratesco". Non è un caso che il primo riferimento ai pirati scandinavi compaia nelle isole britanniche: le prime razzie note dei vichinghi in Europa Occidentale avvennero proprio in Inghilterra, anche se quasi un secolo dopo la realizzazione del glossario. Per dare una connotazione etnica ai pirati del nord, gli autori medievali preferivano usare termini come "uomini del nord" (da cui Northmen, Normanni) oppure semplicemente "Danesi" (perché i primi vichinghi entrati in contatto con l'Europa cristiana provenivano dalla Danimarca).
A partire dal XIX secolo, l'immaginario romantico rivalutò la figura degli antichi pirati della Scandinavia altomedievale. Proprio per via dell'impatto che queste popolazioni ebbero sulla storia dell'Europa medievale, il termine "vichingo", un po' per comodità e un po' per forza evocativa, andò ad indicare un'intera popolazione, con la sua lingua, la sua cultura e la sua religione.