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15 Agosto 2022
7:30

Perché si utilizza il cloro nelle piscine? E quanto ne viene messo?

Il cloro nelle piscine ha principalmente un’azione antimicrobica, ma come funziona? E cosa succede se viene usata una dose eccessiva?

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Perché si utilizza il cloro nelle piscine? E quanto ne viene messo?
cloro piscine

Il cloro è un elemento chimico importantissimo nella vita umana: è un atomo altamente reattivo ed è indispensabile nel nostro corpo, come forma di ione negativo Cl, o sotto forma di acido cloridrico (HCl) nel sistema digerente. Allo stesso tempo può avere effetti tossici su molti sistemi biologici e, in passato, fu addirittura utilizzato come arma chimica. Tra le varie cose, però, è anche il compagno per eccellenza di ogni nuotata in piscina…ma perché lo mettono nelle piscine? E come funziona la sua azione disinfettante?

L’elemento chimico cloro

Il cloro è un elemento chimico facente parte degli alogeni ed ha numero atomico 17. Per le sue particolari proprietà chimiche è un atomo altamente reattivo: la sua tendenza è quella di "rubare" elettroni ad altri atomi e molecole per stabilizzarsi e completare la sua struttura. Proprio grazie a questa "fame" di elettroni riesce a destabilizzare moltissimi composti chimici e biologici.

L’azione disinfettante del cloro

Questa stessa caratteristica chimica è il motivo della sua forte azione antimicrobica: l'alta reattività gli permette di strappare elettroni a numerose molecole, andando di fatto a uccidere i microrganismi con i quali viene a contatto. Un agente ossidante (che ruba elettroni) come il cloro è un problema anche per noi esseri umani: esattamente come l’ossigeno, esso rappresenta un potenziale rischio di instabilità per le nostre molecole. Con i processi evolutivi gli esseri umani hanno sviluppato metodi di adattamento per gestire al meglio questo elemento, ma – come spesso accade – è la dose a fare il veleno.

Che dosi di cloro si utilizzano nelle piscine?

Proprio per la sua grande reattività la concentrazione di cloro nelle piscine è molto bassa. Viene misurata in ppm (parti per milione), mg/Kg o mg/l e solitamente si attesta tra 0,5-1,5 mg/l a seconda se usato da solo o in combinazione con altri disinfettanti, seguendo i vari regolamenti regionali.

Dal momento che non viene venduto come sostanza pura per motivi di stabilità e praticità, la maggior parte dei prodotti per piscine presentano un’indicazione della quantità di prodotto da utilizzare per metro cubo (ovvero 1000 litri) per unità di tempo (in quanto evaporando facilmente dal liquido va reintegrato). Ad ogni modo, soprattutto nelle piscine pubbliche, il livello è costantemente monitorato e riportato nel range ottimale, come voluto e regolamentato da norme regionali ecc.

Cosa comportano livelli troppo elevati di cloro nelle piscine?

Come anticipato, in genere è la dose a fare il veleno, ma anche l’esposizione – che può essere cronica o acuta – è importante. Il cloro ha capacità irritanti per le vie respiratorie, le mucose e la cute ma, viste le basse concentrazioni utilizzate, i suoi effetti in una piscina (come l’arrossamento degli occhi, ad esempio) sono di lieve entità. Per di più essendo percepibile tramite l’olfatto in concentrazioni di 0.1–0.3 ppm ci si accorge abbastanza velocemente se la concentrazione in un ambiente è eccessiva.

pericolo cloro

Tra le concentrazioni aeree tra 1 e 3 ppm si può avvertire una lieve irritazione delle mucose, che aumenta arrivando fino ai 15 ppm. Sopra i 30 ppm si percepisce dolore toracico, mancanza di respiro e tosse. Sopra i 40 ppm può insorgere la polmonite. Aumentando drasticamente la concentrazione arriviamo ai 400 ppm, potenzialmente fatali se l’esposizione si prolunga per 30 minuti. Sopra i 1000 ppm la morte sopraggiunge in pochi minuti. Per quanto spaventoso, la dose letale in pochi minuti è circa 1000 volte superiore a quelle usate e costantemente monitorate nelle piscine, sia nell’aria che nell’acqua…Insomma, possiamo tranquillamente continuare a nuotare nelle nostre piscine preferite senza timore e proprio grazie al cloro, nostro alleato!

Bibliografia

White, Carl W., and James G. Martin. "Chlorine gas inhalation: human clinical evidence of toxicity and experience in animal models." Proceedings of the American Thoracic Society 7.4 (2010): 257-263.

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