Come fanno i narcotrafficanti per trasportare droghe, in particolare cocaina, dal Sudamerica alla Spagna e all'Unione Europea senza essere scoperti? Da circa due decenni utilizzano anche sottomarini o semi-sommergibili artigianali, capaci di contenere fino a qualche tonnellata di stupefacenti. L'ultimo ritrovamento è avvenuto lunedì 13 marzo 2023 in Galizia, nelle acque della Ría de Arousa (la ría è un'insenatura simile a un fiordo), più precisamente a un miglio dalla costa delle cittadine di Vilaxoán e Vilagarcía (siamo nel nord-est del Paese).
Il semi-sommergibile è stato notato alla deriva da un pescatore, incuriosito da una parte emersa dell'imbarcazione, che ha subito avvertito le autorità competenti. Sono così intervenute la Polizia di Stato e il Servizio di Sorveglianza Doganale spagnole, nonché la Guardia Civil, uno dei corpi della forza di gendarmeria europea. Il narco-sottomarino, di circa 15 metri di lunghezza, al momento sembra essere vuoto, anche se gli investigatori hanno stimato potesse contenere circa 5 tonnellate di cocaina.
Ora verrà il tempo del recupero del mezzo e delle indagini, connesse peraltro al ritrovamento recente di due motoscafi abbandonati sulle coste galiziane, che potrebbero essere serviti proprio per recuperare il carico di droga dal semi-sommergibile. Di seguito, sintetizziamo altri casi di narco-sottomarini trovati in Spagna negli ultimi anni e vediamo anche quanto è rilevante il fenomeno in America.
I narco-sottomarini ritrovati in Spagna nel 2006 e 2019
Il semi-sommergibile individuato lunedì 13 marzo è il terzo ritrovamento in Spagna (sempre in Galizia) da quasi due decenni. Il 13 agosto 2006 fu recuperata al largo della città di Vigo un batiscafo artigianale, realizzato in acciaio e lungo circa 12 metri, in grado di trasportare una tonnellata di droga. Era la prima volta che veniva trovata un'imbarcazione del genere in Spagna, nonostante l'uso assodato di sommergibili per il narcotraffico in America. Le successive indagini portarono a vari arresti.
Il secondo ritrovamento avvenne nel novembre 2019 al largo del paese di Aldán, sempre in Galizia. Il semi-sommergibile in questo caso era lungo 20 metri e al suo interno furono ritrovate 3 tonnellate di cocaina.
In realtà c'è una differenza tra questi due primi narco-sottomarini e quello appena ritrovato. In questo caso, infatti, il mezzo era progettato solo per raggiungere una nave ancorata al largo delle coste spagnole, recuperare la droga e portarla sul continente europeo. Nel 2006 e 2019, invece, i due semi-sommergibili erano stati realizzati per compiere direttamente la tratta Sudamerica-Europa, attraversando l'oceano Atlantico.
Il narcotraffico sottomarino in America
L'uso di sommergibili o imbarcazioni simili per trasportare illegalmente droga in America è noto da tempo ed è sempre più frequente. I cartelli della droga colombiani o brasiliani (tra i tanti), infatti, iniziarono a fare uso di semi-sottomarini almeno dai primi anni Duemila per portare stupefacenti in Messico e negli Stati Uniti. Lo scopo era ed è non essere intercettati dai radar, dai sonar e dai sistemi a infrarossi usati dalla guardia costiera e dalle forze armate dei due Paesi.
Oggigiorno i mezzi costruiti e utilizzati sono sempre più grandi (fino a oltre 30 metri di lunghezza), capienti, sofisticati e tecnologici. Arrivano a costare fino a qualche milione di euro, un investimento costoso che però rientra nei costi sostenuti dai criminali grazie alle entrate ottenute dai traffici illegali. Un fenomeno in espansione, addirittura, è il noleggio di questi mezzi. Sono nate, infatti, delle vere e proprie organizzazioni dedite alla progettazione e costruzione di semi-sommergibili e al loro noleggio ai cartelli dei narcotrafficanti.
Per concludere e darvi un idea dei volumi di cui stiamo parlando, in base ai dati e alle indagini della DEA (Drug Enforcement Administration), l'agenzia statunitense che applica le politiche sulle droghe, più del 60% della cocaina in arrivo negli Stati Uniti a partire dall'America del sud viene trasportata a bordo di narco-sottomarini e le agenzie governative incaricate di contrastare questo tipo di traffici riesce a intercettare solo un quarto delle imbarcazioni.