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24 Maggio 2024
14:08

La prima mappa della pericolosità delle colate di fango del Vesuvio: il nuovo studio INGV

Un nuovo studio basato su rilievi geologici, studi archeologici e simulazioni numeriche ha prodotto la prima mappa del rischio associato alle colate di fango dette “lahar” del Vesuvio nella Piana Campana. I risultati saranno utili per pianificare interventi di mitigazione del rischio.

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La prima mappa della pericolosità delle colate di fango del Vesuvio: il nuovo studio INGV
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Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Solid Earth ha prodotto la prima mappa dell'impatto e della pricolosità probabilistica delle colate di fango vulcaniche – i cosiddetti lahar, composti da materiale piroclastico e acqua – del Vesuvio nella Piana Campana, mostrando quali sono le aree più a rischio in caso di un'eruzione vulcanica sub-pliniana del vulcano. Lo studio, che ha coinvolto anche l'INGV ed è suddiviso in tre articoli, si basa sui dati raccolti per due eruzioni precedenti (nel 472 e 1631) e su simulazioni al computer del comportamento dei lahar sulla conformazione della piana.
La mappa mostra che lo spessore del flusso delle colate di fango è massima nel versante del Vesuvio che dà sull'entroterra, l'area a nord-est del vulcano, la zona di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia e i Comuni tra Nola e Lauro e l'area attorno a Baiano. Non solo lo studio rappresenta un considerevole progresso per la comprensione e la valutazione di questi fenomeni naturali nella Piana Campana, ma le mappe prodotte forniscono uno strumento utile alle autorità competenti per pianificare interventi di mitigazione del rischio e preparazione ai futuri eventi vulcanici e al loro potenziale impatto sulla popolazione e sul territorio.

La mappa della pericolosità per i lahar del Vesuvio

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La mappa di pericolosità probabilistica dell’invasione dei flussi dei lahar nella Piana Campana, prodotta dal terzo articolo di cui è composto lo studio, è raffigurata nel pannello c) della figura qui sotto. I colori indicano lo spessore massimo del flusso previsto in caso di lahar associati a eruzioni simili a quelle storiche del 472 e 1631: il rosso indica gli spessori  più elevati (dell'ordine delle decine di centimetri).
I parametri e gli scenari di cui si è tenuto conto nello studio sono molteplici, come lo spessore, la pressione dinamica delle colate e l’effetto che potrebbero avere sugli edifici e sull'ambiente urbano. In più sono state considerate le incertezze legate al volume iniziale della colata, alla disponibilità del materiale piroclastico durante un’eruzione e alla variabilità dei bacini idrografici che potrebbero dar vita ai lahar.

L'analisi dei dati sulle eruzioni del Vesuvio nel 472 e 1631

Il pannello a) della figura sopra mostra le zone (evidenziate dai pallini) in cui sono stati effettuati i rilievi che hanno fornito i dati preliminari per lo studio. Questa fase preliminare è l'oggetto del primo articolo di cui è composto lo studio. Il team di scienziati ha condotto sia indagini sul campo sia in laboratorio, immettendo un’enorme quantità di dati provenienti dalle analisi delle rocce campionate – oltre 500 – dalle caratteristiche sedimentologiche e stratigrafiche dei depositi eruttati nel 472 e nel 1631, e dalle informazioni derivanti dagli scavi archeologici e dagli scavi per analisi vulcanologiche. Questa prima parte dello studio ha permesso di ricostruire su larga scala gli effetti che questi eventi hanno avuto sul paesaggio e sull’evoluzione geologica del luogo.

Le simulazioni della propagazione delle colate di fango del Vesuvio nella Piana Campana

La seconda parte dello studio si è incentrata sulla valutazione della pericolosità probabilistica dei lahar nella Piana Campana e a questo proposito il team di ricerca ha introdotto il nuovo codice IMEX-SfloW2D per la simulazione numerica (cioè effettuata tramite complessi algoritmi) dei lahars, descrivendo alcune delle caratteristiche tipiche della propagazione dei flussi di fango che tiene conto dei processi e dei parametri più rilevanti per stimarne la pericolosità. Questo è stato fondamentale per la realizzazione della mappa della pericolosità sul territorio della Piana Campana.
Il pannello b) della figura mostra il risultato di una di queste simulazioni, riferita alla propagazione di un lahar prodotto nel versante nord-ovest del Vesuvio.

Rispetto all'importanza di questo studio, la dott.ssa Ilaria Rucco, ricercatrice presso la Heriot-Watt University e tra gli autori principali della ricerca, ha dichiarato:

Questo lavoro è il risultato di diversi anni di ricerche su una tematica che richiede sicuramente maggiori studi e attenzione da parte delle autorità (basti pensare alla recente tragedia di Ischia). Sicuramente è stato aggiunto un tassello importante alla conoscenza del nostro territorio, grazie anche alla collaborazione con gli archeologi. E per me è stato un onore poter collaborare con ricercatori come Mauro Di Vito attuale direttore dell’osservatorio Vesuviano.

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