Il popolo dei palestinesi è originario della Palestina, parla la lingua araba e professa in larga maggioranza la religione islamica sunnita. Nel mondo vivono circa 14 milioni di palestinesi. Anche in seguito all'esodo del 1948, una parte significativa di essi risiede in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, ma la maggioranza – composta da profughi, emigrati e di cittadini arabi di Israele – vive in altri Paesi. I palestinesi sono una componente del più vasto popolo arabo, ma nel corso del Novecento hanno sviluppato una specifica identità nazionale, che oggi è molto sentita dalla popolazione. A differenza degli ebrei israeliani, però, non hanno uno Stato che è pienamente riconosciuto a livello internazionale.
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Quanti sono e dove vivono i palestinesi
In genere per “palestinesi” intendiamo gli abitanti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, i territori che compongono lo “Stato di Palestina”, non ancora pienamente riconosciuto a livello internazionale. Nei due territori vivono circa 5.500.000 persone, delle quali 2.200.000 a Gaza e le altre in Cisgiordania.
Tuttavia, il numero complessivo dei palestinesi si aggira intorno ai 14.300.000 ed è composto da quattro gruppi principali:
- Gli abitanti di Cisgiordania e Gaza, tra i quali è compresa una parte dei profughi della guerra arabo-israeliana del 1948 (dalla quale nacque Israele) e dei loro discendenti.
- I profughi delle guerre del 1948 e del 1967 e loro discendenti che vivono in Giordania, in Siria e in Libano.
- I cittadini arabi di Israele.
- Gli emigrati non riconosciuti come profughi.
La Palestina sul piano storico-geografico
La Palestina, intesa come regione geografica, è composta dagli attuali territori dello Stato di Israele, di Gaza e della Cisgiordania. In antico (I millennio a. C.) il territorio era abitato dagli ebrei e da altri popoli, tra i quali i cananei e i filistei. Da questi ultimi deriva il nome Palestina, attestato in greco sin dal V secolo a. C.
Gran parte degli ebrei fu cacciata dai romani dopo le rivolte dei secoli I e II d. C. e nell’anno 637 la Palestina fu conquistata dagli arabi, originari di quella che oggi chiamiamo Penisola arabica, e ha fatto poi parte di varie entità politiche (il Califfato islamico, l’Impero ottomano, l’Impero britannico), senza mai essere autonoma. Allora com'è nato il popolo palestinese?
L’identità palestinese
I palestinesi fanno parte del popolo arabo perché, dopo la conquista del VII secolo d. C., la popolazione ha gradualmente appreso la lingua, la cultura e la religione dei conquistatori, mescolandosi anche dal punto di vista etnico. La nascita di una specifica identità palestinese – cioè il fatto che gli abitanti della Palestina sentono di appartenere allo stesso popolo e si considerano quindi palestinesi – è successiva. Alcuni autori ne hanno ricercato le origini nell’Ottocento o nei secoli precedenti, ma l’identità si è sviluppata soprattutto nel Novecento ed è in parte dovuta alla contrapposizione con gli ebrei emigrati nell'area.
Segnali del fatto che il popolo della Palestina avesse sviluppato un senso di appartenenza nazionale emersero all’inizio del Novecento. Nel 1911 nella città di Giaffa (oggi inclusa nello Stato di Israele) fu fondato un giornale che si chiamava “Filastin” (Palestina). La stampa, inoltre, parlava dei palestinesi come di una componente specifica del popolo arabo. Con il passare degli anni, divennero più frequenti gli scontri con gli ebrei (l’emigrazione dei quali verso la Palestina aumentò negli anni tra le due guerre mondiali) e l’identità palestinese si rafforzò, pur senza separarsi nettamente dalla più generale appartenenza araba.
L’identità è emersa in maniera più netta dopo la guerra arabo-israeliana del 1948, che portò alla nascita di Israele, e, soprattutto, dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, nella quale lo Stato ebraico sconfisse gli eserciti di Egitto, Siria e Giordania. Gli abitanti della Cisgiordania e di Gaza persero fiducia nei Paesi arabi e si proposero di condurre in prima persona la lotta per ottenere il loro Stato, sotto la guida dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (nata nel 1964, ma effettivamente rappresentativa della popolazione dopo il 1967). Dopo il 1967, tra l’altro, iniziò a diffondersi su vasta scala la bandiera palestinese, esistente dagli anni ‘30.
Nei decenni successivi, la lotta contro Israele ha continuato a rafforzare il sentimento di appartenenza nazionale.
I profughi
Una parte significativa del popolo palestinese è composta da profughi. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 circa 700.000 abitanti furono costretti a lasciare le loro terre (è discusso se furono espulsi deliberatamente dall’esercito di Israele o fuggirono per più generiche cause di guerra, ma certamente dovettero allontanarsi a causa delle operazioni delle forze armate israeliane). La stragrande maggioranza trovò rifugio in territori limitrofi: la Giordania (che all’epoca includeva anche la Cisgiordania), la Striscia di Gaza (all’epoca controllata dall’Egitto), il Libano e la Siria. Gran parte dei profughi si sistemò in appositi campi di tende, che con il passare degli anni furono sostituite da edifici in muratura, nei quali vivono ancora oggi i discendenti dei rifugiati del 1948.
La questione si complicò nel 1967, perché Israele occupò la Cisgiordania e Gaza, due dei territori dove avevano trovato rifugio i profughi del 1948. Una parte degli abitanti fuggì, dando così avvio a una nuova ondata di profughi, composta da circa 250.000 persone, scappate soprattutto in Giordania e in Egitto. A differenza del 1948, però, la maggioranza dei palestinesi non fu costretta a fuggire.
Oggi i profughi riconosciuti come tali dall’Onu sono circa 5.900.000, in larga parte discendenti da coloro che fuggirono nel 1948, e vivono in parte in Palestina e in parte in altri Paesi:
- Cisgiordania: 871.000
- Striscia di Gaza: 1476.000
- Giordania: 2.307.000
- Siria: 568.000
- Libano: 489.000
I palestinesi fuggiti in altri Paesi non sono riconosciuti come profughi.
I cittadini arabi di Israele
Durante la guerra del 1948 una minoranza della popolazione palestinese restò nel neonato Stato di Israele. I loro discendenti sono noti come arabo-israeliani e raggiungono la cifra di 2.065.000, pari al 21% della popolazione dello Stato ebraico. Pur avendo la cittadinanza israeliana, lamentano spesso di essere discriminati dalle istituzioni.
I palestinesi emigrati in altri Paesi
Cittadini di origine palestinese sono presenti in numerosi Paesi. Alcuni sono fuggiti a causa delle guerre ma non sono riconosciuti come profughi, altri sono emigrati per motivi economici. La maggior parte vive in Medioriente, ma comunità numerose esistono anche in Paesi di altre zone, come il Cile (500.000) e gli Stati Uniti (255.000).
Esiste il popolo palestinese?
Oggi è fuori discussione che esista un gruppo nazionale palestinese e che senta la propria appartenenza con forte coinvolgimento emotivo. Le identità, infatti, si sviluppano spesso “per contrasto”, cioè quando un gruppo ha un nemico comune: poiché i palestinesi sono coinvolti in un conflitto con lo Stato di Israele che dura da più di un secolo, sentono fortemente la loro identità. Naturalmente, ci sono differenze da luogo a luogo e l’identità è più forte tra i palestinesi che vivono in Cisgiordania e a Gaza rispetto a quelli che sono emigrati altrove.