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16 Agosto 2023
14:30

Parchi eolici in mare, come funziona il futuro offshore dell’energia del vento

Le turbine eoliche off-shore sono aerogeneratori che sfruttano i venti presenti in mare per la produzione di energia elettrica.

A cura di Cesare Negro
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Parchi eolici in mare, come funziona il futuro offshore dell’energia del vento
eolico offhsore

Che in mare soffi buon vento non è certo una novità – specie per un popolo di navigatori come il nostro. Ma l’abilità di trarne energia eolica è una conquista piuttosto recente: stiamo parlando del cosiddetto eolico off-shore. Vediamo in cosa consiste, dove si trova e quali sono le sue principali caratteristiche.

Come funziona l'eolico off-shore

Cominciamo dal nome "off-shore", che significa letteralmente "fuori costa". Si tratta di gigantesche “girandole” – come quelle che da bambini/e avrete forse piantato in un vaso in balcone per intenderci – che “poggiano” però sul mare e attraverso le quali riusciamo a produrre energia elettrica. Diamo alle cose il giusto nome: non parleremo di girandole, ovviamente; ma di pale o turbine eoliche (chiamate anche aero-generatori).

Di turbine eoliche off-shore ne esistono di due tipi principali: bottom fixed o galleggianti. Le prime hanno fondamenta direttamente poggiate sul fondale e sono adatte ad acque poco profonde (circa, al massimo, 50 metri). Le seconde galleggiano sorrette da particolari strutture, ancorate al fondale attraverso apposite catene. Questo secondo tipo può essere installato anche dove le profondità marittime sono maggiori, quindi a distanze dalla costa ben più interessanti. In entrambi i casi gli impianti sono collegati alla rete elettrica attraverso cavi sottomarini e sono monitorati attraverso software dedicati, che ne consentono il comando da remoto.

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Le turbine galleggianti

L’ultima frontiera della tecnica, quando parliamo di energia del vento come tecnologia pulita alternativa alle fonti fossili, sembra essere proprio quella di emanciparsi dal fondale. Ad oggi sono tre i principali modelli di turbine eoliche galleggianti esistenti:

  • Ad asta (Spar)la turbina è inserita in un lungo e profondo tubo zavorrato interamente sommerso e ancorato al fondale, galleggia in posizione verticale;
  • Semisommergibile (Semi-Submersible) → la turbina poggia su un telaio triangolare d’acciaio semi sommergibile. In uno dei vertici di questo triangolo troviamo la turbina vera e propria, agli altri due dei pesi che bilanciano la struttura;
  • A gamba in tensione (TLP – Tension Leg Platform) → la turbina poggia su una struttura in acciaio o in cemento sommersa, che ricorda la forma di una stella marina, stabilizzata da cavi ancorati al fondale. La lunghezza dei cavi è infatti regolabile in tempo reale, grazie all’azione di sensori che identificano l’intensità del vento e l’attività del moto ondoso.
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Credit: Virtuosity

Perché si usa l'eolico off-shore?

Perché grazie a questo tipo di tecnologia riusciamo a costruire turbine di dimensioni maggiori e perciò a produrre molta più energia. L’attuale primato tecnologico è detenuto dalla compagnia cinese Myngyang Smart Energy, che nel 2021 ha prodotto una turbina eolica offshore alta 264 metri – 46 metri in più del grattacielo più alto d’Italia, l’UniCredit Tower in piazza Gae Aulenti a Milano. La MySE 16.0-242 ha una potenza di 16 megawatt – è in grado di sprigionare cioè, in un secondo, la stessa energia di ventuno monoposto di formula uno, prendendo come riferimento la Ferrari F1-75 di Leclerc – e in un anno può dare energia a più di 20 mila abitazioni. Più ci si allontana dalla costa, è bene tenere a mente, più il vento è potente e costante infatti – così come la produzione di energia che ne consegue.

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I vantaggi dell'off-shore eolico

Guadagnare distanza dalla terraferma permette inoltre di ovviare a una delle obiezioni storicamente più disincentivanti contro questa fonte energetica: l’impatto paesaggistico. Basti pensare che un impianto di media grandezza installato a una dozzina di chilometri dalla costa avrebbe nel campo visivo una dimensione di appena un centimetro e mezzo – quanto la falange di un dito indice all’incirca.

Anche gli impatti sull’ecosistema marino sono ridotti e si concentrano per lo più nelle fasi di costruzione e installazione delle turbine. I modelli di aerogeneratori ancorati al fondale, si è osservato, possono diventare addirittura zone di ripopolamento di flora e fauna marine. L’abbondanza di aree sfruttabili grazie alla tecnologia galleggiante permette invece di evitare intersezioni con le rotte degli uccelli migratori – che sfruttando le correnti per i loro viaggi potrebbero impattare contro le pale. Da alcuni studi condotti su impianti già esistenti in nord Europa, le strutture su cui tali impianti poggiano formano inoltre un habitat adatto alla riproduzione di microrganismi, alghe e invertebrati, che a loro volta attirano altre specie. Cozze, ostriche, ma anche foche, merluzzi e alcuni cetacei – protetti anche dall’interdizione alla pesca e alla navigazione nelle aree di installazione delle turbine – trovano non solo rifugio ma anche la possibilità di nutrirsi e ripopolarsi.

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La situazione in Europa e nel mondo

Dai dati dell’ultimo rapporto annuale disponibile del World Energy Council nel 2021 il 22,5% di nuovi impianti per la produzione di energia è stato rappresentato da installazioni di tipo eolico off-shore – per un totale di 21.1 gigawatt di potenza (ventisettemila settecentosessanta monoposto di cui sopra). La nazione che sopra ogni altra sta investendo su questa tecnologia è – poco sorprendentemente – proprio la Cina, che del totale delle nuove installazioni del 2021 ne detiene la stragrande maggioranza (80%), seguita da Regno Unito (c.a. 11%), Vietnam (3,7%) e Danimarca (2,9 %).

Nuovi impianti 2021 | WEC

In Italia l'unico impianto attivo di questo tipo è stato inaugurato il 21 aprile del 2022 nel Mar Grande di Taranto – quattordici anni dopo la nascita del progetto – e molti impianti simili attendono le necessarie autorizzazioni a partire.

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