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12 Giugno 2025
7:00

Perché i capi bianchi tendono a ingiallire e come prevenirlo

L’ingiallimento del cotone è causato dall’ossidazione della cellulosa, che può essere indotta dall'ossigeno o da altri contaminanti esterni. Si può prevenire con condizioni ambientali controllate e trattamenti specifici, tra cui anche metodi naturali come l'applicazione di acido acetico o acido citrico.

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Perché i capi bianchi tendono a ingiallire e come prevenirlo
Colletto ingiallito

L'ingiallimento che talvolta notiamo su maglie e camicie di cotone è dovuto a una reazione tra le fibre di cellulosa di cui è composto il cotone e l'ossigeno presente nell'aria. Il cotone, infatti, una delle fibre naturali più conosciute e utilizzate per gli indumenti, è ricavato da piante del genere Gossypium ed è formato quasi esclusivamente da cellulosa, un polimero costituito da lunghe catene di glucosio, e se esposto all'aria, subisce un lento processo di ossidazione che altera la sua struttura chimica, causando un progressivo ingiallimento. Un secondo meccanismo di ingiallimento, detto fenolico, è causato da altre molecole presenti, per esempio, nelle borse di plastica usate per confezionare i tessuti: anch'esse reagiscono con molecole presenti nell'atmosfera generando composti giallastri.

Per prevenire entrambi i tipi di ingiallimento è importante limitare l’esposizione alla luce solare e all’umidità. Studi scientifici hanno dimostrato che trattare i tessuti con appositi composti leggermente acidi anche naturali (come l'acido acetico o l'acido citrico) aiuta a mantenere stabile un pH sfavorevole alla formazione dei composti responsabili dell’ingiallimento.

Le cause dell'ingiallimento: l’ossidazione della cellulosa e i contaminanti esterni

Esposta all'aria, la cellulosa subisce un lento processo di ossidazione: reagendo con l'ossigeno atmosferico (O2) si vengono a formare dei nuovi gruppi di atomi lungo la catena. Per esempio, durante queste reazioni, i gruppi ossidrilici (–OH) si trasformano in gruppi carbonilici (–C=O), che hanno hanno la capacità di riflettere e assorbire diverse lunghezze d'onda della luce, conferendo al tessuto una tonalità giallastra.

Immagine
Struttura molecolare della cellulosa Credit: Vicente Neto, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

In altri casi, sono i materiali di confezionamento, come buste di plastica, che reagiscono con composti presenti nell'atmosfera, formando composti giallastri che si depositano sul tessuto, ingiallendolo quindi per contatto. Si tratta nella maggior parte dei casi di molecole fenoliche come il BHT (butilidrossitoluene), usato come antiossidante nelle pellicole di protezione dei tessuti: queste reagiscono con ossidi di azoto presenti nell'aria, formando nuovi composti (come il nitrobenzene) che colorano di giallo il cotone. Questo fenomeno è conosciuto con il nome di ingiallimento fenolico.

Notate come nel primo caso avvenga l'ossidazione diretta delle fibre di cellulosa, mentre invece il secondo fenomeno dipende solo da contaminanti esterni.

Come prevenire l'ingiallimento del cotone

Per prevenire l'ingiallimento del cotone bisogna innanzitutto evitare situazioni drastiche che possano favorire o accelerare le reazioni di ossidazione, come l'esposizione prolungata alla luce solare o all'umidità.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Louisiana State University, si può impedire il processo di ingiallimento fenolico trattando le fibre di cotone tramite l'impiego di agenti neutralizzanti (anche naturali, come l'acido acetico o l'acido citrico) e di ammorbidenti o prodotti appositi: in questo modo modifichiamo le condizioni di pH del tessuto rendendole sfavorevoli alla formazione dei composti giallastri e mantenendo il cotone visivamente più bianco nel tempo.

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