Sulle splendide Alpi svizzere orientali nel Canton Grigioni a ben 2.800 metri di quota sono stati rinvenuti degli enormi denti fossilizzati, probabilmente risalenti a degli ittiosauri. Lo studio, pubblicato su Journal of Vertebrate Paleontology, descrive e identifica i reperti emersi da alcune rocce qualche decennio fa, ma analizzati solo di recente. I risultati della ricerca potrebbero dimostrare l'esistenza di un enorme e antichissimo "drago marino", se non il più grande in assoluto mai scoperto.
Cosa sappiamo sugli ittiosauri
Lo scorso 10 gennaio 2022 è stata resa nota la notizia di un ritrovamento eccezionale: il fossile di ittiosauro più lungo rinvenuto in Regno Unito, più precisamente nella Rutland Water Nature Reserve. Oggi però ci troviamo davanti ad un nuovo reperto, forse ancor più grande di tutti quelli scoperti finora.
In passato i nostri antichi mari furono popolati dai più grandi ittiosauri conosciuti fino ad oggi, enormi animali marini in grado di raggiungere lunghezze di oltre 20 m. In un periodo compreso tra 250 a 90 milioni di anni fa questi giganteschi "draghi marini" colonizzarono gran parte dei nostri mari europei divenendo tra i rettili mesozoici di maggior successo.
Sulla base delle prove fossili a nostra disposizione, pare che questi organismi si siano evoluti da un gruppo di rettili terrestri che è tornato al mare, un po' come è accaduto per gli antenati dei moderni cetacei che dalla terra sono tornati nelle acque, adattandosi alla vita marina.
La scoperta dei denti di rettile marino incastonati nelle Alpi
Durante una mappatura geologica effettuata tra il 1976 e il 1990 sulla cima dei Grigioni (Alpi svizzere orientali), i ricercatori dell'Università di Bonn hanno scoperto alcuni resti di ittiosauri giganti, risalenti con buona probabilità, a tre individui vissuti circa 205 milioni di anni fa. Tra il materiale ritrovato troviamo un dente di circa 10 cm e privo della maggior parte della corona, una vertebra, dieci frammenti di costola e sette centri vertebrali, tutti di grandi dimensioni. Ci sono voluti alcuni decenni ma finalmente questi sensazionali reperti sono stati analizzati e godono del merito che si meritavano.
Confrontando i reperti ossei con quelli di ittiosauri più completi, i ricercatori stimano che il proprietario del gigantesco dente dovesse essere lungo 20 metri o più, l'equivalente delle moderne balenottere azzurre. Non solo: potrebbe essere anche il più grande ittiosauro mai scoperto.
Nonostante un dente mastodontico possa appartenere ad un esemplare XXL, non possiamo dire con certezza che non esistessero esemplari ancor più grandi. Sembra, infatti, che la specie di ittiosauro dalle maggiori dimensioni si cibasse di plancton e che non avesse bisogno di una dentatura particolarmente sviluppata per procacciarsi le prede. Non che sia sempre una regola, ma spesso e volentieri uno stile di vita predatorio non sembra essere compatibile con il cosiddetto "gigantismo". Insomma, è difficile affermare con certezza che il dente analizzato possa provenire da un grande ittiosauro dai denti giganteschi oppure da un ittiosauro gigante con denti di medie dimensioni, anche perché finora non sappiamo per filo e per segno come e di cosa si nutrissero questi "draghi marini".
Cosa ci faceva un ittiosauro sulle Alpi?
Non sono rari i casi in cui geologi e ricercatori scoprono resti di fossili in cima alle montagne, luoghi ad oggi considerati pressoché inaccessibili. Le formazioni rocciose delle nostre Alpi costituivano, in tempi antichi, il fondale del grande oceano Tetide, che si è innalzato sempre più originando la catena montuosa che possiamo ammirare oggi.