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6 Maggio 2024
20:30

La battaglia di Waterloo del 1815: come e perché Napoleone fu sconfitto definitivamente

Otto ore: tanto durò la battaglia di Waterloo del 18 giugno 1815, che portò alla sconfitta di Napoleone Bonaparte e mise fine all’impero napoleonico. Ma perché l'imperatore e generale francese, che aveva dimostrato di essere un genio militare, fu battuto dai suoi nemici?

A cura di Erminio Fonzo
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La battaglia di Waterloo del 1815: come e perché Napoleone fu sconfitto definitivamente
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La battaglia di Waterloo, combattuta il 18 giugno 1815 in Belgio, fu l’atto finale dell’epopea di Napoleone Bonaparte. Avvenne durante la guerra della settima coalizione e vide scontrarsi le truppe francesi, guidate da Napoleone, con quelle della coalizione anglo-prussiana comandate dal Duca di Wellington e il federmaresciallo Gebhard Leberecht von Blucher, che risultarono vincitrici.

Napoleone, che nel 1814 era stato confinato all’Isola d’Elba, nel marzo del 1815 aveva riconquistato il trono e aveva cercato, senza successo, di trovare un accordo con le altre potenze europee. La guerra, iniziata in giugno, sembrava essere favorevole ai francesi e quando affrontò l’esercito inglese nella piana di Waterloo, Napoleone era certo della vittoria. L’arrivo delle truppe della Prussia, alleata del Regno Unito, stravolse i suoi piani. La sconfitta costò a Napoleone la perdita del trono e l’esilio a Sant’Elena.

Gli antefatti: la fuga di Napoleone dall’Elba e i cento giorni

Napoleone ascese al potere pochi anni dopo l’inizio della Rivoluzione francese. Autonominatosi Primo console nel 1798 e imperatore dei francesi dal 1804, fu in grado di conquistare mezza Europa, ma nel 1814 fu costretto a rinunciare al trono, in seguito alla disastrosa campagna di Russia e alla sconfitta subita a Lipsia. Nel maggio del 1814 fu confinato sull’Isola d’Elba, sotto il controllo della flotta inglese, e in Francia fu restaurata la monarchia dei Borbone, nella persona di Luigi XVIII. Napoleone, però, non si diede per vinto: riuscì a fuggire dall’Elba e il primo marzo 1815 sbarcò in Francia con un gruppo di seguaci. Le truppe mandate dal re ad arrestarlo si schierarono dalla sua parte. Napoleone marciò su Parigi, accolto in molte località da una folla festante, e il 18 marzo riconquistò il trono. Luigi XVIII fuggì in Belgio.

Napoleone
Napoleone.

L’imperatore cercò un compromesso con le principali potenze europee – Austria, Prussia, Russia e Regno Unito – e scrisse lettere a diversi sovrani, dichiarando di non avere intenzioni bellicose. Le potenze europee, che in quei giorni erano riunite nel Congresso di Vienna per definire l'assetto territoriale e politico dell’Europa post-napoleonica, rifiutarono le proposte di pace, dichiarando Bonaparte “nemico pubblico”, e formarono una coalizione allo scopo di attaccare la Francia e riportare Luigi XVIII sul trono.

L’inizio della guerra tra le potenze europee e la Francia di Napoleone

Napoleone, resosi conto che la guerra era inevitabile, decise di attaccare per primo. Radunò un esercito di circa 125.000 uomini, in larga parte dai veterani delle campagne degli anni precedenti, e in giugno iniziò l’avanzata verso il Belgio. Lo scopo era conquistare nuovi territori e, soprattutto, affrontare i nemici singolarmente. Ciascuno degli eserciti a lui contrapposti era grosso modo equivalente, per numero di soldati, all’armata francese e Napoleone, consapevole di non poterli affrontare insieme, voleva sconfiggere l’esercito inglese (composto anche da olandesi e tedeschi) e quello prussiano, già pronti alla battaglia, prima che si mobilitassero le forze dell’Austria e della Russia.

Alla metà del giugno 1815 Napoleone varcò il confine con il Belgio. Il giorno 9 era terminato il Congresso di Vienna e le potenze europee volevano evitare che l’esercito francese occupasse Bruxelles, mettendo in discussione le decisioni che avevano preso. Pertanto, mandarono le truppe a fermarlo.

La campagna di Waterloo di 4 giorni

Nei primi giorni, gli eventi sembrarono dare ragione e Napoleone, che il 15 giugno inflisse una sconfitta ai prussiani, guidati dal maresciallo Blücher, nella località di Ligny. Contemporaneamente altre truppe francesi affrontarono gli inglesi, guidati dal Duca di Wellington, nella vicina località di Quatre-Bras, e impedirono loro di ricongiungersi con i prussiani.

Ligny e Quatre Bras (credits Hispa)
Ligny e Quatre Bras. Credits: Hispa.

Napoleone pensava di aver inflitto perdite significative alle forze di Blücher e voleva affrontare subito quelle di Wellington, le quali, saputo della sconfitta dei loro alleati, si erano ritirate da Quatre Bras. Si lanciò così all’inseguimento, ma Wellington, consapevole che i prussiani erano ancora in condizione di combattere, il 17 giugno interruppe la ritirata e fermò il suo esercito nella pianura presso il villaggio La Belle Alliance, non lontano dalla cittadina di Waterloo. Sarebbe stato quello il luogo della battaglia.

La battaglia di Waterloo: le 8 ore di combattimenti 

La notte precedente lo scontro, Napoleone dormì poco e male: non era preoccupato per la battaglia, che considerava una delle più facili che avesse mai combattuto, ma aveva paura che gli inglesi potessero fuggire e rifiutare di combattere. Wellington, però, non aveva alcuna intenzione di sottrarsi allo scontro, che ebbe inizio il mattino del 18 giugno. Circa 74.000 soldati francesi affrontavano i 67.000 uomini dell'esercito inglese. Napoleone adottò una tattica spregiudicata: caricò frontalmente il nemico e mandò solo un distaccamento sull’ala destra per fermare l’eventuale arrivo di truppe prussiane. I francesi attaccarono con cariche di cavalleria, colpi di cannone e avanzate della fanteria. Gli inglesi opposero una resistenza inattesa ma, ciò nonostante, Napoleone era certo di vincere.

Nel pomeriggio, però, arrivarono i prussiani: prima giunse un corpo d’armata che non aveva combattuto a Ligny ed era perciò intatto e, in seguito, il grosso dell’esercito prussiano, al comando di Blücher. Le truppe francesi cercarono di resistere, ma erano semi-accerchiate da forze nettamente preponderanti. La sconfitta fu inevitabile.

La battaglia di Waterloo (credits Ipankonin)
La battaglia di Waterloo. Credits: Ipankonin.

Lo battaglia era durata otto ore, durante le quali circa 25.000 francesi erano stati uccisi o feriti gravemente e altri 8.000-10.000 erano stati presi prigionieri. Gli inglesi, tra morti e feriti, persero 16.000 uomini e i prussiani 7000.

Le conseguenze della battaglia di Waterloo

Dopo la battaglia Napoleone fu costretto a ritirarsi, inseguito dall’esercito prussiano, ma non intendeva arrendersi. Il suo piano era tornare a Parigi e riorganizzare l’esercito, ma il parlamento francese, che non voleva proseguire la guerra, lo costrinse a cedere il potere. Il 23 giugno 1815 Napoleone abdicò: la sua ultima avventura militare, dal ritorno in Francia alla battaglia di Waterloo, era durata poco più di cento giorni. Dopo l’abdicazione, le truppe prussiane occuparono Parigi e restaurarono la monarchia dei Borbone. Napoleone, costretto a consegnarsi agli inglesi, fu confinato a Sant’Elena, un’isoletta sperduta nell’Atlantico.

Waterloo rappresentò il crollo definitivo dell’impero di Napoleone, ma le sue imprese furono ugualmente gravide di conseguenze. Le potenze europee cercarono di restaurare l’antico regime, esistente prima della Rivoluzione francese, ma i principi sui quali si fondava la Rivoluzione francese, almeno in parte recepiti da Napoleone e portati dai suoi eserciti in tutta Europa, si erano ormai fatti strada in molti Paesi. Negli anni successivi numerosi moti rivoluzionari, scoppiati in tutta Europa, avrebbero dimostrato che il ritorno all’antico regime era impossibile.

Fonti
Battle of Waterloo maps and diagrams,
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