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11 Ottobre 2025
8:00

Qual è il significato della bandiera palestinese: storia e colori di un simbolo diffuso in tutto il mondo

La bandiera palestinese, nata dalla Rivolta araba del 1916, unisce i quattro colori panarabi: nero, bianco, verde e rosso. Simbolo dell’identità nazionale, si diffuse dopo la Guerra dei sei giorni del 1967; oggi rappresenta il legame del popolo palestinese con la sua storia araba e islamica.

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Qual è il significato della bandiera palestinese: storia e colori di un simbolo diffuso in tutto il mondo
bandiera palestina

La bandiera della Palestina è composta da quattro colori: nero, bianco, verde e rosso. Sono i quattro colori panarabi, presenti sui simboli nazionali di numerosi Paesi arabi, la cui interpretazione è cambiata ed evoluta nel tempo. In ogni caso, la bandiera palestinese deriva dal vessillo della rivolta araba contro l’Impero Ottomano, avvenuta durante la Prima guerra mondiale. La versione attuale è attestata sin dagli anni '30, ma si è diffusa su larga scala dopo la Guerra dei sei giorni del 1967 e la conseguente “rinascita palestinese”, cioè l’affermazione dell’identità del popolo della Palestina. Da allora la bandiera è andata incontro a un’enorme diffusione sia nei territori palestinesi – nei quali è stata ufficialmente adottata come simbolo nazionale – sia tra i sostenitori di tutto il mondo della causa della Palestina nel contesto del conflitto in corso tra Israele e Hamas.

Il significato della bandiera della Palestina: i colori panarabi

La bandiera palestinese, è basata sui colori panarabi, disposti in tre strisce orizzontali di uguali dimensioni e in un triangolo, posizionato sul lato dell’asta e con il vertice rivolto verso la striscia bianca. Tonalità e proporzioni esatte sono regolate dalla legge.

Bandiera della Palestina attuale
Bandiera della Palestina: i colori panarabi

I quattro colori della bandiera della Palestina quelli utilizzati da tutti i popoli di lingua araba e derivati, secondo l’interpretazione più diffusa, dagli stendardi e dai simboli di alcune dinastie islamiche del passato. Più specificamente, il bianco rappresenterebbe il califfato ommayade, al potere su quasi tutto il mondo islamico dal 661 al 750; il nero il califfato abbaside, esistito dal 750 al 1258; il rosso il clan Banu Hashim, al quale apparteneva il profeta Maometto; il  verde, oltre a essere il colore “tradizionale" dell’Islam, è associato al califfato fatimide, che ha governato su una vasta area dell’Africa del Nord e dell’Asia Minore tra il X e il XII secolo.

Tuttavia, l’associazione dei colori con le dinastie del passato è frutto di interpretazioni non sempre dimostrabili con certezza. Prima dell’età contemporanea e dell’avvento della società di massa, i simboli politici e religiosi avevano un ruolo diverso, e molto meno importante, rispetto a oggi. Più specificamente, l’uso del nero, del bianco, del verde e del rosso come colori del popolo arabo si è affermato solo nel Novecento: i quattro colori sono stati usati insieme per la prima volta nella bandiera della Rivolta araba contro l’Impero Ottomano, scoppiata nel 1916 in Giordania, nel corso della Prima guerra mondiale, e durata fino al 1918. La configurazione del vessillo era simile a quella della bandiera palestinese attuale, ma la disposizione dei colori era diversa (il bianco era in basso e il verde al centro).

Bandiera della Rivolta Araba
Bandiera della Rivolta araba del 1916–17

Secondo alcune fonti, i colori erano già stati scelti da un club letterario arabo nel 1909, sulla base dei versi di un poeta medievale, ma l'ipotesi non è dimostrata. È invece certo che, dopo la Prima guerra mondiale, i quattro colori sono stati adottati da numerosi Stati arabi, sebbene alcune bandiere li contengano tutti e altre solo da alcuni.

La storia e l’uso della bandiera palestinese

La bandiera palestinese deriva da quella della Rivolta araba del 1916, ma la configurazione dei colori è cambiata negli anni '30. Nel 1931 è attestata una versione con la striscia verde in alto e il disegno della Cupola della Roccia, la celebre moschea di Gerusalemme, sulla striscia bianca al centro. Forse fu proprio per inserire un disegno al centro che la striscia bianca fu spostata al centro.

Bandiera palestine con la Cupola della Roccia consegnata nel 1931 a un attivista indiano
Bandiera palestinese con la Cupola della Roccia, consegnata nel 1931 a un attivista indiano; via Wikimedia Commons

La disposizione dei colori attuale, con il nero in alto, risale invece al tempo della Grande rivolta araba contro il mandato britannico e la colonizzazione ebraica, sviluppatasi tra il 1936 e il 1939 (da non confondere con la rivolta del 1916-18). La bandiera, però, aveva una peculiarità: nel triangolo rosso erano disegnate, in bianco, una croce e una mezzaluna, a significare l’unione di cristiani e musulmani.

Bandiera con i simboli religiosi nel 1937
Bandiera con i simboli religiosi usata dai ribelli nel 1937

La versione senza simboli religiosi, in uso attualmente (con alcune variazioni delle proporzioni), fu adottata dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina il 28 maggio 1964, al momento della sua fondazione, e negli anni successivi si diffuse su vasta scala.

In proposito va ricordato che l’uso delle bandiere è legato allo sviluppo dell’identità dei popoli: per esibire la bandiera palestinese, è necessario che esista un popolo palestinese che si consideri tale e “avverta” la propria identità. In linea di massima, si potrebbe affermare che i palestinesi abbiano iniziato a sentirsi tali nella prima metà del Novecento, almeno nell'élite della società, un sentire che si è diffuso poi a tutta la popolazione dopo la guerra del 1948 (considerata dai palestinesi la Nakba, "la catastrofe", ossia la fuga di gran parte della popolazione dal territorio che oggi ricade nello Stato di Israele) e, soprattutto, dopo la Guerra dei sei giorni del 1967. Da quel momento la bandiera palestinese si è affermò su vasta scala, nonostante lo Stato di Israele, che controllava l'intero territorio della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, ne vietasse l’uso.

Bandiera con i simboli religiosi nel 1937
Bandiera palestinese nel 1987, durante la prima Intifada

Nel 1993, in seguito agli accordi di Oslo e al passaggio all’amministrazione dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) di porzioni dei territori occupati nel 1967, la bandiera ha potuto essere issata legalmente, e nel 2005 il presidente dell’Anp, Mahmud Abbas (noto anche come Abu Mazen) ha emesso un decreto per regolarne l’uso. Si legge all’articolo 3:

La bandiera palestinese simboleggia il legame della Palestina con le glorie della sua nazione e con la storia araba e islamica. È uno degli attributi e delle manifestazioni della sovranità palestinese. Nessun'altra bandiera può essere issata al livello della bandiera palestinese, e nessuna bandiera può essere issata sopra la bandiera palestinese.

Decreti successivi hanno definito altri aspetti dell'uso del vessillo. Nel 2021 l’Anp ha inoltre stabilito che la bandiera dovesse essere issata a mezz’asta, in segno di lutto, ogni 2 novembre, anniversario della Dichiarazione Balfour, con la quale nel 1917 il Regno Unito dichiarò di “guardare con favore” alla fondazione di un insediamento ebraico in Palestina.

Fonti
The Palestinian Flag. A Symbol of Identity and Solidarity
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