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Ancora terremoti in Calabria: alle 12:31 l'INGV ha registrato una scossa di magnitudo 2.6 con epicentro a Marcellinara e nella notte sono avvenute due scosse con epicentro Miglierina in provincia di Catanzaro, una di terremoto di magnitudo 2.4 alle 4:52 del 18 marzo e una di magnitudo 2.0 alle 4:12, insieme ad altre scosse di magnitudo inferiore. I nuovi terremoti seguono la scossa di magnitudo 3.4 con epicentro a Tiriolo e profondità di 9 km che ha fatto tremare la terra alle 12:08 di ieri e un'altra di magnitudo 2.9 alle 00:34 di ieri con epicentro a Miglierina. La maggior parte delle scosse ha fatto registrare una profondità compresa tra i 9 e gli 11 km.
Ma quali sono le cause di questi sismi? Per cercare di avere un quadro più chiaro della situazione, possiamo prendere come riferimento quanto riportato sul database DISS delle principali sorgenti sismogenetiche italiane.

Il pallino rosso indica l'epicentro delle scosse e, come possiamo vedere, attorno a questo sono presenti vari rettangoli arancioni. Questi rappresentano i principali sistemi di faglie della zona. Oltre a questo, è ben visibile la presenza di linee semi-parallele di colore blu: queste rappresentano un'area di subduzione, la cui profondità massima in quella zona è di 30 km. Tutte queste informazioni ci restituiscono un quadro geologico piuttosto complesso. Questo non ci dovrebbe stupire, visto che storicamente la Calabria è una tra le zone più sismicamente attive di tutto il Paese.
Come indicato dall'immagine sottostante, nel 1783 l'area fu interessata da un violento sisma di magnitudo superiore a 7.0, e lo stesso accadde poco più a nord anche nel 1638. Ovviamente essendo terremoti registrati in epoca pre-strumentale si tratta di approssimazioni e stime, ma ciò può comunque aiutarci per comprendere la sismicità storica dell'area.
