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5 Dicembre 2024
7:00

La vera storia di quando Napoleone fu attaccato da un’orda di conigli

Napoleone, il grande imperatore di Francia che sconfisse gli austriaci e i russi nell'incredibile battaglia di Austerlitz e che plasmò l'Europa dell'Ottocento, nel corso della vita ha perso poche battaglie, ma una di queste aveva degli opponenti davvero particolari: i conigli.

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La vera storia di quando Napoleone fu attaccato da un’orda di conigli
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Se la battaglia di Waterloo viene ricordata come la più rovinosa del grande Napoleone Bonaparte, quella più bizzarra è senza ombra di dubbio la Battaglia dei conigli del luglio 1807, accaduta nella tenuta del fidato generale Alexandre Berthier a Yvelines (regione a ovest di Parigi). Quel giorno venne organizzata una battuta di caccia che finì nel caos più completo, con gli animali che accerchiarono e travolsero Napoleone e i suoi uomini fino a farli desistere e battere in ritirata.

Per quanto sembri assurdo, il fatto è accaduto veramente, ed è stato documentato da alcuni generali napoleonici e cronisti dell'epoca anni dopo la morte dell'ex imperatore di Francia. La testimonianza più dettagliata è indubbiamente quella del barone e generale napoleonico Paul-Charles-François Thiébault che descrisse con cura quella giornata nel suo libro di Memorie, pubblicato molti anni dopo la sua morte.

Perché era stata organizzata la battuta di caccia e cos'è successo

Un estratto del racconto dal libro di memorie del barone. Credits: Archive.org
Un estratto del racconto dal libro di memorie del barone Paul–Charles–François Thiébault. Credits: Archive.org

L'ambizioso Napoleone Bonaparte era un abile stratega militare, e proprio grazie a questa sua capacità ha vinto decine e decine di battaglie che insieme alle sue riforme politiche sociali ed economiche hanno plasmato geopoliticamente l'Europa dell'Ottocento. Anche dopo la sua caduta nel 1815 – a seguito della sconfitta definitiva contro i britannici e i prussiani nella rovinosa Battaglia di Waterloo – il suo lascito ha continuato a influenzare la politica e le istituzioni dell'antico continente per molti decenni a venire.

Ma oltre al lato vittorioso di questa figura storica indimenticabile, vale la pena gettare un occhio anche sulle sue sconfitte, e a una in particolare – la più bizzarra di tutte – che mise in crisi anche l'impavido imperatore di Francia che aveva navigato tra il sangue di migliaia di uomini: la battaglia contro i conigli.

Per raccontare questa incredibile storia bisogna fare un tuffo nella storia, agli inizi del luglio del 1807, quando Bonaparte aveva appena firmato i Trattati di Tilsit che avevano messo fine al conflitto in corso tra Francia e Russia. Il documento in questione fu un risultato molto significativo per lui, perché quello era stato uno dei conflitti più difficili che avesse mai affrontato, e proprio per questa ragione propose ai suoi uomini di festeggiare la vittoria. E come se non con una bella battuta di caccia – suo grande "hobby" – nel tempo libero?

Fu così che l'imperatore di Francia ordinò al capo di stato maggiore Alexandre Berthier di organizzare un pranzo di festa nella sua splendida tenuta di campagna di Yvelines, seguita da una grande caccia al coniglio.

Berthier invitò non solo i commilitoni, ma anche alcuni battitori locali molto capaci, e diede ordini a tutta la servitù affinché la giornata filasse liscia come l'olio. Poi, però, fece un inconsapevole e madornale errore: incaricò uno dei suoi servi di radunare qualche centinaio di conigli (secondo alcune stime quasi 3.000, altri invece parlano di un migliaio di conigli circa), senza specificare quale tipologia fosse adatta per l'occasione.

Il servo non si pose molte domande: fece il giro delle fattorie della zona e acquistò una caterva di conigli, e il giorno prima della caccia li fece stipare in delle gabbie ai margini del campo scelto per la caccia, lasciandoli in attesa.

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Il fatidico giorno della caccia, gli uomini di Napoleone si misero al centro del campo aspettando il segnale del via, e i conigli vennero finalmente liberati dalle gabbie. Gli animali, però, anziché scappare da una parte all'altra e nascondersi fra gli alberi andarono subito incontro al gruppo "caricandoli", come avrebbe riportato il barone nel suo libro.

La scena era davvero comica, perché i conigli si arrampicavano con le zampe anteriori sugli stivali degli uomini, che inizialmente ridevano divertiti. Gli bastarono pochi istanti, però, per rendersi conto che quegli animali notoriamente serafici erano sempre più aggressivi e famelici, spingendo, accalcandosi e mordendo le loro caviglie.

Il barone Thiébault scrisse:

Tutti quei conigli, che avrebbero dovuto tentare invano, anche disperdendosi, di sfuggire ai colpi che la mano più augusta aveva loro destinato, si radunarono prima in gruppi, poi in un corpo solo. Invece di ricorrere a una fuga inutile, si voltarono e in un istante l'intera falange si lanciò su Napoleone.

Perché i conigli hanno reagito così e com'è andata a finire

Il comportamento dei conigli era dato da due fatti: l'errata tipologia di conigli scelta e l'orario in cui sono stati sguinzagliati.

Il servo infatti, una volta ricevuto l'ordine, pensò bene di acquistare dei conigli addomesticati, e non di procurarsene di selvatici (cosa che sarebbe stata molto più complessa e dispendiosa in termini di tempo), che sarebbero fuggiti in preda al panico nel campo una volta aperte le gabbie.

L'orario, poi, era sbagliatissimo, perché era passata da tempo l'ora del pasto e gli animali erano molto affamati, tanto da diventare aggressivi. Una volta liberati quindi sono andati verso gli esseri umani perché pensavano di ricevere da loro il pranzo.

Ma tornando all'incredibile episodio, come terminò? Dopo le prime risate generali, i generali e Napoleone si trovarono ad essere sempre più instabili, con conigli che arrivavano da ogni parte. La situazione si era fatta spiacevole, e cercarono di scacciarli con la frusta e coi calci dei fucili, quasi inutili contro quella turbolenta nuvola di pelo.

Passarono pochi minuti così, combattendo alla bell'e meglio, tramortendo quanti più conigli possibili mentre altri li assalivano e gli facevano perdere l'equilibro, facendoli barcollare.

Poi però fu chiaro che non si poteva uscire da quella situazione, e – stremato – il manipolo di uomini indietreggiò faticosamente fino alle carrozze (alcuni inciampando) ancora inseguito dai bellicosi animali, per poi chiudersi dentro e tornare alla tenuta.

Conigli: 1 – Napoleone: 0

La soffice sconfitta bruciò molto all'imperatore, che fece promettere a tutti i presenti di non parlare più della vicenda, se non molti anni dopo la sua morte (le memorie del barone vennero pubblicate nel 1896, a più di settant'anni dalla morte di Napoleone), nella speranza che i presenti se ne dimenticassero.

L'imbarazzatissimo generale Berthier, colpevole di non aver specificato al servo di acquistare solo conigli selvatici, non fu perdonato dal permalosissimo Napoleone: infatti, quando pochi anni dopo il primo console di Francia sparò per errore a uno dei suoi marescialli durante un'altra battuta di caccia, costrinse il povero Berthier a prendersi la colpa, memore della bruciante sconfitta del 1807.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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