In Italia, come nel resto del mondo, musica è sempre più sinonimo di streaming: i servizi in abbonamento o sostenuti dalla pubblicità infatti continuano a registrare dati al rialzo anno dopo anno. L'industria musicale rappresenta un settore da oltre 25 miliardi di dollari all'anno e gli utenti che scelgono le piattaforme di streaming in abbonamento – come Spotify, Apple Music, Deezer e così via – per fruire dei contenuti musicali risultano in continua crescita.
Lo streaming in Italia, gli abbonamenti in crescita del 18,2%
La musica in streaming, grazie alla sua diffusione capillare tra gli utenti, rappresenta oggi la principale fonte di entrate per artisti e case discografiche. Nell'ultimo bilancio tracciato (primo semestre 2023) dal FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) lo streaming si è confermato uno dei principi traino dell'industria. Nel report si legge:
Il bilancio dei primi sei mesi dell'anno per il mercato della musica registrata in Italia è senz'altro positivo: segna infatti una crescita complessiva del 14,2%, con un fatturato di oltre 175 milioni di euro (dati Deloitte per FIMI).
È il comparto streaming a dominare lo scenario italiano, raggiungendo quota 139 milioni per una crescita complessiva del 16%, con il segmento in abbonamento che da solo segna +18,2%. Salgono anche i ricavi della fascia ad-supported audio, su del 22,9%, mentre si registra una lieve flessione per i ricavi da video streaming pari a –0,5%.
Negli USA lo streaming rappresenta l'84% del mercato musicale
Che lo streaming rappresenti, anche a livello mondiale, il principale mezzo di consumo musicale lo conferma anche il RIIA (Recording Industry Association of America) che si occupa principalmente di monitorare l'andamento del mercato a stelle e strisce. In riferimento allo stesso semestre analizzato dal report del FIMI emerge come le entrate del settore musicale siano attribuibili come segue:
- 84% dal settore dello streaming
- 11% dalle vendite fisiche (CD e vinili)
- 3% da download digitali
- 3% da Synch, ovvero contenuti nei quali i brani musicali vengono combinate con dei video (film, serie TV, videogiochi ecc.)
Grazie ai prezzi contenuti delle piattaforme di streaming, inoltre, sempre più utenti accettano di pagare una membership premium mensile o annuale per fruire di musica senza interruzioni pubblicitarie. Se prendiamo i dati pubblicati da RIAA, infatti, notiamo come negli USA gli utenti premium di queste piattaforme siano cresciuti di oltre il 60% negli ultimi 4 anni.