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7 Luglio 2025
15:43

Nessuna bomba d’acqua a Milano, nubifragio causato da una “squall line”: cos’è e come si forma

Il forte maltempo che ha colpito Milano nella giornata di ieri con violenti nubifragi, esondazioni del Seveso, grandine e alberi caduti (uno dei quali ha ucciso una donna a Robecchetro con Induno), è dovuto al passaggio di una “squall line”, una fascia di temporali allineati lungo un fronte freddo proveniente dall'Islanda. Nonostante le forti piogge, però, non c'è stata nessuna “bomba d'acqua”.

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Nessuna bomba d’acqua a Milano, nubifragio causato da una “squall line”: cos’è e come si forma
maltempo milano

Un forte maltempo si è abbattuto in particolare sulla zona di Milano e in generale sul Nord Italia nella giornata di ieri 6 luglio, con intensi nubifragi, grandine e forte vento che hanno colpito vaste zone della Lombardia. Nel piccolo comune del Milanese Robecchetto con Induno una donna di 63 anni è morta schiacciata da un albero abbattuto dalla furia di temporale; con lei un uomo 70enne e una donna 68enne sono rimasti feriti. Sempre nel Milanese il fiume Seveso è esondato nonostante le vasche di laminazione, causando disagi nei trasporti. Un treno Italo è stato colpito da un fulmine all'altezza di Melegnano sulla linea alta velocità Milano-Roma, mentre più zone sono rimaste allagate, nel quartiere Ponte Lambro sono state posizionate barriere mobili e i parchi sono rimasti chiusi per motivi di sicurezza. Si sono registrati disagi anche in Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia e in Toscana. Forti fenomeni di maltempo erano ampiamente previsti, ma sono stati in molti a rimanere sorpresi dalla portata del fenomeno, che è stato così intenso per via del passaggio di una fascia di temporali allineati chiamati squall line.

Maltempo in Lombardia e nubifragi a Milano: cos'è una squall line e perché si è formata

Da un punto di vista meteorologico, quello che è accaduto ieri in Lombardia va sotto il nome di squall line (linea di groppo in italiano), o più tecnicamente Quasi-Linear Convective System (“sistema convettivo quasi lineare”). Come suggerisce il nome, non si tratta di un singolo temporale ma di una lunga “fascia di temporali” allineati lungo un fronte freddo. Queste strutture, tipiche dei mesi estivi, hanno lunghezze di oltre 100 km e larghezze di 20-50 km, possono produrre forti raffiche di vento (a Milano si sono superati gli 80 km/h), precipitazioni anche molto intense (oltre 30 millimetri a Milano in un breve arco di tempo), grandine anche di notevoli dimensioni e talvolta trombe d'aria.

squall line lombardia
Dati radar del transito della squall line sulla Lombardia il 6 luglio. I colori indicano l’intensità delle piogge: in viola le singole celle temporalesche allineate lungo il fronte freddo.

Le squall line si formano quando, soprattutto durante un'ondata di calore, l'aria molto calda e umida al suolo si scontra con l'aria fredda in arrivo da un fronte freddo. Quest'aria fredda porta alla condensazione del vapore acqueo nell'aria in cumulonembi (cioè nubi temporalesche) distinti si dispongono lungo la linea del fronte susseguendosi quasi senza soluzione di continuità. In questo caso, l'aria fredda arrivava dall'Islanda, spinta da un vortice ciclonico attivo nel Nord Europa che ha dirottato le correnti fredde attraverso il Regno Unito e la Francia fino a portarle sulle Alpi, dove hanno dato origine ai cumulonembi che hanno scaricato sulla Pianura Padana e in particolare sulla Lombardia.

Perché non c'è stata nessuna bomba d'acqua su Milano

C'è poi da chiarire una cosa importante: molti titoli parlano di «bomba d'acqua a Milano», ma le bombe d'acqua non esistono. Si tratta di un termine esclusivamente giornalistico e non usato in ambito meteorologico, nel quale le forti precipitazioni prendono il nome di nubifragi o al massimo, per eventi eccezionali, violenti nubifragi.

Può sembrare un cavillo semantico, ma chiamare le cose con il loro nome, senza usare termini che suggeriscono effetti che nella realtà non si presentano, è importante perché aiuta la prevenzione dai danni provocati dai fenomeni meteorologici estremi, che purtroppo stanno diventando sempre più frequenti e sempre più intensi a causa del riscaldamento globale.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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