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Attimi di spavento e di sicuro un’esperienza da ricordare per Adrián Simancas, kayaker di 23 anni di origine venezuelana. L’uomo è finito per qualche secondo nella cavità orale di una megattera (Megaptera novaeangliae), uno dei cetacei più grandi sul nostro pianeta. L'evento, accaduto a Bahía El Águila nello Stretto di Magellano sabato 8 febbraio 2025, sono stati filmati dal padre, che si trovava a pochi metri di distanza e il video ha fatto il giro di tutto il mondo. Ma essere ingoiato per intero da una balenottera, in realtà, è fisicamente impossibile: queste balene, infatti, hanno un esofago largo quanto un pugno, un passaggio troppo stretto per permettere a una persona di finire nello stomaco. Inoltre, si nutrono normalmente di krill, noi esseri umani non rientriamo affatto nella loro dieta. Anche nel 2021 un’altra persona era finita inavvertitamente per pochi istanti nella bocca di una balena ed è stata rigettata fuori poco dopo. L’unica balena teoricamente in grado di ingoiare un essere umano per intero intero è il capodoglio, come è quasi successo in un caso documentato risalente a più di 150 anni fa.
Perché una megattera non può ingoiare una persona
Soprattutto in una zona molto frequentata come lo Stretto di Magellano, gli incontri tra megattere e esseri umani sono tutt’altro che rari, e queste balene mostrano spesso giocosa curiosità verso sub e naviganti. Nessuna balena ci considera una preda, ed è possibile che la megattera in questione non si fosse proprio accorta della presenza dell’uomo, che si è trovato per caso al posto sbagliato durante un pasto dell’animale. Le megattere si nutrono di krill, plancton e piccoli pesci ingoiando tutto d’un fiato enormi quantità d’acqua grazie ai loro possenti muscoli della mandibola, in grado di espandere la bocca in maniera considerevole.
Le prede vengono bloccate dai fanoni, che agiscono come una fitta rete di filtraggio che le trattiene ma permette all’acqua in eccesso di tornare all’esterno. Il kayaker ha dichiarato in un'intervista di aver sentito una sensazione viscida sfiorargli faccia, ed è probabile che si riferisse proprio ai fanoni.

Come i ruminanti, molte balene possiedono più stomaci per digerire il loro cibo in molteplici passaggi: la megattera ne ha tre, dalla capacità di centinaia di litri. Ma in proporzione il loro esofago è strettissimo, largo appena qualche centimetro anche nelle balene adulte, e nessuna persona sarebbe potuta passarci attraverso. Appena accortasi di avere nella bocca una “preda” molto fuori misura, la balena l’ha risputata subito; Simancas ha dichiarato di aver avuto appena il tempo di pensare a cosa dover fare, che era già fuori in superficie.
Altri casi di persone finite nella bocca delle balene
Una dinamica degli eventi molto simile è accaduta nell’Ottobre 2021 quando Michael Packard, pescatore di aragoste, è finito nella bocca (sempre di una megattera) mentre era immerso a Cape Cod, nel Massachusset. L’incontro di Packard è stato più traumatico e doloroso – ha perso il respiratore e si è dislocato un ginocchio a causa del forte risucchio – ma è stato altrettanto breve. La balena ha presto realizzato l’errore e ha ributtato fuori il sommozzatore. Il suo partner di immersione, alla richiesta da parte del 911 di spiegare come si era fatto male, ha detto “è una lunga storia”. Alla vicenda è dedicato un documentario, In the Whale, uscito nel 2023.
Per trovare un altro caso di evento simile dobbiamo andare indietro di 150 anni, all’epoca delle baleniere. C’è un caso documentato, registrato in un diario di bordo nel 1864, di un marinaio dal nome di Peleg Nye. Mentre tentava di arpionare la balena, in questo caso un capodoglio (Physeter macrocephalus), Nye sarebbe stato afferrato e trascinato sott’acqua. A differenza delle megattere, i capodogli sono predatori con una possente dentatura e mangiano anche prede di grossa taglia. Ma non fu il destino del marinaio, e dopo un po’ la balena lo lasciò andare. Nye se la cavò con brutti tagli e una gamba fratturata, e visse fino agli 80 anni.

Tra letteratura e verosimiglianza
Essere ingoiati per intero da una balena, per adesso, rimane un evento letterario, come nella parabola del profeta biblico Giona o nella favola di Pinocchio di Collodi. O come nel romanzo Whalefall di Daniel Kraus, uscito quest’anno un mese prima degli eventi dello Stretto di Magellano.
Il protagonista, alla ricerca dei resti del padre morto suicida in mare, finisce per caso a essere ingoiato da un capodoglio a caccia di un calamaro gigante, una delle sue prede naturali. In questo caso, lo sfortunato sommozzatore viene trascinato attraverso l’esofago, che in questa specie di balena è in teoria largo appena a sufficienza per il passaggio di una persona, per finire dritto in uno dei suoi stomaci. Avvolto dalla bioluminescenza delle altre prede digerite dell’animale, dovrà fare i conti con ferite, aria in esaurimento e succhi gastrici per trovare una via di fuga.
Il racconto, per quanto inusuale, è stato scritto con la consulenza di esperti di anatomia e comportamento dei capodogli, e l’eventualità di essere ingoiati per intero da una balena (e sopravvivere), per quanto molto improbabile, rimane scientificamente possibile, ma solo se parliamo, appunto, di capodogli.