Le Perseidi sono uno spettacolo celeste che avviene ogni anno nella notte di San Lorenzo (10 agosto) a causa di una pioggia di stelle cadenti, giusto? No, sbagliato. Non si tratta di stelle ma di uno sciame meteorico composto da tante piccole meteore, cioè detriti rocciosi. La Terra attraversa questo sciame tra fine luglio e fine agosto, con un picco che cade non il 10 agosto bensì il 12 agosto.
Che cosa sono le Perseidi, le “stelle cadenti” per eccellenza
Innanzitutto, vale sempre la pena ricordare che pur essendo spesso indicato con il nome di "stelle cadenti", il fenomeno delle Perseidi non ha nulla a che vedere con le stelle che brillano tranquillamente nel cielo notturno: si tratta infatti di un effetto dovuto al passaggio attraverso l'atmosfera terrestre di minuscoli frammenti di roccia e polveri di origine spaziale che, nel loro movimento intorno al Sole, incrociano l'orbita della Terra.
Questi frammenti, detti meteoroidi, quando attraversano l'atmosfera del nostro pianeta, a causa della loro velocità bruciano in maniera spettacolare, lasciando dietro di sé una scia luminosa, detta meteora. In alcuni casi, se i frammenti sono sufficientemente grandi da non essere distrutti completamente dalle alte temperature sviluppate, riescono a sopravvivere al passaggio attraverso l'atmosfera, venendo poi ritrovati sulla Terra come rocce di origine spaziale, detti meteoriti. Si tratta quindi di un fenomeno "locale", che avviene nell'atmosfera del nostro pianeta, e non ha nulla a che fare con le stelle vere e proprie.
Alcune meteore si possono osservare quasi ogni notte, se ci allontaniamo dalle luci artificiali e lasciamo che i nostri occhi si abituino all'oscurità. Ma durante alcuni periodi, che ritroviamo ogni anno nelle stesse date, il numero di meteore che è possibile osservare aumento particolarmente, fino a cento meteore ogni ora. Si tratta degli "sciami meteorici": questo avviene quando la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, attraversa una zona di spazio in cui si trovano i frammenti di polvere persi da un corpo celeste minore, come una cometa o da un asteroide.
Per un effetto di prospettiva, le meteore che fanno parte di uno stesso sciame sembrano provenire tutte da una precisa zona del cielo, detta radiante. Ogni sciame di meteore prende quindi il nome della costellazione in cui si trovare il suo radiante: le Leonini dalla costellazione del Leone, le Geminidi da quella dei Gemelli, le Liridi dalla costellazione della Lira, e così via. Nel caso della pioggia di meteore di metà agosto, queste prendono il nome di Perseidi, dalla costellazione di Perseo.
Quando avvengono le Perseidi?
Esistono diverse tradizioni legate a questo sciame meteorico. In Italia sono chiamate come abbiamo detto "lacrime di San Lorenzo" e sono tradizionalmente legate alla figura del santo paleocristiano Lorenzo da Osca (Huesca), in Spagna. Secondo l'agiografia cattolica, Lorenzo fu uno dei diaconi di Roma, ucciso nel 257 durante una persecuzione ordinata dall'imperatore Valeriano, e viene ricordato nel calendario liturgico nella data del 10 agosto. Questa associazione, per quanto famosa, è comunque piuttosto recente, e risale all'Ottocento.
Infatti, in condizioni di visibilità ottimale, lo sciame meteorico delle Perseidi è visibile dal 17 luglio al 24 agosto, con il massimo in corrispondenza del 12 agosto, quindi 2 giorni dopo la tradizionale "notte di San Lorenzo". Tuttavia, a causa della differenza tra la durata dell'anno rispetto alla posizione del Sole (anno tropico, su cui si basa anche l'anno del calendario civile) e la durata dell'anno rispetto rispetto alle stelle lontane (anno siderale), la data dell'evento si sposta avanti di 1 giorno ogni 72 anni: il massimo delle Perseidi corrispondeva quindi alla "notte di San Lorenzo" tra il 10 e l'11 agosto circa 200 anni fa, in accordo con la prima descrizione scientifica del fenomeno fatta dall'astronomo belga Adolphe Quetelet nel 1836.
Da dove arrivano?
L'associazione tra le piogge di meteore e i frammenti derivanti da un corpo celeste minore in orbita intorno al Sole si deve invece all'astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli. Nel 1866, in seguito al passaggio della cometa Swift-Tuttle nel punto più vicino al Sole della sua orbita avvenuta pochi anni prima nel 1862, Schiaparelli notò un aumento del numero di meteore nello sciame delle Perseidi: attribuì questo fatto alla maggior perdita di materiale dalla cometa a causa del passaggio ravvicinato al Sole, e ipotizzò quindi in un carteggio con il collega Angelo Secchi il collegamento tra sciami meteorici ricorrenti e l'orbita di alcune comete.
In base a questa intuizione, fu possibile trovare associazioni tra altri sciami meteorici e oggetti minori del Sistema Solare, come le Leonidi e la cometa Tempel-Tuttle, le Liridi e la cometa Thatcher, le Geminidi e l'asteroide Fetonte, e le Eta Aquaridi e la cometa di Halley.
La cometa Swift-Tuttle (designazione ufficiale 109P/Swift-Tuttle) è una cometa periodica del Sistema Solare, appartenente alla stessa famiglia della cometa di Halley. Ha un diametro di 26 chilometri e un periodo di 133,28 anni, ed è stata individuata per la prima volta nel 1862 da Lewis Swift e da Horace Parnell Tuttle. La sua orbita è molto allungata, e la porta da una distanza dal Sole simile a quella della Terra (1 unità astronomica), fino ad una distanza di circa 50 volte superiore (51 unità astronomiche), superiore alla massima distanza di Plutone dal Sole.