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27 Maggio 2024
20:35

Perché sullo schermo di telefoni e monitor rimane un’ombra: cos’è l’effetto “burn-in” e come evitarlo

I pixel degli schermi OLED, se esposti a immagini statiche per troppo tempo, potrebbero "bruciarsi" provocando il fenomeno del burn-in. Per ridurre al minimo questa possibilità basta seguire alcuni semplici accortezze.

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Perché sullo schermo di telefoni e monitor rimane un’ombra: cos’è l’effetto “burn-in” e come evitarlo
burn in oled

Vi è mai capitato di vedere impresso sullo schermo del vostro telefono l'“ombra” della tastiera o delle icone di Google Maps? Ebbene, se avete risposto in modo affermativo siete stati vittima del cosiddetto effetto burn-in (conosciuto anche come ritenzione dell'immagine, permanenza dell'immagine, immagine residua o immagine fantasma), che consiste sostanzialmente nell'impressione sullo schermo di elementi grafici statici, come le lettere della tastiera o le indicazioni del navigatore appunto!

Il fenomeno si manifesta principalmente sui display OLED (su quelli LCD è meno frequente e, nell'eventualità in cui si verificasse, di solito è transitorio) e viene provocato dal fatto che le immagini statiche vanno a “bruciare” i pixel del pannello: non a caso viene chiamato burn-in perché deriva proprio dal termine burn, “bruciare” in inglese. Per mitigare il problema bisogna prestare attenzione a non far rimanere per troppo tempo “ferme” le schermate.

Cos'è il “burn-in” sullo schermo

Per capirlo bisogna capire come sono fatti gli schermi OLED dei nostri smartphone. Sostanzialmente i pannelli OLED non necessitano di retroilluminazione per funzionare: ciascun singolo pixel è un LED autoilluminante. Dal momento che i pixel nel corso del tempo tendono ad avere una fisiologica perdita di luminosità nel corso del tempo, quanto più a lungo vengono illuminati tanto più scuro sembrerà in confronto a un pixel vicino che è stato “sfruttato” meno nel corso del tempo.

I moderni display OLED siano molto più resistenti al burn-in rispetto a quelli prodotti negli anni addietro, ma sono ancora soggetti a questo fenomeno. È bene precisare, inoltre, che il burn-in riguarda non solo gli schermi dei cellulari, ma è un problema hardware che può colpire qualsiasi prodotto tecnologico dotato di uno schermo OLED, compresi tablet e TV, soprattutto i dispositivi che hanno una certa età e quindi hanno utilizzato molto lo schermo.

Esempio di burn-in dello schermo | Geopop
Esempio di burn–in dello schermo: la scritta "Double Height" non scompare del tutto quando viene cambiata la schermata. Credits: NewHavenDisplay.

Come evitare l'effetto "burn-in"

Come potete ben immaginare, il burn-in dello schermo può essere un problema piuttosto fastidioso, in quanto impedisce di avere una visione nitida dell'interfaccia che viene mostrata sul dispositivo che ne è affetto. Per evitare di rovinare il display dello smartphone e ridurre al minimo la possibilità di incappare in questo problema, seguite questi suggerimenti:

  1. Mantenere i livelli di luminosità del display del telefono a livelli medio bassi, non tenendolo mai alla massima luminosità per periodi prolungati.
  2. Su Android potrebbe essere il caso di disattivare i tasti di navigazione permanenti e imparare a sfruttare le gesture (se disponibili sul proprio modello di smartphone) per evitare di avere elementi grafici statici quasi onnipresenti nella barra di navigazione.
  3. Per quanto possibile, abilitare il tema scuro, che riduce la quantità di luce che i pixel devono produrre.
  4. Evitare di usare app con interfaccia statica per periodi di tempo prolungati e se la temperatura ambientale è elevata.
  5. Non disattivare le impostazioni salva-schermo disponibili eventualmente disponibili sullo smartphone (alcuni produttori, infatti, per ridurre al minimo problemi di burn-in dello schermo sfruttano degli accorgimenti, come spostare di alcuni pixel gli elementi dell'interfaccia al fine di non “stressare” sempre le stesse zone dello schermo).
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