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L’Eurovision Song Contest nasce a Lugano, in Svizzera, nel 1956, per volere di 7 stati, tra cui l’Italia, intenzionati a proporre una manifestazione musicale che coinvolgesse l’Europa a seguito del secondo conflitto mondiale. L’idea è del presidente RAI Sergio Pugliese, che trova appoggio nel presidente della Società Europea di Radiodiffusione, dando così vita a una manifestazione longeva – unico anno in cui non si è tenuta è stato il 2020 a causa della pandemia – che vede la partecipazione di gran parte degli Stati europei e anche di membri del resto del mondo. Gli Stati partecipanti portano sul palco l’artista o il gruppo musicale vincitore di una competizione a livello nazionale – nel caso dell’Italia, il Festival di Sanremo – che si sfida con gli altri partecipanti nelle semifinali e poi in una finale. Dei 44 stati partecipanti, 6 hanno il posto garantito: il vincitore dell’anno precedente e i “Big Five”, ovvero Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. Il Secondo il regolamento non è possibile votare per il proprio Paese durante la gara. A oggi, si tratta dell’evento di natura non sportiva più seguito al mondo, con dati di ascolto stimati tra 100 e 600 milioni di spettatori. Quest'anno, la finale dell'Eurovision sarà sabato 17 maggio e per l'Italia parteciperà Lucio Corsi.
Eurovision, la prima edizione in Svizzera nel 1956
Lugano, 24 maggio 1956: al Teatro Kursaal si tiene la prima edizione dell’Eurovision Song Contest. La Seconda Guerra Mondiale si è conclusa da una decina d’anni, e l’Europa è nel pieno della ricostruzione dei rapporti sociali, culturali ed economici tra gli Stati. Anche per questo, dal 1950 – anno di nascita della Società Europea di Radiodiffusione, con sede in Svizzera – si è alla ricerca di un modo per unire sotto il segno della musica quante più nazioni possibili. L’idea è una competizione musicale è di Sergio Pugliese, allora presidente RAI, che trae spunto dal Festival di Sanremo: sottopone l’iniziativa al presidente della Società Europea di Radiodiffusione, Marcel Bezençon, e si stabilisce la data in cui il festival avrà luogo.
Sul palco, per la prima edizione, ci sono sette Paesi, tra cui l’Italia: Belgio, Francia, Germania Ovest, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svizzera e – appunto – Italia, ognuno con due canzoni presentate. Per l’Italia salgono sul palco Franca Raimondi con Aprite le finestre (brano con cui aveva vinto Sanremo nello stesso anno) e Tonina Torrielli con Amami se vuoi. Vincono la competizione i padroni di casa con Refrain interpretato dalla cantante svizzera Lys Assia.
I 7 paesi fondatori decidono che saranno proprio le nazioni partecipanti, a turno, a ospitare il Festival di anno in anno e l’anno successivo, il 1957, si stabilisce la regola – in vigore ancora oggi – secondo cui sarà proprio il Paese vincitore ad ospitare l’evento l’anno successivo.
L’Eurovision dagli anni ‘60 ad oggi
Di anno in anno, nuovi Paesi aderiscono alla manifestazione: dalla seconda edizione entrano Austria, Danimarca e Regno Unito, e si decide che ogni nazione potrà concorrere con un solo brano, ma possono essere introdotti i duetti. Si pone anche il limite di lunghezza della canzone a 3 minuti, per evitare partecipazioni troppo lunghe rendono difficile la trasmissione, come accadde proprio durante la seconda edizione al cantante nostrano Nunzio Gallo con Corde della mia chitarra che durava più di 5 minuti. Nel 1958 Domenico Modugno partecipa con Nel blu dipinto di blu, e nel 1964 l’Italia si porta a casa la prima vittoria con Non ho l’età, cantata da una giovanissima Gigliola Cinquetti. L’anno successivo, l’Eurovision arriva quindi per la prima volta in Italia, a Napoli.
Nel 1969 si verifica una situazione particolare: quattro Paesi – Francia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito – vincono a pari merito, e si estrae quindi a sorte chi ospiterà il Festival l’anno successivo, e gli ospitanti saranno i Paesi Bassi.
Nel 1973 esordisce tra i partecipanti anche Israele, scelta che crea non poche polemiche e causa – come avvenuto anche in altre edizioni, sia per necessità logistiche che per proteste e motivazioni politiche e sociali – il ritiro di alcuni Paesi, e proprio qui, nel 1979, la manifestazione sarà ospitata per la prima volta da uno stato extraeuropeo. Nel 1980 l’Eurovision apre le porte addirittura a un altro continente, perché tra i partecipanti c’è il Marocco.
Nell’edizione del 1986 vince la cantante belga Sandra Kim, vittoria che porta non poche polemiche perché si scoprirà che la ragazza aveva 13 anni, e non 15 come dichiarato per poter partecipare.
Nel 1992, con Insieme: 1992 di Toto Cutugno, l’Italia vince di nuovo e, nel 2000, l’Eurovision viene trasmesso per la prima volta via Internet (dal 2016 in diretta anche dal canale Youtube ufficiale) e nel 2015, a Vienna, si esibirà anche l’Australia. Nel 2020, l’Eurovision viene per la prima e unica volta annullato. Nel 2021, grazie a Zitti e buoni dei Maneskin, l’Italia si aggiudica la terza vittoria e così, nel 2022, la serata sarà ospitata a Torino. Quest’anno, la serata finale di sabato 17 maggio sarà di nuovo in Svizzera, a Basilea.
Le attuali regole dell’Eurovision Song Contest
Il regolamento della manifestazione si è evoluto e trasformato negli anni. Attualmente, le principali regole sono le seguenti:
- Possono partecipare al massimo 44 stati, ovvero i 44 membri delle emittenti partecipanti
- L’emittente che partecipa deve essere affiliata all’EBU, che oggi è l’Emittente Europea di Radio e Tele Diffusione
- Di questi 44 stati, 6 hanno il posto garantito: il vincitore dell’anno precedente e i “Big Five”, i cinque stati che più supportano economicamente l’EBU, ovvero Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito
- Gli altri 38 stati si contenderanno il posto nelle semifinali e in finale
- Le canzoni in gara sono selezionate attraverso una selezione musicale nazionale, nel nostro caso il Festival di Sanremo
- Le canzoni possono durare al massimo tre minuti, e possono essere di qualunque genere e cantate in qualunque lingua, anche inventata, ma non possono essere cover né ispirate ad altri brani editi, ed è vietato l’uso dell’auto-tune e del playback
- Le canzoni in gara devono essere presentate con un video, e non essere state pubblicate prima del 1 settembre dell’anno antecedente alla gara
- Sul palco sono vietate coreografie e scenografie che ledano diritti o portino in scena animali
- Non possono essere presentati contenuti di natura politica, offensiva o promozionale
- Sul palco possono esserci al massimo 6 partecipanti, anche per i gruppi, e ogni partecipante deve aver compiuto i 16 anni di età il giorno della finale.
- Non è possibile votare per il proprio Paese