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29 Marzo 2024
14:23

Perché la Pasqua in inglese si chiama “Easter”, e cosa c’entrano i conigli?

"Easter" deriva da Ēostre, dea anglosassone della primavera e della fertilità, associata a conigli e lepri. La fusione di festività pagane con la Pasqua cristiana e la risurrezione di Cristo riflette lo straordinario incontro tra culture diverse.

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Perché la Pasqua in inglese si chiama “Easter”, e cosa c’entrano i conigli?
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La Pasqua è una delle principali festività del cristianesimo, celebra la resurrezione di Cristo e per i credenti segna un momento di rinnovamento e speranza. Tuttavia, il termine inglese Easter, utilizzato per chiamare questa celebrazione nei Paesi anglosassoni, non trova corrispondenze dirette nelle Scritture o nelle lingue neolatine e deriva invece da antiche tradizioni pagane precedenti al cristianesimo. In particolare si legherebbe alla dea della primavera Ēostre, emblema di rinascita e fertilità e associata ad animali come il consiglio e la lepre. Anche a causa di questo legame oggi il coniglio sarebbe uno dei simboli della Pasqua.

Questa curiosa connessione tra una festa cristiana e le sue radici pagane ci permette di osservare come le culture si influenzano e si trasformano reciprocamente nel corso del tempo per dar vita a qualcosa di nuovo.

L'origine ebraica della parola italiana Pasqua

La parola italiana "Pasqua", così come la francese Pâques o la spagnola Pascua, trovano origine nella cultura ebraica: la Pasqua ebraica è infatti chiamata Pèsach o Pesah e, secondo alcune interpretazioni, significherebbe "passaggio, liberazione", a indicare il momento di passaggio del popolo ebraico dallo schiavismo in Egitto alla libertà.

L'etimologia della parola inglese Easter

Completamente diverso è il percorso storico della parola “Easter”, che trarrebbe origine dal nome di una divinità anglosassone, Ēostre, associata alla primavera, alla rinascita e alla fertilità. Le festività in onore di Ēostre si celebravano durante il mese di Ēosturmōnaþ, che corrisponde grossomodo all'attuale aprile.

Easter, vicina al tedesco Oster, deriverebbe, secondo molti filologi, dal proto-germanico austrōn, che significa “alba”. E, non a caso, sono proprio l’alba e la primavera ad essere tradizionalmente collegate con la Pasqua.

Questa connessione è stata per la prima volta suggerita dal monaco e storico inglese Beda il Venerabile nel suo libro De temporum ratione ("Sulla misurazione del tempo"), scritto all'inizio dell'VIII secolo, in cui afferma che il mese di Ēosturmōnaþ (aprile) prendeva il nome da Ēostre, celebrando così la rinascita della terra dopo l'inverno e l'aumento della luce del giorno.

Le origini del coniglio pasquale

La dea Ēostre sarebbe anche una delle motivazioni dell'associazione tra la Pasqua e animali come la lepre e il coniglio. Capitava, infatti, che la dea Ēostre venisse raffigurata come una lepre o un coniglio o venisse associata a tali animali, data la loro fertilità e prolificità. Nascerebbe proprio da qui la successiva tradizione degli Easter Bunnies, i coniglietti pasquali di cioccolato che si regalano ai bambini.

L'incontro di due culture: pagana e cristiana

Con l'avvento del cristianesimo nelle terre anglosassoni, le tradizioni legate a Ēostre si sono gradualmente fuse con la celebrazione della resurrezione di Cristo. Questo processo di sincretismo religioso ha portato alla fusione di simboli e riti, creando un amalgama culturale che ha definitivamente influenzato la celebrazione della Pasqua in queste aree.

La resurrezione di Cristo, simbolo di vita nuova e speranza, è stata così accostata alle festività pagane di primavera, portando alla creazione dell'"Easter" che conosciamo oggi, una festa che, pur mantenendo il nome di un'antica divinità pagana, celebra un evento centrale della fede cristiana, creando un ponte tra due mondi e due visioni della vita e del divino.

Questa fusione è un esempio emblematico di come le culture tendano a integrare e reinterpretare le feste e le tradizioni preesistenti all'interno dei propri sistemi di credenze. Il risultato è un ricco tessuto storico-culturale in cui è possibile leggere le tracce delle azioni umane attraverso i secoli.

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