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26 Settembre 2024
14:07

La macabra storia della Saponificatrice di Correggio: chi era Leonarda Cianciulli

Leonarda Cianciulli è stata una delle più celebri serial killer italiane, che uccise tre donne nel 1939-40, a suo dire spinta dall'amore per i figli e dalla paura della magia nera. Secondo le sue confessioni, avrebbe utilizzato i loro corpi per produrre sapone e il loro sangue per preparare dei dolci.

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La macabra storia della Saponificatrice di Correggio: chi era Leonarda Cianciulli
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Leonarda Cianciulli (1984-1970), nota come la "Saponificatrice di Correggio", fu una serial killer italiana che tra il 1939 e il 1940 uccise tre donne, e secondo le sue confessioni, avrebbe sciolto i loro corpi nella soda caustica per produrre sapone e il loro sangue per preparare dei dolci. I delitti sarebbero stati motivati da credenze occulte, convinta che i sacrifici umani potessero proteggere i figli. La sua storia, intrisa di superstizione e manipolazione, ebbe grande risonanza mediatica, ma molti dettagli dichiarati durante le sue confessioni sarebbero stati esagerati da Leonarda per ottenere attenuanti psichiatriche. Ripercorriamo la vita di Leonarda e vediamo gli aspetti chimici della reazione di saponificazione. Leonarda Cianciulli morì a 77 anni nel manicomio di Pozzuoli per apoplessia cerebrale.

La storia e gli omicidi di Leonarda Cianciulli

Leonarda Cianciulli nacque a Montella, in provincia di Avellino, nel 1894. Gli anni della sua giovinezza furono turbolenti, almeno stando alle sue memorie: affermò di aver tentato il suicidio due volte in gioventù, e di aver avuto frequenti conflitti con la madre che sfociarono in una rottura quando decise di sposarsi con Raffaele Pansardi, un impiegato del catasto.

Tanti lutti funestarono la coppia: dal matrimonio nel 1917, ben 13 gravidanze finirono in tragedia, tra aborti e morti alla nascita. La prima gravidanza riuscita porta alla nascita di Giuseppe, a cui seguiranno altri 3 figli verso cui Leonarda svilupperà un attaccamento fortissimo.

I Pansardi si spostarono dalla provincia campana a Correggio, dove Raffaele fu trasferito in seguito al terremoto del Vulture del 1930. Qui Leonarda aprì una piccola bottega e si creò una nuova vita: nella cittadina emiliana nessuno conosceva i suoi trascorsi con la giustizia in terra natale, dove si era macchiata di aggressioni e una truffa costatale 10 mesi di carcere.

Nel 1939 l'Italia era diretta verso la Seconda Guerra Mondiale e, forse spinta dalle preoccupazioni economiche o dal timore per la vita del giovane figlio, l'anima oscura di Leonarda tornò alla ribalta come mai prima.

La prima vittima della Cianciulli fu Faustina Setti, una vedova semianalfabeta alla ricerca di un nuovo compagno. Leonarda sfruttò le debolezze della donna, convincendola che un uomo di Pola (città Istriana all'epoca in territorio Italiano) sarebbe stato disposto a sposarla.

Dopo averle fatto firmare lettere di addio a conoscenti, spedite in seguito dal figlio Giuseppe, e lasciato delega per la vendita dei suoi averi, Leonarda uccise la donna con una accetta: sezionandone il corpo, decise di usare della soda caustica per liquefarne i resti e poi gettarli in fognatura.

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Gli strumenti usati, secondo la confessione della Cianciulli (foto in alto), contro le tre vittime: i reperti sono conservati al Museo Criminologico di Roma. Credit: Mies me, via Wikimedia Commons

Un anno dopo fu il turno della seconda vittima, Francesca Soavi: un’altra donna che sognava di uscire da Correggio, questa volta attirata dalla possibilità di essere assunta come insegnante in un collegio di Padova.

Anche in questo caso la Cianciulli si offrì di occuparsi delle sue finanze e di imbucare le lettere per i conoscenti, per poi uccidere l’anziana e disfarsi del cadavere con lo stesso modus operandi. La sparizione della seconda vittima, avvenuta il 5 settembre del 1940, causò anche meno interesse della prima: l’intera Italia guardava altrove, dato che il 10 giugno dello stesso anno era stata consegnata la dichiarazione di guerra a Francia e Inghilterra da parte del governo Fascista.

Per entrare nel poco raccomandabile “club dei serial killer”, però, le vittime devono essere almeno 3. Leonarda raggiunse il triste traguardo dopo un paio di mesi, il 30 novembre 1940, quando raggirò e uccise Virginia Cacioppo: ex soprano con un passato di successo, l'anziana si lascia incantare dalla possibilità di lavorare, come segretaria, per un impresario teatrale a Firenze.

Anche lei finirà sezionata e bollita nella soda caustica, ma la fama della donna e la caparbietà di una parente furono fatali per i piani di Leonarda. La cognata Albertina Fanti denunciò la scomparsa e, di fronte all'indifferenza delle forze dell'ordine, cominciò in prima persona a far domande in paese, finché l'interesse per i 3 casi non spinse alle prime indagini. Dopo pochi mesi, un buono del Tesoro della Cacioppo e riscosso dal parroco locale permise di risalire alla Cianciulli e ad alcuni complici più o meno volontari.

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Leonarda Cianciulli.

La confessione degli omicidi e il movente "occulto"

Leonarda sulle prime negò ogni coinvolgimento, ma quando le indagini toccarono il figlio (coinvolto, ad esempio, nella spedizione delle lettere) decise di confessare tutti i delitti, assumendosi ogni colpa. Nel corso degli interrogatori arrivò ad aggiungere sempre più dettagli, fino a raccontare una storia di maledizioni materne, magia nera e "sacrifici umani" necessari a salvare i pochi figli dalla morte.

Tra i macabri dettagli, Leonarda raccontò anche di aver cucinato e regalato dolci a cui aggiunse il sangue seccato delle vittime; è però con l'ultima vittima che la Cianciulli guadagnerà il suo macabro appellativo. Secondo una delle tante confessioni, grazie alla “dolcezza” e alla corporatura più grassa dell’ultima vittima, l'assassina dopo averla bollita nella soda ottenne un "sapone cremoso", che donò ai vicini.

Questi fatti non trovarono riscontro nelle indagini: nessuno in paese ricordava di aver ricevuto sapone in regalo, e il progressivo ingigantirsi dei fatti raccontati sembrava più frutto di fantasie della donna o il tentativo di guadagnare l'attenuante per infermità mentale. La strategia in parte funzionò, dato che la Cianciulli morirà in un manicomio criminale decenni più tardi.

Le pittoresche storie di Leonarda colpirono la stampa: nonostante un passato di truffatrice manipolativa e l'evidente movente economico, accertato dai movimenti bancari e le vendite di beni, ancora oggi articoli e libri supportano la tesi dei sacrifici umani e della "madre preoccupata" dalle maledizioni.

La reazione di saponificazione

In linea di massima, comunque, trasformare resti umani in sapone sarebbe possibile. Il processo di saponificazione è infatti una reazione nota e utilizzata, da secoli, sfruttando grassi vegetali (olio) o animali. Chimicamente, si parla di una idrolisi basica di un estere, una reazione che avviene in acqua con aggiunta di una base come l'idrossido di sodio NaOH (chiamato comunemente anche “soda caustica”).

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La reazione di saponificazione: ogni trigliceride viene scomposto in glicerolo e in 3 molecole evidenziate in giallo, sali di acidi grassi solubili in acqua, che possiamo utilizzare come sapone per rimuovere lo sporco grazie alla loro affinità contemporanea ai grassi e all’acqua. [Adattamento da V8rik, Wikimedia Commons]

La reazione permette di rompere i legami della “testa” carbossilica, caratterizzata dai legami Ossigeno-Carbonio, presenti nelle molecole di grasso (nell'esempio un trigliceride, tipici grassi animali). Questo rende le molecole cariche negativamente: il sodio Na+, liberato in acqua dopo lo scioglimento della soda, può formare un sale R-COO Na+, dove R rappresenta una catena composta di Carbonio e Idrogeno.

Il sale è facilmente solubile in acqua per via della "testa" carica elettronicamente; la lunga coda R, è invece affine al grasso e all'unto perché apolare (senza cariche). A contatto con lo sporco, i saponi formano delle micelle, una sorta di “guscio” che ingloba lo sporco per "scioglierlo" in acqua e sciacquarlo via dai tessuti o dal nostro corpo.

 

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