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5 Maggio 2024
7:00

Perché ci viene voglia di “stritolare” i cuccioli di coccole? Cos’è la “cute aggression”

Secondo i ricercatori, la “cute aggression” ("aggressività tenera”) è il tentativo del cervello di autoregolarsi di fronte a un’emozione intensa, e probabilmente è un adattamento evolutivo che si è sviluppato per far sì che ci prendiamo cura di queste piccole creature.

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Perché ci viene voglia di “stritolare” i cuccioli di coccole? Cos’è la “cute aggression”
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Quando avete di fronte dei cuccioli teneri e indifesi, dei neonati che fanno tenerezza o degli animali che suscitano istinti di cura e protezione vi viene voglia di “stritolarli” di abbracci o “ammazzarli di baci”? Esiste un termine scientifico per descrivere questa risposta comportamentale, la cute aggression, ossia "aggressività tenera", coniato a seguito di uno studio pubblicato nel 2018 su Frontiers in Behavioral Neuroscience. Davanti a qualcosa che riteniamo tenero ci saltano in testa pensieri aggressivi, ma dati dai sentimenti positivi che ci provoca lo stimolo: "Voglio stritolarlo/strizzarlo/finirlo di baci/mordicchiargli le orecchie!".

Già nel 2015 i ricercatori della Yale University avevano pubblicato una ricerca che metteva in relazione le risposte aggressive (energici abbracci al limite dello stritolamento, baci a raffica, piccoli finti morsi affettuosi) e le emozioni travolgenti. Secondo lo studio la nostra reazione davanti a certi stimoli (pelosi o meno) sarebbe provocata dall’intensità delle emozioni positive più che dagli stimoli stessi.

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Ma… perché questo fenomeno accade? Può essere misurato a livello di attività cerebrale? A questo proposito le risposte sono arrivate grazie allo studio di Frontiers in Behavioral Neuroscience. La ricerca ha evidenziato come davanti a certi stimoli il cervello si trovi su "un'altalena neurochimica", che nel tentativo di ritrovare un equilibrio manifesta bizzarre e intense emozioni verso questi esseri indifesi.

Per capire il perché, i ricercatori hanno riunito 54 partecipanti di età compresa tra 18 e 40 anni, hanno dato loro dei caschi con elettrodi (capsule EEG) per testare la loro attività cerebrale e hanno mostrato a ognuno di loro 32 fotografie. In quelle foto c'erano animali adulti, cuccioli e ritratti di neonati. Gli scatti avevano diversi livelli di dolcezza, secondo la teoria del "kinderschema", ossia quell'insieme di tratti, come occhioni grandi, nasini e guanciotte, che gli esseri umani trovano "adorabile".

cuccioli di coniglio
Cuccioli di coniglio. Non vi viene voglia di "soffocarli tra baci e abbracci?"

Dopo aver visto le immagini i partecipanti hanno compilato dei questionari che indicavano sia quanto trovassero "carino" ogni blocco di foto e il livello di aggressività che hanno sperimentato. Per valutare quest’ultimo, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di valutare in che misura erano d’accordo con affermazioni come “Voglio spremere qualcosa” e “Quanto vorrei pizzicare quelle guanciotte!”, poi hanno misurato quanto si sentissero "sopraffatti dall'emozione" dopo aver visto le foto (da "poco" a "non riuscirei a gestirlo!).

Indovinate un po' quali sono le foto che hanno fatto centro? Probabilmente avrete indovinato: sono proprio quelle dei cuccioli di animale. Gli animali adulti sono belli, certo, ma come ha affermato uno dei ricercatori sono molto diversi rispetto ai cuccioli. I partecipanti quindi si sono sentiti più sopraffatti e inteneriti dalle foto che avevano loro come protagonisti.

cucciolo e adulto

I ricercatori poi hanno osservato i dati provenienti dall'encefalogramma e hanno constatato che quando avviene la "cute aggression" c'è una maggiore attività non solo nei sistemi emotivi del cervello, ma anche nei suoi sistemi di ricompensa, che regolano la motivazione, il piacere e il desiderio. In pratica, quando i sistemi di emozione e ricompensa vengono attivati il cervello "mitiga" con un un pizzico di aggressività quelle emozioni così forti.

Sono poi stati osservati anche i risultati dei sondaggi, che hanno mostrato come la reazione dei partecipanti fosse fortemente legata anche a un sentimento di bisogno di prendersi cura di qualcosa di carino. Un segno positivo, dal punto di vista evolutivo, come afferma uno dei ricercatori:

"Noi sappiamo che un bambino non può sopravvivere da solo. Se siamo così sopraffatti da quanto è carino e da quanto lo amiamo, allora non possiamo non prenderci cura di lui, perché vogliamo che quel bambino sopravviva. Proviamo un sentimento analogo anche verso i cuccioli di animale. Questo processo di mediazione potrebbe essere un adattamento evolutivo dei nostri istinti di cura, che si sarebbe sviluppato per garantire il benessere delle creature che consideriamo carine."

Qualunque sia la causa della cute aggression, state pure tranquilli: è solo il modo in cui il cervello cerca di bilanciare una risposta neurologica sopraffatta, assicurandosi che nulla diventi troppo carino da gestire!

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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