Grazie ai dati e alle immagini satellitari possiamo osservare come è cambiato l'arcipelago di Tonga prima e dopo l'eruzione.
Il 15 gennaio 2022 una violenta eruzione nell'arcipelago di Tonga ha causato uno tsunami con onde alte circa un metro. In seguito alla rottura di un cavo sottomarino, l'arcipelago è rimasto senza connessione internet, oltre al fatto che anche i collegamenti telefonici sono sospesi e i voli sono limitati a causa delle abbondanti ceneri emesse durante l'eruzione. Quantificare i danni è quindi estremamente complesso.
Per cercare di risolvere questo problema è stato attivato l'International Disaster Charter, un programma internazionale che si pone come obiettivo quello di raccogliere dati e immagini satellitari da diverse agenzie a livello mondiale, così da creare per particolari disastri (come quello di Tonga ) un database con i migliori dati disponibili. Come vedremo, abbiamo ora nuove immagini, come quelle dell'isola di Nomuka, sulla quale il 97% degli edifici risulta danneggiato dall'eruzione.
Le immagini satellitari del prima e dopo
La distruzione dell'arcipelago di Tonga, come abbiamo anticipato, è stata catturata da alcuni satelliti. Tramite le immagini inedite che vedete qui sotto, è stato possibile iniziare a quantificare i danni generati dall'eruzione e dal successivo tsunami. Per quanto riguarda le isole vulcaniche Hunga Tonga – Hunga Ha'apai (che ricordiamo essere la parte emersa del vulcano sottomarino) ormai sono quasi totalmente sparite. Fortunatamente si trattava di isole disabitate, la cui superficie è passata in un attimo da 4,5 km2 a 0,25 km2!
Per quanto riguarda invece la distruzione dei centri abitati, al momento non si hanno ancora immagini in alta risoluzione di Nuku'alofa, la capitale del regno di Tonga – probabilmente saranno disponibili nei prossimi giorni. Sono però disponibili dati in merito all'isola di Nomuka: nell'immagine sottostante si vede chiaramente come il centro abitato (a sinistra) sia stato interamente coperto di cenere (a destra). Dalle prime analisi si stima un danneggiamento degli edifici nell'area pari al 97%, cioè di 246 edifici sui 254 presenti.