La scrittura araba viene realizzata da destra a sinistra per motivazioni religiose, storiche, culturali ma anche per ragioni pratiche. Secondo una diffusa interpretazione religiosa, nel mondo musulmano si crede che ogni azione debba iniziare con la mano destra, simbolo di virtù e giustizia, mentre la mano sinistra rappresenterebbe il male. Questa tradizione non riguarda solo la scrittura, ma si estende a gesti quotidiani come mangiare o stringere la mano. Tuttavia, l'orientamento da destra verso sinistra della scrittura araba ha radici più profonde, che affondano nella storia delle civiltà antiche.
Origini storiche della scrittura da destra a sinistra
L'orientamento della scrittura araba deriva direttamente dall'aramaico, una lingua semitica antichissima. Per comprendere a fondo l'origine di questa pratica, è utile però fare un passo indietro e guardare al popolo dei Fenici. Intorno al 1000 a.C., i Fenici abbandonarono il sistema cuneiforme mesopotamico, che era inciso con uno stilo su tavolette di argilla, e adottarono un nuovo sistema di scrittura, l'alfabeto lineare. Questo alfabeto, più flessibile e rapido da utilizzare, veniva scritto su materiali leggeri come la pergamena o il papiro, ed era tracciato da destra a sinistra. In un primo tempo disponevano le lettere a serpentina, muovendosi da destra a sinistra e senza interruzione, ripartendo da sinistra a destra e via di seguito, secondo un tipo di scrittura detto bustrofedica, poi abbandonata.
La scelta di scrivere da destra verso sinistra potrebbe essere stata pratica, poiché gli scrivani, che usavano strumenti come il calamo, trovavano più semplice evitare di sbavare l'inchiostro tracciando i segni in questo modo. Inoltre, la direzione destra-sinistra faciliterebbe la lettura, dato che gli scriba del Medio Oriente srotolavano il loro papiro verso sinistra, mentre scrivevano con la mano destra. In più, la direzione della scrittura dipenderebbe anche dal modo in cui si usava lo strumento: piuma, pietra o calamaio che fosse; a seconda che si posasse la propria mano o meno sul supporto, che si scalfisse per punti o che si usasse un liquido come per gli inchiostri. Scrivere da sinistra verso destra, infatti, avrebbe comportato il rischio di passare la mano fresca di inchiostro sopra i caratteri appena scritti.
L'alfabeto arabo e la sua evoluzione
L'alfabeto arabo, adottato intorno al IV secolo d.C., è direttamente collegato a quello aramaico, non solo per l'orientamento, ma anche per la struttura fonetica e la forma delle lettere. Questo alfabeto è composto da 28 lettere di base, a cui si aggiunge la ḥamza, che rappresenta un suono glottidale. Ogni lettera può assumere forme diverse a seconda della sua posizione nella parola: iniziale, mediana, finale o isolata. Questo rende la scrittura araba non solo uno strumento di comunicazione, ma anche una forma d'arte, specialmente nella calligrafia, che ha un posto di rilievo nella cultura islamica.
Un altro aspetto interessante della scrittura araba è la sua natura consonantica. Le vocali brevi non vengono di solito scritte, ma sono indicate attraverso segni diacritici. Questo sistema si chiama abjad, e differisce dall'alfabeto tradizionale usato in lingue come l'italiano, dove ogni lettera rappresenta un suono vocalico o consonantico. La mancanza di vocali scritte è un tratto comune a molte scritture semitiche antiche, come l'ebraico e il siriaco, anch'esse orientate da destra verso sinistra.
Oltre alla spiegazione religiosa e a quella pratica legata alla scrittura con strumenti come il calamo, ci sono teorie che collegano l'orientamento da destra verso sinistra alle modalità cognitive dell'antichità. Alcuni studiosi ritengono che le prime forme di scrittura umana fossero influenzate dall'osservazione dei movimenti celesti o dall'orientamento naturale del corpo umano. Anche se queste ipotesi non sono ampiamente accettate, è interessante notare come l'orientamento della scrittura abbia una forte connessione con il contesto culturale e geografico delle civiltà che l'hanno sviluppata.
Dal sistema fenicio derivò l’aramaico, una lingua diffusa dall'Egitto fino al Pakistan e parlata per quasi 900 anni. L’aramaico, scritto anch’esso da destra verso sinistra, si consolidò come lingua franca delle popolazioni semitiche (arabi, ebrei, aramei, assiri, cananeo-fenici), intendendo quella parlata da popolazioni antiche e moderne dell'Asia sud-occidentale e dell'Africa settentrionale, che influenzò notevolmente altre lingue e culture della regione.
La scrittura araba, sviluppatasi nel contesto della penisola arabica e dell'impero islamico, si diffuse rapidamente con l'espansione dell'Islam, raggiungendo gran parte del mondo mediterraneo e oltre. Oggi, è utilizzata anche per lingue come il persiano, l'urdu, il curdo e il pashto. La sua adozione in così tanti contesti è la testimonianza della sua flessibilità e della sua importanza culturale.