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26 Dicembre 2025
18:30

Tunnel sotto lo Stretto di Gibilterra, sarà mai costruito il collegamento tra Africa e Europa?

Un tunnel sottomarino lungo 40 km, pensato per collegare Europa e Africa: un’idea affascinante che per oltre un secolo si è scontrata con ostacoli tecnici e geologici tali da impedirne la realizzazione. Oggi, però, qualcosa sembra muoversi con nuovi studi e collaborazioni che provano a riportare il progetto sul tavolo.

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Tunnel sotto lo Stretto di Gibilterra, sarà mai costruito il collegamento tra Africa e Europa?
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Vista satellitare dello Stretto di Gibilterra. Credit: NASA

Il Tunnel sotto lo Stretto di Gibilterra è un progetto ambizioso, discusso ormai da decenni, che mira a collegare l’Europa al continente africano. Se sulla carta i due continenti sembrano vicinissimi, la realtà geologica racconta un’altra storia: tra fondali che scendono oltre i 400 metri e terreni instabili, realizzare questo collegamento è una sfida ingegneristica molto complessa. Un’opera di questa portata non ha però mai superato la fase teorica, frenata da difficoltà tecniche, costi elevati e implicazioni politiche. Ecco la storia del progetto e gli ostacoli che lo hanno frenato fin dagli anni '30.

L'idea di un collegamento tra Europa e Africa

Dal punto di vista progettuale, il tunnel sottomarino dovrebbe estendersi per una lunghezza compresa tra 38 e 40 chilometri, raggiungendo una profondità superiore ai 400 metri: una scelta dettata dalla conformazione geologica dell’area. Nel corso degli anni sono state avanzate numerose proposte. Il primo progetto, concepito dal governo spagnolo, risale al 1930, ma si scontrò quasi nell'immediato con ostacoli ingegneristici di enorme portata. Gli studi di fattibilità rivelarono infatti che il fondale era composto da rocce estremamente dure, impossibili da penetrare con le tecnologie allora disponibili. Per provare ad aggirare il problema, fu presa in considerazione anche l’ipotesi di costruire un tunnel prefabbricato da adagiare sul fondale marino, composto da moduli collegati tra loro e stabilizzati mediante robusti cavi d’ancoraggio. Anche questa idea, però, fu presto accantonata.

Il progetto del Tunnel sotto lo Stretto di Gibilterra oggi

Nel marzo 2009 è stata avviata una collaborazione tra la società marocchina Société Nationale d'Études du Détroit de Gibraltar (SNED) e la sua omologa spagnola Sociedad Española de Estudios para la Comunicación Fija a Través del Estrecho de Gibraltar (SECEGSA), con l’obiettivo di studiare e sviluppare un sistema di collegamento tra i due paesi. Il progetto sarebbe stato finanziato proprio dalle due società di proprietà pubblica, con il supporto economico dell’Unione Europea; mentre non è ancora noto se l’iniziativa rientrerà nel programma Interreg Euro‑MED, oppure verrà portata avanti mediante la costituzione di un consorzio commerciale.

Le sfide ingegneristiche e le insidie

A questo punto, però, sorge spontanea una domanda: quali sarebbero le principali sfide ingegneristiche da affrontare per realizzare un’opera tanto complessa? La prima riguarda la profondità. Lo Stretto di Gibilterra, soprattutto nel suo punto più ristretto, raggiunge profondità elevate (900 metri). Per questo motivo, secondo gli studi disponibili a oggi, l’eventuale tunnel dovrebbe passare più a ovest, in corrispondenza della cosiddetta Soglia del Giudice, dove il fondale si attesta sui 400 metri. Tale scelta permetterebbe di semplificare, almeno in parte, le operazioni di scavo e costruzione. Un’ulteriore criticità è poi legata alla natura del terreno lungo il tracciato considerato più favorevole. L’area che il tunnel andrebbe a coprire è infatti caratterizzata da sedimenti argillosi e instabili, che renderebbero complesso l’impiego delle TBM, le Tunnel Boring Machine: tecnologia di riferimento per lo scavo delle gallerie.

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