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17 Novembre 2023
15:11

Si possono davvero incantare i serpenti? Ecco i trucchi degli incantatori

La tradizione degli incantatori di serpenti è millenaria, sviluppata soprattutto in alcuni luoghi del mondo. Le tecniche utilizzate per ammansire gli animali velenosi sono varie, spesso incantano solo gli spettatori e hanno poco a che fare con la magia.

A cura di Arianna Izzi
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Si possono davvero incantare i serpenti? Ecco i trucchi degli incantatori
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Gli incantatori di serpenti, nell’immaginario comune, sono figure che richiamano il misticismo e la magia, persone dalle capacità sorprendenti, utilizzate per domare e manipolare alcuni tra gli animali che ci fanno più paura. Serpenti – nello specifico serpenti velenosi – della cui etologia sappiamo pochissimo ma che per antiche ragioni antropologiche ed evolutive a tanti di noi incutono timore e stimolano, allo stesso tempo, fascino e curiosità.

Non è un caso che quella degli incantatori di serpenti sia una tradizione millenaria, un tempo diffusa in gran parte delle regioni mediterranee (si racconta che i Marsi, antica popolazione italica, riuscirono a esercitare un grande potere su Roma grazie alle loro capacità di manipolazione dei serpenti) e oggi ancora diffusa, seppur vietata e in diminuzione, in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia meridionale.

I serpenti possono davvero essere incantati?

La risposta è: no. Avrete certamente presente l’immagine del cobra, tutto acciambellato nel suo cesto di vimini, che al suono del pungi, flauto tradizionale indiano, si alza sulle sue spire ed è come ipnotizzato di fronte all’incantatore. Bene, non è la musica ad attrarlo. Non avviene alcun incantesimo, il comportamento dell’animale non ha a che fare con la melodia suonata. Ma allora cosa succede?

I serpenti mancano di un apparato uditivo esterno, e anche di incudine e martello, due delle tre piccole ossa attraverso cui le vibrazioni sonore esterne ci arrivano all’orecchio interno. L’omologo della staffa, poi, si chiama columella e connette orecchio interno e mandibola. Fino a qualche tempo fa, era comune ritenere che i serpenti fossero sordi. Oggi sappiamo che questo è vero solo in parte, e che i serpenti possono udire alcuni suoni, chiaramente in maniera diversa da come li udiamo noi, la cui risposta è molto dipendente dal genere di appartenenza. A raccontarcelo è un interessante studio, pubblicato all’inizio del 2023, nel quale si evidenzia che, nella maggior parte dei casi, la risposta comportamentale dei serpenti al suono è quella della fuga, dell’allontanamento dalla sorgente del suono stesso. Niente danze o incanti, appunto.

Quello che accade quando l’incantatore si pone di fronte al serpente, tipicamente un cobra, Naja sp., è che questo risponda ai movimenti del flauto col suo comportamento difensivo più tipico: issandosi per circa un terzo del corpo e appiattendo il collo a formare il “cappuccio”, che gli è utile per sembrare più grande e per dissuadere l’ipotetico predatore. Il cobra, quindi, segue il flauto perché per lui costituisce un elemento di minaccia, non perché è incantato dal suo suono.

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Le specie più utilizzate

Proprio a causa del loro comportamento difensivo piuttosto scenografico, i cobra sono gli animali più utilizzati dagli incantatori di serpenti. Due specie, in particolare: il cobra egiziano, appartenente alla specie Naja haje, molto presente negli spettacoli degli incantatori nordafricani, mentre il cobra dagli occhiali, o cobra indiano, Naje naje, viene ancora utilizzato in molti paesi asiatici, compresa l’India, sebbene la sua cattura e manipolazione sia vietata fin dal 1972.

In Nordafrica, altre specie di serpenti utilizzate dagli incantatori sono la vipera soffiante, Bitis arietans, la vipera delle sabbie, Cerastes cerastes, il colubro lacertino, Malpolon monspessulanus e alcune specie non velenose tra cui il colubro ferro di cavallo, Hemorrhois hippocrepis e la natrice viperina, presente anche in Italia e appartenente all’innocua specie Natrix maura. Di fatto, però, tutte le specie non riferibili ai cobra vengono impiegate per intrattenere ulteriormente i passanti e non partecipano direttamente allo spettacolo degli incantatori.

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Natrix maura. Credits: Bernard DUPONT from FRANCE, CC BY–SA 2.0, da Wikimedia Commons.

Gli incantatori oltre l’incanto

Come raccontavamo all’inizio di questo articolo, gli incantatori di serpenti, la cui attività è oggi illegale in quasi tutto il mondo, sono figure appartenenti ad antiche popolazioni, spesso nomadi, il cui rapporto coi serpenti velenosi non si esaurisce al termine dello spettacolo che tutti conosciamo. Si tratta di persone (quasi sempre uomini) che conoscono molto bene l’etologia degli animali, che sono in grado di maneggiare con molta maestria. Dei serpenti conoscono i movimenti, le abitudini e il comportamento: questo, secondo alcuni studiosi, sarebbe il principale motivo per cui il rischio di essere morsi mortalmente è relativamente basso.

Purtroppo, però, i serpenti utilizzati negli spettacoli degli incantatori sono quasi sempre animali maltrattati, che vengono resi innocui tramite diverse precauzioni umane.

Agli animali viene cucita la bocca, vengono rimossi i denti solenoglifi e proteroglifi, quelli veleniferi tipici di cobra e viperidi, oppure rimosso il veleno. I serpenti vengono bagnati ripetutamente in acqua fredda, indeboliti e infreddoliti perché risultino meno reattivi. Tutte pratiche che portano alla morte dell’animale in poco tempo e che di magico non hanno assolutamente nulla.

Bibliografia
Das, C.S. Declining snake population—why and how: a case study in the Mangrove Swamps of Sundarban, India. Eur J Wildl Res 59, 227–235 (2013). Halder, S., & Paul, S. (2022). Fang Under ‘Red Tape’: A Barrier for Underutilisation of Human Resource (Case of Snake Charmers, India). South Asian Survey, 29(2), 213-242.
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