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31 Agosto 2024
13:00

Mappata una frana sottomarina nell’Atlantico: l’importanza per i rischi ai cavi di Internet

I ricercatori hanno mappato e studiato un'enorme frana sottomarina che 60.000 anni fa ha invaso l'Agadir Canyon, al largo del Marocco, percorrendo 2000 km a 60 km/h. Conoscerne la dinamica è importante per le conseguenze che questi eventi hanno sui cavi sottomarini su cui si regge la rete Internet.

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Mappata una frana sottomarina nell’Atlantico: l’importanza per i rischi ai cavi di Internet
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La frana sottomarina avvenuta nell’Oceano Atlantico 60.000 anni fa. Credit: Dr. Christoph Bottner, Aarhus University.

I ricercatori dell’Università di Liverpool sono riusciti a mappare e ricostruire l’evoluzione di una gigantesca frana sottomarina avvenuta circa 60.000 anni fa nell’Oceano Atlantico al largo della costa nord-occidentale dell’Africa. La frana, con un volume di 150 km3, ha percorso 2000 km alla velocità di 60 km/h ricoprendo una vastissima area del fondale. Individuare e studiare questi eventi è molto difficile e finora non era mai stata mappata una frana sottomarina così grande. Lo studio ha rivelato la dinamica di alcune frane sottomarine, la cui conoscenza è molto importante per le conseguenze che possono avere, per esempio, sui cavi sottomarini che trasportano il traffico Internet.

Lo studio della frana sottomarina nell’Atlantico

I ricercatori hanno analizzato più di 300 carote di sedimenti depositati dalla frana, prelevati nell’arco degli ultimi 40 anni dal fondale dell’Oceano Atlantico, al largo del Marocco. In particolare, per datare l’evento sono stati studiati i fossili di organismi marini contenuti al loro interno. I dati ottenuti, combinati con quelli batimetrici dell’area, hanno permesso di ricostruire il percorso compiuto dalla frana. La particolarità del fenomeno è che inizialmente si è trattato di una frana di entità relativamente modesta il cui volume, all’inizio pari a 1,5 km3, a causa del materiale inglobato lungo il tragitto è poi cresciuto di ben 100 volte (molto più di ciò che accade per le valanghe di neve e le colate detritiche terrestri, che si ingrandiscono da 4 a 10 volte).

Il flusso di materiale ha raggiunto i 200 m di spessore (l’altezza di un grattacielo) e, muovendosi con una velocità di circa 60 km/h, ha travolto tutto ciò che incontrava sul fondale. La frana ha percorso 400 km lungo l’Agadir Canyon, uno dei più grandi canyon sottomarini del mondo, scavando una trincea profonda 30 m e larga 15 km, e altri 1600 km sul fondale. I suoi sedimenti hanno invaso un’area delle dimensioni della Germania, ricoprendola di uno strato di sabbia e fango spesso più di 1 m. Si tratta della seconda più grande frana sottomarina mai documentata (la più grande è stata quella causata da un grave terremoto nel 1929 al largo della costa di Terranova, in Canada) e la prima di questa entità a essere ricostruita in modo dettagliato anche dal punto di vista dell’evoluzione.

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La nave da ricerca Maria S. Merian, che è stata usata per raccogliere i campioni di sedimenti della frana. Credit: Nico Augustin/GEOMAR

L’importanza dello studio per conoscere i potenziali rischi ai cavi di Internet

Le frane sottomarine, che possono essere causate da eventi quali piene fluviali, terremoti ed eruzioni vulcaniche, sono particolarmente difficili da individuare e mappare, quindi le nostre conoscenze a riguardo sono limitate. La ricostruzione della frana dell’Atlantico evidenzia il fatto che sul fondale oceanico possono verificarsi eventi di enorme portata, potenzialmente distruttivi. In particolare è emerso come questi fenomeni inizialmente possano risultare poco significativi e solo lungo il percorso crescere enormemente di dimensioni.

Le conseguenze delle frane sottomarine possono anche interessarci da vicino. Per esempio, possono coinvolgere i cavi sottomarini che trasportano tutto il traffico Internet globale e che costituiscono una rete sempre più estesa sui fondali (basti pensare che la loro lunghezza totale è pari a 1,4 milioni di kilometri). La rottura di questi cavi implica enormi disagi e costi per la riparazione. È ciò che è accaduto, per esempio, nel 2006 a Taiwan quando le frane sottomarine innescate da un terremoto hanno rotto i cavi, con danni molto gravi per i mercati globali e una spesa di milioni di dollari per la riparazione.

Le frane lungo i canyon sottomarini sono più o meno frequenti a seconda della posizione geografica, ma il cambiamento climatico in atto potrebbe accrescere la probabilità che si verifichino.

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