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16 Maggio 2025
7:00

La storia di Babilonia, l’antica città della Mesopotamia sull’Eufrate

Babilonia, antica città della Mesopotamia, fu un importante centro culturale e commerciale che sorgeva tra il Tigri e l'Eufrate. Tra il II e I millennio a.C., raggiunse il massimo splendore sotto Nabucodonosor II. Conosciuta per la ziggurat, la porta di Ishtar e i giardini pensili, fu simbolo di grandezza e, nella Bibbia, del male e del caos.

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La storia di Babilonia, l’antica città della Mesopotamia sull’Eufrate
babilonia

Babilonia era il nome di un'antica città della Mesopotamia della regione da essa dominata. Fiorì sulle rive dell'Eufrate nel II e nel I millennio a.C., alternando periodi di splendore ad epoche di declino, ma restando sempre un centro culturale e commerciale di prim’ordine. Raggiunse la massima estensione nel VI secolo a.C., fino a quando la conquista persiana mise fine alla sua autonomia. A Babilonia, dove attualemente si trova Al Hillah una città vicino a Baghdad in Iraq, sorgevano edifici magnifici, come la ziggurat, la porta di Ishtar e i giardini pensili, e fiorivano l’astronomia e altre scienze. Nella Bibbia, però, la città viene presentata come il simbolo del male e tale ostilità si riflette in espressioni che usiamo ancora oggi.

Cosa significa Babilonia e a quale città corrisponde oggi

La parola Babilonia ha vari significati: letteralmente si traduce Porta di Dio” e indica la città fondata nel III millennio a.C. in Mesopotamia nell’attuale Iraq, dove oggi sorge la città di Al Hillah non lontano da Baghdad. Babilonia però è anche il nome della regione dominata dalla città, la cui estensione cambiò a seconda dei periodi, inoltre, in genere, quando si dice “i babilonesi”, si fa riferimento agli abitanti di tutta la regione e non solo a quelli della città (la confusione non esiste in inglese, lingua nella quale la città è chiamata Babylon e la regione Babylonia). Infine, la parola babilonia è usata talvolta come metafora, per indicare confusione.

Rovine di Babilonia
Rovine di Babilonia, vicine all’attuale città di Al Hillah.

Le origini dell’antica città della Mesopotamia

Non sappiamo molto della fondazione di Babilonia, che è menzionata per la prima volta in una tavoletta sumera risalente all’anno 2500 a.C. circa, probabilmente nacque come porto fluviale sul fiume Tigri. Nel corso della sua lunga storia, dinastie locali e regni stranieri si sono alternati al governo della città. Nell’anno 1894 a. C. ascese al potere una dinastia di amorrei, uno dei popoli mesopotamici; il sovrano più noto della dinastia è Hammurabi, che regnò dal 1792 al 1750 ed estese significativamente i confini del regno, conquistando molti territori. Hammurabi, inoltre, emanò il primo codice legislativo scritto del quale si abbia conoscenza. La dinastia amorrea durò fino al 1595, quando Babilonia fu conquistata dagli ittiti, un popolo originario dell’Anatolia.

Babilonia e il suo impero al tempo di Hammurabi
Babilonia e il suo impero al tempo di Hammurabi.

In seguito, la città finì sotto il dominio dei cassiti. Con la loro ascesa, ebbe inizio un periodo piuttosto oscuro, che terminò intorno nel XII secolo a. C., quando Babilonia fu conquistata da una dinastia proveniente dalla città mesopotamica di Isin, guidata dal re Nabucodonosor I.

La dominazione assira e l’età neobabilonese

Nell’VIII secolo Babilonia entrò a far parte dell’impero degli assiri, che si affermarono come principale potenza del Vicino Oriente, e restò un centro urbano importante, pur avendo perso l’autonomia. Il declino dell’impero assiro, avvenuto negli ultimi decenni del VII secolo a. C., fece sì che a Babilonia si affermasse poi un’altra dinastia, quella dei caldei, rappresentata dai sovrani Nabopolassar, Nabucodonosor II (al quale è ispirato, per altro, il Nabucco di Giuseppe Verdi) e Nabonedo. L’epoca caldea fu il momento di massimo splendore della città, che conquistò vasti territori, tra i quali il regno di Giuda degli ebrei, e divenne un centro di grandi dimensioni.

Estensione dell'impero neobabilonese (dimensioni approssimative)- credits Middle East Topographic Map
Estensione dell’impero neobabilonese (dimensioni approssimative). Credit: Middle East Topographic Map

Lo splendore durò poco: nell’anno 539 Babilonia fu conquistata dai persiani, guidati da Ciro il Vecchio, ed entrò a fare parte del loro impero. Nei secoli seguenti la città non ottenne più l’autonomia, fece parte sempre di stati più grandi: dopo i persiani, la città fu inglobata nell’impero di Alessandro Magno, nel regno dei Parti e, per breve tempo, anche nell’Impero Romano. Nel III secolo d.C., infine, entrò a fare parte dell’impero sasanide e declinò fino a scomparire.

Le rovine di Babilonia sono state portata alla luce dagli archeologi a partire dall'800 e dal 2019 fanno parte dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’Unesco.

Una megalopoli del mondo antico

Non sappiamo che aspetto avesse la città nel periodo più antico e le informazioni di cui disponiamo sono relative quasi esclusivamente al periodo caldeo del VII-VI secolo a.C.

Babilonia fu probabilmente la città più grande del suo tempo, arrivando ad accogliere, nei periodi di massimo splendore, fino a 200.000 abitanti. Nella città erano presenti alcuni edifici di grande notorietà, il più imponente era la ziggurrat, una piramide a gradoni che fungeva da tempio e costituiva il cuore religioso della città.  Babilonia, inoltre, era protetta da una possente cinta muraria, sulla quale si aprivano numerose porte: la più nota era quella di Ishtar, dal nome della dea alla quale era dedicata, che dava accesso alla strada delle processioni. La porta, che era nota per la magnificenza delle decorazioni, è stata ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino.

La porta al museo di Berlino (credits Rictor Norton)
La porta al museo di Berlino. Credit: Rictor Norton

A Babilonia si trovavano anche i celebri giardini pensili, considerati una delle sette meraviglie del mondo antico, forse edificati intorno all’anno 590 a. C. La loro esistenza, però, è messa in discussione da una parte della comunità scientifica.

Cultura e astronomia dei babilonesi

I babilonesi erano un popolo colto e nella regione fiorirono le scienze e l’astronomia. Gli astronomi adottarono un approccio empirico, osservando il cielo invece di seguire i testi religiosi, ed effettuarono scoperte importanti, come i cicli delle eclissi. Inoltre, dotarono la città di un calendario lunare e introdussero il sistema numerico sessagesimale (nel quale una unità è composta da sessanta sottomultipli), che ancora noi utilizziamo per misurare il tempo. Effettuarono scoperte importanti anche in geometria, tra le quali il teorema che noi chiamiamo “di Pitagora” (lo scienziato greco ne diede una dimostrazione inoppugnabile, ma non ne fu lo scopritore).

Le scoperte degli scienziati babilonesi ebbero grande influenza sulla cultura dei greci e dei romani e, per il loro tramite, sono arrivate fino a noi.

Babilonia come metafora

Babilonia è talvolta usata come metafora di confusione o addirittura del male. Dire «è tutta una babilonia» significa dire che c’è un grande caos. La metafora deriva dalla Bibbia, nella quale Babilonia è presentata come il luogo del male, contrapposta a Gerusalemme, che invece simboleggia il bene. Il riferimento più celebre alla città è, secondo una diffusa interpretazione, l’episodio della torre di Babele: il libro della Genesi racconta che il popolo di Babele voleva costruire una torre tanto alta da arrivare fino a Dio e quest’ultimo, per impedirlo, confuse le loro lingue e impedì ai costruttori di comunicare tra loro. Probabilmente la storia, usata per spiegare perché al mondo esistono lingue diverse, fa riferimento all'Etemenanki, una ziggurat di Babilonia.

La Torre di Babel in in un dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio
La Torre di Babel in in un dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio.

L’ostilità della Bibbia per la città deriva dal fatto che nel VI secolo a. C. i babilonesi di Nabucodonosor distrussero il regno ebraico di Giuda e ne deportarono la popolazione. Anche nel Nuovo Testamento, più precisamente nel libro dell’Apocalisse, Babilonia è menzionata come metafora del male, ma è probabile che in questo caso l’autore, vissuto nel I secolo d. C., volesse in realtà fare riferimento a Roma.

Fonti
The Babylonian World, a cura di Gwendolyn Leick, Routledge 2007
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