In seguito alla violenta eruzione vulcanica che lo scorso sabato 15 gennaio ha colpito l'arcipelago di Tonga (nell'Oceano Pacifico meridionale), le comunicazioni con le isole si sono in gran parte interrotte, non permettendo di quantificare i danni provocati dall'eruzione e dal successivo tsunami. Ma per quale motivo non si riesce a comunicare?
Semplice, l'arcipelago si trova senza internet a causa della rottura del principale cavo sottomarino dell'area, responsabile della trasmissione dei dati dall'isola verso il resto del mondo. I cavi sottomarini sono infatti delle infrastrutture che permettono di trasmettere circa il 97% di tutto il traffico internet a livello globale. Per approfondire, trovate qui un nostro video sull'argomento.
Tornando a Tonga, possiamo dire che al momento è senza connessione internet, senza linea telefonica, con diffusi black-out elettrici e le uniche comunicazioni avvengono via satellite – comunicazioni rese comunque difficili a causa della massiccia presenza di ceneri vulcaniche in atmosfera.
Ma cosa sappiamo esattamente sulla rottura di questo cavo sottomarino? E quanto ci vorrà per ripararlo?
Cosa è successo al cavo sottomarino di Tonga?
A seguito della violenta eruzione vulcanica si è verificato uno tsunami che, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe tranciato un cavo sottomarino (trovate qui un video ad hoc sulla riparazione dei cavi sottomarini nel mondo). Più nello specifico il cavo coinvolto sarebbe il Tonga Cable (quello riportato in verde nell'immagine sottostante), cioè quel cavo lungo circa 827 km che collega Tongatapu (l'isola sulla quale si trova la capitale Nuku'alofa) e le isole Fiji. Si tratta di un cavo piuttosto recente la cui posa è avvenuta nel 2013, per un costo di circa 32 milioni di dollari – finanziati dall'Asia Developement Bank e dalla Banca Mondiale.
Lo tsunami generatosi in seguito all'eruzione avrebbe però causato la sua rottura a circa 37 km di distanza dalla costa di Tonga. La riparazione potrebbe non essere così semplice: il rischio di una nuova eruzione potrebbe mettere a rischio non solo l'imbarcazione necessaria per effettuare le riparazioni, ma anche le vite del personale tecnico. Questa la dichiarazione al Guardian dell'operatore Tonga Cable Ltd.:
Stiamo preparando le operazioni di riparazione per cercare di partire la prossima settimana. Se avremo fortuna, i cavi saranno riparati entro le prossime due settimane. […] La principale preoccupazione adesso sono le attività vulcaniche perché i nostri cavi si trovano più o meno nelle stesse zone.
Quello che sappiamo è che le riparazioni dovrebbero essere compiute dalla nave CS Reliance, ormeggiata al largo di Papua Nuova Guinea, a circa 4000 km di distanza. Prima di raggiungere Tonga, l'imbarcazione dovrà comunque fare scalo a Samoa per recuperare tutta l'attrezza tura necessaria per effettuare le riparazioni.