Dopo il via libera ricevuto dalla Food and Drug Administration (FDA) alla sperimentazione su pazienti umani dei chip prodotti dalla società Neuralink, fondata da Elon Musk, l'azienda cerca volontari per partecipare al programma PRIME che prevede l'installazione mediante un robot chirurgico dell'impianto in grado di registrare comandi provenienti direttamente dal cervello. In questo articolo scopriamo la tecnologia che sta dietro l'impianto, come dovrebbe avvenire la sua installazione nel cervello umano e quali utilizzi potrà avere in campo medico.
Lo scopo dell'impianto di Neuralink
L'impianto N1 è una Brain Computer Interface (BCI), cioè un dispositivo indossabile in grado di interfacciarsi con il cervello umano analizzando gli impulsi nervosi e inviando/ricevendo informazioni digitalizzate comunicando con un dispositivo esterno. Il dispositivo che viene impiantato è composto da due componenti:
- i Threads, cioè elettrodi filamentosi 20 volte più sottili di un capello umano che vengono innestati nel cervello e registrano l'attività cerebrale;
- il Link, cioè il guscio che contiene il chip in grado di ricevere gli impulsi elettrici dai threads impiantati all'interno del cranio, codificarli e inviarli a un dispositivo esterno.
Questi dispositivi potrebbero consentire a persone con particolari disabilità fisiche di controllare dispositivi e apparati tecnologici solo con il pensiero, aumentando la loro indipendenza e autonomia. Tecnologie come quella in oggetto potrebbero, in un futuro, consentire a un paziente paralizzato di controllare facilmente la propria sedia a rotelle, o utilizzare dispositivi come smartphone e tablet autonomamente tramite comandi impartiti con il pensiero.
L'apertura del programma PRIME
Con l'apertura al programma PRIME Study (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) l'azienda cercherà di comprendere il livello di sicurezza dell'operazione chirurgica di impianto del chip N1. Per effettuare l'operazione verrà impiegato un robot chirurgo denominato R1, equipaggiato con un ago più sottile di un capello umano, che installerà all'interno del cranio del paziente i threads.
Per accedere al programma è necessario rispettare alcuni requisiti clinici:
- avere quadriplegia (funzionalità limitata in tutti e quattro gli arti) a causa di lesioni del midollo spinale o sclerosi laterale amiotrofica (SLA) con almeno 1 anno dall'infortunio senza miglioramento;
- avere almeno 22 anni di età;
- avere una figura che svolga il ruolo di caregiver.
Come verranno impiantati i chip di Neuralink
La necessità di utilizzare un robot per le applicare i thread deriva dal fatto che questi sono talmente sottili che un operatore umano, per quanto preciso, non riuscirebbe a maneggiarli nella maniera corretta. Il robot chirurgo R1 è composto di 3 parti:
- la base, che sostiene la testa del robot e implementa motori che consentono il movimento su tutti e 3 gli assi consentendo di posizionare l'ago nella posizione perfetta;
- la testa, dotata di 5 telecamere e numerosi sensori, implementa la tomografia ottica a coerenza di fase (Optical Coherence Tomography) per monitorare una serie di sezioni trasversali di spazio tridimensionale del tessuto biologico;
- l'ago, cioè l'elemento che preleva, posiziona e rilascia i threads all'interno del cranio del paziente.
Il robot è stato progettato, sviluppato e realizzato da Neuralink in collaborazione con l'azienda di Vancouver Woke Studios. A questo proposito, Neuralink dichiara:
Durante lo studio, il robot R1 verrà utilizzato per posizionare chirurgicamente i fili ultrasottili e flessibili dell'impianto N1 in una regione del cervello che controlla l'intenzione del movimento. Una volta posizionato, l'impianto N1 è esteticamente invisibile ed è destinato a registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un'app che decodifica l'intenzione del movimento. L'obiettivo iniziale della nostra BCI è garantire alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero.