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28 Aprile 2023
12:30

La televisione in breve, storia di come e quando è stata inventata e si è evoluta

Tutti o quasi guardano la televisione. Nonostante sia un’invenzione relativamente recente, la tv è una presenza fissa nelle nostre case ed ha avuto un ruolo centrale nell’evoluzione culturale, sociale e politica di tutto il mondo.

A cura di Erminio Fonzo
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La televisione in breve, storia di come e quando è stata inventata e si è evoluta
storia della televisione

“La RAI, Radiotelevisione Italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Con queste parole il 3 gennaio 1954 l’annunciatrice Fulvia Colombo inaugurò le trasmissioni della Rai, dando avvio all’era televisiva in Italia. Lo sviluppo della tv, tuttavia, era iniziato già negli anni ’20 con l’invenzione dello schermo a tubo catodico.

Prima della Seconda Guerra Mondiale la televisione aveva una diffusione molto limitata, ma dagli anni ’50 ebbe un vero e proprio boom, prima in Occidente e poi nel resto del mondo. Da allora le trasmissioni televisive hanno contributo a determinare i gusti, i consumi e le opinioni politiche della popolazione molto più degli altri media.

Sul piano tecnologico, la tv è andata incontro a continue innovazioni, dalle trasmissioni a colori, introdotte negli anni ’50, alla più recente tv digitale. Oggi la televisione, nonostante la presenza di un “concorrente” come internet, fa ancora parte della vita quotidiana di quasi tutti i cittadini.

Famiglia americana davanti alla TV (1958)
Famiglia americana davanti alla TV (1958)

L’invenzione della televisione e l’età delle sperimentazioni

I primi esperimenti per trasmettere a distanza immagini in movimento ebbero luogo negli anni ’20 e si basarono su precedenti invenzioni, in particolare la radio e il cinema. Tra le diverse soluzioni proposte, quella vincente fu il tubo a raggi catodici, un cilindro di vetro con due elettrodi che, grazie alla corrente elettrica, consente di creare fluorescenze (e quindi immagini) su uno schermo.

Nel 1927 un inventore statunitense, Philo Farnsworth, creò il primo schermo dotato di tubo catodico. L’invenzione suscitò subito interesse e negli Stati Uniti, già alla fine degli anni '20, furono fatti esperimenti di trasmissione televisiva e mandati in onda alcuni programmi.

La televisione raggiunse anche alcuni Paesi europei, in particolare il Regno Unito e la Germania. Non bisogna pensare, però, alla tv come la conosciamo oggi: il pubblico era molto limitato, i programmi erano trasmessi solo in poche località e le immagini erano in bianco e nero. Nonostante questi limiti, gradualmente il nuovo mezzo iniziò a diffondersi. Nel 1937, la cerimonia di incoronazione di re Giorgio VI del Regno Unito fu il primo evento trasmesso in diretta televisiva.

Nello stesso periodo la televisione mosse i primi passi anche nel nostro Paese. L’Ente italiano audizioni radiofoniche (Eiar) effettuò le sue prime trasmissioni nel 1939. La Seconda Guerra Mondiale, però, sospese lo sviluppo della tv in tutto il mondo.

Un apparecchio televisivo italiano degli anni '30
Un apparecchio televisivo italiano degli anni ’30

L’inizio dell’ “era televisiva”

La vera era televisiva iniziò nel dopoguerra. Negli anni '50 i televisori divennero un prodotto alla portata di gran parte dei cittadini in molti Paesi occidentali, in particolar modo negli Stati Uniti, al punto che alla fine degli anni ’50 il 90% delle famiglie americane ne possedeva almeno uno.

Il nostro Paese era più indietro, ma fece rapidi progressi. Nel 1949 la Rai (come era stato ribattezzato l’Eiar) effettuò la prima trasmissione sperimentale a Milano e nel 1954 iniziò la programmazione regolare, costituendo il Programma Nazionale (diventato Raiuno nel 1983).

Nel volgere di alcuni anni la diffusione del segnale, prima limitato a poche aree, fu estesa a tutto il territorio. Negli anni ’50 solo una piccola minoranza di famiglie possedeva un televisore, ma molti cittadini si riunivano in bar e locali per assistere alle trasmissioni.

Una scena di Lascia o raddoppia?
Una scena di Lascia o raddoppia? condotto da Mike Bongiorno

L’impatto sociale e politico della televisione

Poiché gli stessi programmi televisivi si vedono in tutto il territorio di uno Stato, la televisione è stata un potente acceleratore della nazionalizzazione delle masse, il processo di creazione dell’identità nazionale e dello sviluppo di gusti e interessi comuni tra i cittadini di un Paese. In Italia, poiché le identità locali sono tradizionalmente molto radicate, la tv ha avuto un ruolo di primo piano nel “fare gli italiani”, per esempio facendo familiarizzare con la lingua nazionale le persone abituate a usare solo il dialetto.

La televisione si rivelò uno strumento molto potente anche in ambito politico. Un evento, in particolare, dimostrò le sue potenzialità: il dibattito del 1960 tra John Kennedy e Richard Nixon, candidati alle elezioni presidenziali statunitensi. Kennedy apparve più a suo agio di fronte alle telecamere e il confronto televisivo si rivelò determinante per la sua vittoria elettorale.

Per molti aspetti, il dibattito è il progenitore di tutti i talk show politici. In tutto il mondo, del resto, la tv divenne presto uno strumento di comunicazione politica: nei Paesi democratici, i partiti si contendevano la presenza sui canali televisivi, mentre nelle dittature il piccolo schermo divenne la principale voce dei governi per diffondere la loro propaganda.

Il dibattito tra Kennedy e Nixon
Il dibattito tra Kennedy e Nixon

Progressi tecnologici e nuovi contenuti

Tra gli anni ’50 e ’70 furono introdotte importanti innovazioni. Tra esse, le trasmissioni a colori, che iniziarono negli Stati Uniti nel 1953 e gradualmente si affermarono in tutto il mondo, e il telecomando inventato negli anni ’50 ma diffusosi su larga scala tra gli anni ’80 e ’90.

La tv andò incontro a molti cambiamenti anche sul piano dei contenuti. Particolarmente stretto fu il “matrimonio” con lo sport, iniziato sin dalle origini dell’era televisiva. La televisione portò le competizioni sportive nelle case dei cittadini e favorì la diffusione delle discipline che si adattano meglio alla ripresa televisiva, in primis il calcio.

Un'immagine delle Olimpiadi di Roma 1960, trasmesse in televisione
Un’immagine delle Olimpiadi di Roma 1960, trasmesse in televisione

La tv, inoltre, si "intrecciò" con il cinema, con la trasmissione di film, e divenne uno dei principali mezzi di informazione grazie alla messa in onda dei telegiornali.

La liberalizzazione delle frequenze e la tv commerciale

In molti Paesi, all’inizio dell’era televisiva lo Stato aveva il monopolio delle trasmissioni, ma i privati cercarono presto di entrare nel business. Nel nostro Paese alcune aziende crearono canali locali sin dagli anni ’60, ma il vero sviluppo della tv privata ebbe luogo negli anni ’80, quando nacquero emittenti che trasmettevano in tutto il territorio nazionale. Il monopolio statale fu abolito nel 1984 e al suo posto subentrò un “duopolio” composto dalla Rai e dalla Fininvest di Silvio Berlusconi, ciascuna delle quali possedeva tre canali nazionali.

Con l’ascesa delle emittenti private, in tutto il mondo il ruolo della tv nell’influenzare i gusti e gli stili di vita si rivelò ancora più pervasivo. In particolare, la pubblicità televisiva – introdotta sin dal 1941, quando negli Stati Uniti fu trasmesso uno spot dell’azienda di orologeria Bulova – divenne determinante per orientare le scelte dei cittadini e favorì la diffusione di un modello di vita consumistico. I programmi televisivi divennero sempre più “leggeri”, mirando al puro intrattenimento più che alla divulgazione di contenuti informativi o culturali.

Sviluppi e cambiamenti recenti

Negli ultimi decenni la tv è andata incontro a nuovi cambiamenti. La trasmissione digitale ha preso definitivamente il posto dell’analogica, il che ha provocato, tra l’altro, un grande aumento dei canali. Anche gli apparecchi riceventi sono cambiati e gli schermi al plasma o a cristalli liquidi hanno sostituito i vecchi televisori a tubo catodico.

Negli ultimi anni il dominio della televisione è stato sfidato dall’ascesa di internet, che le fa concorrenza nella divulgazione di informazioni e nell’intrattenimento. Tuttavia, tra i due media si è creata anche una sinergia, da un lato con i televisori interattivi (o smart tv) che consentono di accedere a servizi e portali web, dall’altro perché, attraverso internet, è possibile guardare i programmi televisivi via computer.

Una smart Tv (credit Dancingpolishcow)
Una smart TV (credit Dancingpolishcow)

Insomma, la televisione non sembra assolutamente voler andare in pensione, come dimostrano anche i dati statistici. In Italia, per esempio, secondo l’Istat il 91% della popolazione guarda la tv e l’80,5% lo fa ogni giorno.

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