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13 Dicembre 2023
12:58

In arrivo il picco di stelle cadenti di dicembre, le Geminidi: quando e come osservare

Pioggia di stelle cadenti: lo spettacolo nel cielo dello sciame meteorico delle Geminidi raggiungerà il suo picco nella notte tra il 13 e il 14 dicembre. L'osservazione delle “stelle cadenti” sarà favorita dalla Luna nuova.

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In arrivo il picco di stelle cadenti di dicembre, le Geminidi: quando e come osservare
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Credits: Dai Jianfeng/IAU OAE, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons.

Nella notte tra il 13 e il 14 dicembre, come ogni anno, lo sciame meteorico delle Geminidi – uno dei più intensi dei mesi invernali – raggiungerà il suo picco massimo di intensità. Occhi puntati al cielo dunque per osservare la pioggia di stelle cadenti di dicembre, regalandoci uno spettacolo tra i più affascinanti del periodo invernale.

Lo sciame delle Geminidi è attivo dai primi di dicembre e durerà ancora qualche giorno, ma il momento migliore per osservare lo spettacolo sarà nella notte tra il 13 e il 14 dicembre, con un massimo teorico di ben 120 meteore all'ora, maggiore rispetto al più famoso sciame estivo delle Presiedi, le “stelle di San Lorenzo” che adornano i cieli di agosto.

Quest'anno è particolarmente indicato per l'osservazione di questo sciame dal momento che la Luna nuova renderà il cielo particolarmente buio.

Cos'è lo sciame meteorico delle Geminidi

Quelle comunemente note come “stelle cadenti” si chiamano tecnicamente meteore. Si tratta di piccoli detriti rocciosi (tipicamente delle dimensioni di qualche millimetro) prodotti dalla disgregazione di corpi minori del Sistema Solare come comete o asteroidi. I detriti che rimangono lungo l'orbita della Terra attorno al Sole vengono regolarmente intercettati dal passaggio del nostro pianeta: ecco che quindi vengono catturati dalla gravità e, cadendo, si scaldano per via dell'attrito con l'atmosfera al punto da bruciare a qualche decina di chilometri di quota. Le scie luminose che vediamo sono proprio il risultato del bruciamento in atmosfera di questi piccoli detriti.

Nel caso delle Geminidi, il corpo progenitore dello sciame (cioè il corpo che disgregandosi ha prodotto i detriti che compongono lo sciame) è l'asteroide 3200 Phaethon (in italiano Fetonte), un corpo di circa 5 chilometri che probabilmente è una cometa estinta, ovvero una cometa che non ha più a disposizione materiale volatile per produrre una chioma e una coda.

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L’orbita di 3200 Phaethon. Credits: Mungany, via Wikimedia Commons.

Il nome Geminidi deriva dal fatto che il radiante dello sciame, cioè il punto del cielo da cui sembrano partire le “stelle cadenti”, si trova nella costellazione dei Gemelli, per la precisione nei pressi della stella Castore, la più luminosa della costellazione.

Come osservare lo spettacolo delle Geminidi

Se volete sfidare il freddo invernale per godervi lo spettacolo delle Geminidi, sappiate che è perfettamente osservabile a occhio nudo. Il picco delle meteore è previsto verso le 2:00 del mattino nell'area di cielo attorno alla costellazione dei Gemelli, ma si potranno osservare meteore a tutte le ore e in ogni regione del cielo. Se volete trovare più facilmente la costellazione potete utilizzare una delle tante app di mappe celesti disponibili gratuitamente. Quest'anno l'osservazione delle Geminidi sarà particolarmente fortunata per via del fatto che la Luna non sarà presente nel cielo (Luna nuova), quindi non ci sarà il suo “disturbo luminoso”.

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Schema della costellazione dei Gemelli. Castore è la “testa” del “gemello” di destra.

Le Geminidi dureranno ancora un secolo

Chiudiamo con una curiosità: tra circa un secolo lo sciame delle Geminidi non esisterà più. A ogni passaggio terrestre, numerosi frammenti vengono disintegrati regalandoci lo spettacolo delle “stelle cadenti”. Questo però significa che gli sciami meteorici si consumano gradualmente. Per quanto riguarda le Geminidi, gli astronomi hanno infatti previsto che nell'arco di 100 anni lo sciame sarà esaurito: chi ci sarà non potrà assistere allo spettacolo!

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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