Nuotare in uno dei mari più salati del mondo potrebbe rivelarsi un’avventura piuttosto complicata da portare a termine. Sì, perché nel Mar Morto, a causa dell’elevata salinità, più che nuotare…si galleggia! Siamo certi che molti di voi avranno già fatto questa meravigliosa esperienza e, attraverso questo articolo, vogliamo cogliere l’occasione per raccontarvi tutto su un luogo della Terra davvero particolare.
Dove si trova il Mar Morto
Il Mar Morto copre un’area di 600km² e si trova nella zona centrale della Valle del Giordano, a cavallo tra Giordania, Israele e Cisgiordania, nella depressione più profonda del Pianeta, che corrisponde alla parte settentrionale della Rift Valley africana. Pensate che le sue rive si trovano a circa 400 metri sotto il livello del mare, e questo conferisce al Mar Morto il primato di essere il bacino più basso esistente sulla Terra.
Comunemente descritto come il mare più salato del mondo, il Mar Morto è in realtà un lago terminale. Come accade nel caso del Mar Caspio, il lago salato più grande al mondo, anche il Mar Morto non ha emissari ma solo immissari, cioè fiumi che sfociano al suo interno, e per questo motivo viene definito un bacino endoreico. Tra gli immissari troviamo il fiume Giordano e il fiume Arnon, conosciuto anche come Wadi Mujib, e decine di sorgenti e piccoli ruscelli.
Inoltre, sebbene sia uno dei corpi idrici più salati del mondo, non è al primo posto per salinità. A contendersi il primato, infatti, ci sono il Lago Vanda in Antartide (35%), il Lago Assal (Gibuti) (34,8%), la Laguna Garabogazköl nel Mar Caspio (fino a 35%) e alcuni stagni e laghi ipersalini delle valli secche McMurdo in Antartide (come lo stagno Don Juan (44%).
Quanto è salato il Mar Morto?
Moltissimo. Fino al 35% circa, circa dieci volte la salinità media mondiale. In un litro d’acqua del Mar Morto, infatti, sono disciolti fino a 350 grammi di sale! L’acqua è tanto salata a causa della posizione geografica e della mancanza di emissari che inevitabilmente determinano una forte evaporazione, e aumenta all’aumentare della profondità. Le acque in superficie, infatti, risultano essere meno salate di quelle del fondo, anche a causa degli immissari che portano acqua dolce che non arriva agli strati sottostanti, più densi. Oltre i 100 metri, infatti, il sale precipita e si accumula rendendo il Mar Morto un ambiente inospitale per la maggior parte delle forme di vita.
C’è vita nel Mar Morto?
L’estrema salinità delle acque del Mar Morto non permette ad animali e piante di sopravvivere. Non vi è traccia di alghe e neanche dei microrganismi estremofili che talvolta riescono a farsi spazio anche nei luoghi più difficili della Terra. Però c’è un però. Uno studio del 2010 ha messo in evidenza la presenza di una comunità di Archea – archeobatteri appartenenti alla famiglia Halobacteriaceae – in grado di sopravvivere.
Curiosità: occasionalmente, a causa di particolari periodi di piena, il fiume Giordano riversa nel Mar Morto un quantitativo di acqua dolce superiore alla media. Essendo acqua meno densa di quella sottostante – perché meno salata -, forma una sorta di strato isolato che può permanere anche per qualche anno. Quando questo accade si parla di regime, o lago, meromittico e si assiste a una importante fioritura algale costituita da alghe verdi unicellulari come quelle del genere Dunaliella che, essendo ricca di carotenoidi, tinge di rosso le acque del mare.
Nelle acque del Mar Morto, infine, vivono diverse specie di funghi, alcune di esse presenti durante tutto l’anno in maniera piuttosto stabile. Sono Aspergillus sydowii, Aspergillus versicolor, Eurotium herbariorum, Cladosporium cladosporioides, e Cladosporium sphaerospermum. Sono state ritrovate nel mare anche in estate e a grandi profondità, sebbene il termoclino (cioè lo stato di transizione tra le acque più superficiali e quelle più profonde, determinato dalle temperature-)si riteneva agisse da barriera, limitando lo spostamento delle spore dalla superficie al fondo.
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