Ormai lo sappiamo tutti: le microplastiche sono presenti un po' ovunque, nell'acqua potabile, negli animali, nel suolo e anche nel nostro corpo. Spesso però tendiamo a considerarle come qualcosa di sicuramente pericoloso e dannoso per la salute umana. C'è da sottolineare però che gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che i dati relativi all'esposizione umana non sono ancora sufficienti (in termini di quantità e qualità) per dire con certezza che tutte le microplastiche siano dannose per il nostro organismo: servono prove scientifiche più solide con studi più grandi.
Attenzione: questo non significa che le microplastiche non abbiano effetti sulla salute; tali effetti possono essere legati all'accumulo negli organi, alla loro composizione chimica e ai microrganismi trasportati. Vediamo cosa dicono i dati disponibili in letteratura.
Come le microplastiche agiscono nel nostro corpo
Le microplastiche possono avere un effetto sul nostro corpo e dunque essere più o meno dannose in base a 3 principali parametri: dimensioni, composizione chimica e presenza di microrganismi.
Dimensioni delle microplastiche
Le microplastiche possono avere dimensioni variabili, con grandezza tra 1 µm e 5 mm. Le particelle più piccole di 150 µm (includendo quindi anche le nanoplastiche, cioè quelle più piccole di 1 µm) possono essere assorbite dall'intestino e distribuite attraverso il sistema circolatorio in tutto il corpo, mentre quelle più grandi tendenzialmente non vengono assorbite.
Gli studi preliminari hanno dimostrato che queste particelle possono accumularsi nei reni, nel fegato e nell'intestino: gli effetti prevalenti sono irritazione e infiammazione intestinale, ma anche stress ossidativo, problemi metabolici e danni al sistema neurologico e immunitario.
Composizione chimica delle microplastiche
le microplastiche possono essere composte da diverse tipologie di polimeri sintetici come ad esempio polipropilene (PP), il polietilene (PE) e il polietilentereftalato (PET) o semisintetici come il rayon e il cellophane. La superficie di questi polimeri può assorbire diversi contaminanti come i policlorobifenili (PCB), i ritardanti di fiamma bromurati, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), i pesticidi, i plasticizzanti o i coloranti. Si può quindi capire come ci siano tantissime variabili in gioco.
Molte di queste sostanze, però, sono sulla carta dannosi per il sistema endocrino e possono causare problemi alla gravidanza. Ad ogni modo, l'OMS suggerisce "un basso rischio di tossicità da questi contaminanti legato alle microplastiche". Questo probabilmente perché la quantità rilasciata è molto bassa. Servono comunque ulteriori studi di approfondimento.
Microrganismi sulle microplastiche
Possiamo considerare le microparticelle di plastica come delle "navicelle" che possono ospitare sulla loro superficie diversi microrganismi: possono trasportare batteri, virus e funghi e diventare quindi veicoli per la loro trasmissione. Per esempio, Escherichia coli, Bacillus cereus e Stenotrophomonas maltophilia sono dei batteri che si possono trovare sulle microplastiche e che potrebbero causare infezioni e malattie.
Le microplastiche sono realmente pericolose per l'uomo?
La risposta quindi è "dipende": a priori non possiamo concludere che tutte le microplastiche siano pericolose per il nostro organismo. Dipende sempre dalla dose e dalla tipologia di particelle ingerite, dalla composizione, dalle dimensioni e dalle proprietà generali.
Il tema "microplastiche" rimane comunque molto importante: sono in corso studi molto più approfonditi per riuscire ad avere un quadro il più completo possibile.