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9 Marzo 2025
15:00

Quando in Svezia era illegale bere caffè e l’esperimento di Gustavo III

In Svezia, il caffè fu vietato dal 1756 per motivi economici, mascherati da preoccupazioni per la salute. Il divieto mirava a favorire la birra, ridurre importazioni e limitare i circoli intellettuali. Le pene erano severe, con multe e confische. Dopo quasi 80 anni, nel 1823, il divieto fu revocato e il caffè divenne popolarissimo.

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Quando in Svezia era illegale bere caffè e l’esperimento di Gustavo III
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Oggi il caffè è estremamente popolare in Svezia, ma non è sempre stato così: fino alla prima metà dell'800 era illegale commercializzare, lavorare e vendere questa bevanda. Chi veniva colto in flagranza doveva pagare una multa salata e gli venivano confiscati piatti e tazzine – e trattandosi di un bene di lusso, era un danno economico non indifferente. Inizialmente, nel 1746 vennero alzate le tasse sul caffè e successivamente, nel 1956 venne ufficialmente vietato. Per i reali dell'epoca, il divieto era giustificato da presunti rischi per la salute umana. Il re Gustavo III, figlio di re Adolfo Federico di Svezia, condusse un esperimento "scientifico" per persuadere la popolazione della fondatezza di queste motivazioni, ma la vera ragione era puramente economica.

Perché venne vietato in caffè in Svezia

Tutto nacque nel 1746 con il re Adolfo Federico di Svezia che impose un'alta tassazione sul caffè. Ufficialmente le motivazioni dietro a questa scelta erano legate alla presunta tossicità del caffè per l'uomo. L'aumento dei prezzi però non fu sufficiente per fermare questo mercato e a partire dal 1756  vennero emanate cinque diverse leggi che andavano a limitare l'utilizzo dei beni di lusso il Svezia, vietando in toto la commercializzazione, la produzione e il consumo del caffè e dei suoi derivati.

Pensate che per legittimare questa scelta pare che re Gustavo III, figlio di Adolfo, fece un esperimento "scientifico" con l'obiettivo di convincere la popolazione locale della bontà delle loro motivazioni. Secondo i racconti tramandati oralmente, un giorno Gustavo III graziò due condannati a morte: a uno dei due fu imposto di bere caffè una volta al giorno, all'altro una volta al giorno. L'idea era dimostrare che chi beve caffè ha una vita più breve. In realtà, sempre secondo il racconto della tradizione, entrambi vissero più di ottant'anni e quello a morire prima fu l'uomo del tè.

Quali furono le vere motivazioni del bando di caffè

In realtà, come anticipato, le vere motivazioni dietro a questi divieti erano ben diverse. Vietare il caffè infatti avrebbe portato con sé vari benefici, come ad esempio:

  • Incoraggiare la gente ad acquistare più birra, che poteva essere prodotta localmente, a differenza del caffè;
  • Ridurre le importazioni di chicchi da Paesi stranieri malvisti dai regnanti svedesi;
  • I circoli in cui si beveva caffè erano spesso frequentati da intellettuali contro la monarchia e togliendo questa bevanda si riducevano i momenti di ritrovo.

Cosa succedeva ai contrabbandieri di caffè

Prima di concludere, è interessante spendere ancora due parole per spiegare cosa succedeva a chi, nel periodo del divieto, contrabbandava caffè. La pena cambiava a seconda del reato:

  • chi vendeva caffè veniva punito con una multa di 50 monete – equivalenti a circa 5 mesi di paga di un marinaio, a 260 giorni di guadagno di un operaio;
  • chi preparava caffè con una multa di 10 monete;
  • chi beveva caffè con una multa di 2 monete.

Inoltre in molti casi è stato segnalato come le autorità confiscassero tazzine, caffettiere e tutto l'occorrente per preparare la bevanda. Ad oggi sembra una cosa ridicola, ma considerato il loro valore dell'epoca era un ulteriore danno economico tutt'altro che trascurabile. Complessivamente pare che in Svezia siano stati "beccati" 536 criminali del caffè.

Alla fine, dopo quasi 80 anni di divieti, nel 1823 il caffè tornò ad essere legale in Svezia, diventando nel corso dei decenni una tra le bevande più popolari del Paese, con un consumo pro capite di circa 7 kg all'anno!

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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