Dopo qualche mese dal lancio del social network Threads di Meta, il 14 dicembre 2023 la app dell'azienda di Mark Zuckerberg che si pone come rivale di X (l'ex Twitter) sbarcherà anche in Italia, così come in tutta Europa. Proprio come X, Threads permetterà di pubblicare post testuali utilizzando degli hashtag, foto e video, il tutto mantenendo una perfetta sincronizzazione con il proprio account Instagram: verranno infatti mantenuti sia le credenziali di accesso che i follower del profilo.
Il lancio della piattaforma social in Europa non è stato ufficializzato da Mark Zuckerberg, tuttavia l'azienda statunitense ha lasciato un paio di indizi in rete che lasciano poco spazio a ulteriori dubbi. Vediamo quali e spieghiamo a cosa è dovuto il ritardo del rilascio di Thread in Europa.
Gli indizi del lancio di Threads in Europa
Innanzitutto, sul sito ufficiale di Threads è comparso un conto alla rovescia che terminerà il 14 dicembre alle 12:00. Sullo sfondo si notano delle sfere che fluttuano formando il simbolo dell'applicazione; è possibile interagire con la pagina web ruotando la visuale e zoomando sui dettagli.
Un altro indizio si ha all'interno dell'app Instagram. Cercando la parola chiave “biglietto”, infatti, lo smartphone vibrerà ed apparirà l'icona di un biglietto rosso nella barra di ricerca.
Cliccando sull'icona verrà visualizzato poi l'easter egg di un biglietto riportante il logo di Threads che ruota. Sul biglietto troviamo un conto alla rovescia analogo a quello nel sito ufficiale della piattaforma.
Sul biglietto rotante è riportato un QR-Code che, se scannerizzato, ci porterà alla pagina di download dell'applicazione che al momento risulta ancora non disponibile.
Perché arriva in Europa soltanto ora
La prima versione di Threads è stata rilasciata il 6 luglio nel Regno Unito e agli Stati Uniti. L'applicazione ha raggiunto i 2 milioni di utenti dopo appena 2 ore dal suo lancio e i 100 milioni dopo 5 giorni. Perché allora ci ha messo così tanto per essere rilasciata nel Vecchio Continente?
Il motivo sarebbe da imputare all'approccio normativo dell'UE che prevede un maggior controllo sull'utilizzo dei dati degli utenti che utilizzano piattaforme online. Per consentire l'approdo in Europa, infatti, Meta ha dovuto trovare una soluzione che rispetti i vincoli dettati dal Digital Markets Act (DMA) che definisce dei criteri europei per qualificare le grandi piattaforme online (dette “Gatekeeper”). Tra la lista di cose che le piattaforme Gatekeeper non possono più fare, secondo il DMA, si legge:
tracciare gli utenti finali al di fuori del servizio principale della piattaforma dei gatekeeper allo scopo di pubblicità mirata, senza che sia stato concesso un consenso effettivo
Non è la prima volta che Meta deve scendere a patti con le normative europee sull'ultilizzo dei dati degli utenti. Nelle scorse settimane, infatti, l'azienda ha introdotto piani a pagamento opzionali per Facebook e Instagram proprio per dimostrare l'assenso alla profilazione dei dati da parti degli utenti che scelgono di mantenere la membership gratuita.
Con ogni probabilità è stata la necessità di uniformarsi al DMA a dettare i lunghi tempi di sbarco in Europa del nuovo social di Mark Zuckerberg. Si ipotizza infatti che l'esperienza utente per gli utenti europei potrebbe essere leggermente diversa rispetto a quella degli altri Paesi proprio per andare incontro a tale normativa.
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