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Strutture sotto la piramide di Chefren a Giza: verità o bufala? Tutti i dubbi sulla presunta scoperta

La notizia sulle nuove strutture scoperte sotto piramide di Chefren a Giza in Egitto da Corrado Malanga, Filippo Biondi, Armando Mei e Nicole Ciccolo potrebbe essere infondata. Mancano infatti evidenze accademiche, tutti gli studi precedenti smentiscono questa presunta scoperta, e gli autori dello studio sono vicini al mondo dell'ufologia e delle pseudoscienze.

25 Marzo 2025
18:15
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Strutture sotto la piramide di Chefren a Giza: verità o bufala? Tutti i dubbi sulla presunta scoperta
piramide chefren strutture sotterranee

Sta circolando molto la notizia della presunta scoperta di vaste strutture artificiali al di sotto della piramide di Chefren sull'altopiano di Giza, in Egitto, a opera del Progetto Chefren (The Khafre Research Project SAR Technology) condotto da Corrado Malanga, Filippo Biondi, Armando Mei e Nicole Ciccolo. Questa presunta scoperta però solleva numerosi dubbi sia metodologici che nel merito della ricerca stessa.

In particolare, il team ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi il 15 marzo di aver usato dati prodotti grazie a una tecnica radar chiamata SAR (Synthetic Aperture Radar, “radar ad apertura sintetica”), grazie ai quali avrebbero individuato vicino alla base della piramide di Chefren 5 nuove camere sconosciute collegate tra loro e 8 strutture cilindriche verticali cave simili a pozzi circondati da percorsi discendenti elicoidali, che affonderebbero nel sottosuolo dell'altopiano di Giza fino ad almeno 648 metri di profondità terminando in due grandi cubi di lato 80 metri. Gli autori dello studio parlano anche di strutture artificiali a ben 2 km di profondità sotto le piramidi egizie.

Ci sono molti motivi per dubitare di queste affermazioni. In primo luogo, il Progetto Chefren non sembra esistere da nessuna parte negli ambienti accademici né in Rete se non nel canale YouTube di Nicole Ciccolo, che non è nuovo a contenuti pseudoscientifici come radioestesia, simboli occulti e, naturalmente, alieni e piramidi. La conferenza stampa è stata postata in questo canale YouTube il 22 marzo, e in descrizione non si trova un link a un qualche paper scientifico ma un IBAN per le donazioni. Al momento non siamo riusciti a reperire nessun articolo scientifico sulla ricerca (l'unico, a firma di Biondi e Malanga, risale al 2022 e riguarda la Grande Piramide di Giza, quindi un'altra piramide) o altri documenti accademici che permettano di valutare la validità degli studi effettuati.

Documenti che sarebbero quanto mai necessari di fronte a un'affermazione così importante, dal momento che tutti gli studi fatti in precedenza con tecniche non invasive come le tomografie a muoni hanno dimostrato ripetutamente, per esempio con l'autorevole progetto ScIDEP (Scientific Investigation of Egyptian Pyramids) che nella piramide di Chefren oltre alle camere già note c'è solo solida pietra. Senza contare che le affermazioni del Progetto Chefren si basano su dati SAR, che è una tecnica di analisi delle superfici e dunque non è chiaro come il team abbia potuto ottenere dati significativi a centinaia di metri nel sottosuolo. Un altro aspetto non chiaro è come di preciso gli autori abbiano realizzato una ricostruzione così dettagliata a partire dai dati raccolti.

Altri dubbi sorgono andando a indagare le biografie degli autori del presunto studio. Corrado Malanga, per esempio, ex ricercatore in chimica organica, è noto per la sua massiccia presenza nell'ambiente dellufologia e il suo sostegno a fenomeni a dir poco controversi come i rapimenti alieni. Non è un caso infatti che la presunta scoperta sia stata ripresa con toni entusiasti non da testate autorevoli o di settori ma da progetti pseudoscientifici o che diffondono teorie del complotto, come The Reese Report di Greg Reese, noto propugnatore della teoria secondo cui le piramidi di Giza fossero una fantomatica “centrale” per la produzione di energia, e che vede nel lavoro di Malanga e colleghi una “prova” di questa fantasiosa ipotesi.

Per questi motivi – e altri – diversi progetti di debunking nazionali ed esteri (come bufale.net e Snopes) sono concordi nel ritenere che non sussistono al momento elementi che validino le affermazioni annunciate dal Progetto Chefren. In questi casi è sempre bene dubitare fino a che non arriveranno – se arriveranno – prove sufficientemente solide per sostenere affermazioni così clamorose.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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