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19 Ottobre 2022
14:25

Vetro soffiato: dal distretto del vetro artistico di Murano alla soffiatura meccanica

La tecnica del vetro soffiato, tipica del distretto di Murano, prevede la soffiatura di aria all’interno di una massa in vetro fuso. Vediamo nel dettaglio come funziona.

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Vetro soffiato: dal distretto del vetro artistico di Murano alla soffiatura meccanica
Vetro soffiato

La tecnica del vetro soffiato è chiamata così perché è il risultato del soffio dei mastri artigiani all’interno della tradizionale canna. È una tecnica storicamente artigianale ma è stata poi declinata in chiave industriale per la produzione degli articoli che usiamo ogni giorno: bottiglie, vasi, caraffe, calici, contenitori e altri oggetti in vetro cavo. Vediamo quali sono le sue principali caratteristiche e per quale motivo il distretto di Murano è così importante a livello mondiale.

Il distretto del vetro artistico di Murano

La produzione per soffiaggio nel distretto del vetro artistico di Murano, vicino Venezia, rappresenta una vera e propria eccellenza italiana nel mondo. La tecnica di soffiaggio del vetro risale al I secolo a.C. ma l'effettiva nascita del distretto di Murano avviene nel 1200, quando il doge di Venezia decide di spostare le fornaci presenti tra le case veneziane sull’isola di Murano, per scongiurare gli incendi frequenti.
Da allora nasce il distretto del vetro artistico di Murano, dove oggi si contano 150 imprese con 1.100 addetti che generano un fatturato di circa €165 milioni all’anno (Confindustria Venezia, 2021).

Come si produce un oggetto in vetro soffiato?

Il vetro si ottiene dalla sabbia mediante fusione a temperature altissime e raffreddamento rapido. La prima cosa da fare è estrarre una porzione di vetro dal forno, utilizzando la tradizionale canna da soffio, un tubo lungo circa 1 metro e mezzo. La massa incandescente, alla temperatura di circa 800°C si attacca all’estremità della canna. Questo è reso possibile dalla particolare struttura del vetro che, anche nella sua forma fusa, presenta un’elevata viscosità. Il vetro, non avendo una struttura ordinata, non ha un vero e proprio punto di fusione ma diventa sempre più liquido man mano che la temperatura aumenta; infatti, anche a 800°C, non è propriamente liquido ma è un "blob" incandescente che ricorda il miele. Per questo motivo, durante e dopo l’estrazione del materiale dalla fornace l’artigiano continua a ruotare la canna, cercando di evitarne la caduta, proprio come si fa con il coglimiele.

vetro fuso

L’artigiano fa rotolare la preforma in vetro su un tavolo metallico e da questo momento inizia il processo di sagomatura. Per creare la cavità all’interno della massa l’artigiano inizia a insufflarvi l’aria, soffiando nella canna. Durante tutto il processo il pezzo viene periodicamente inserito in un secondo forno per mantenere la temperatura di esercizio costante e mai al di sotto dei 600°C, altrimenti il vetro sarebbe troppo rigido da modellare!

Vetro soffiato artigiano

È il momento delle decorazioni. Per questo step si utilizzano strumenti come la borsella, la pinza in ferro usata per modellare, e la tagiante, particolari forbici usate per tagliare il vetro nelle fasi iniziali di lavorazione. Questi sono solo alcuni degli attrezzi che si possono utilizzare per arrotolare fili colorati sulla superficie o per incorporarli, per aggiungere foglie d’oro o per creare precisi motivi decorativi.

decorazione del vetro

Quando la decorazione è terminata il pezzo è trasferito su un’altra asta metallica che viene immersa in quella che sarà la parte superiore del manufatto, per permettere all’artigiano di liberare la canna e modellare la parte inferiore. Ancora attaccato a quest’ultima asta il pezzo viene inserito nel forno per la ricottura in cui la temperatura è lentamente abbassata per evitare che il vetro si rompa. L’asta viene separata dal pezzo attraverso un processo di incisione e attraversa lo step di raffreddamento. Seguiranno poi i processi di taglio, definizione e lucidatura dei bordi.

Il processo di lavorazione artigianale del vetro soffiato viene eseguito da almeno due persone e impiega un tempo di soffiaggio che varia da 5 minuti a 2 ore. Ecco perché gli oggetti prodotti in questo modo sono molto costosi!

La produzione industriale

Assolutamente no. Il processo artigianale è stato trasformato in modo da poter realizzare in fabbrica oggetti molto più economici da utilizzare nella nostra quotidianità.
Il primo passo di standardizzazione prevede l’utilizzo di stampi, dentro il quale l’artigiano lascia cadere la massa incandescente prima di soffiare. A contatto con le freddi pareti dello stampo, il vetro inizia a diventare solido. In questo modo la modellazione della forma non dipende dalla maestria del soffiatore ed è possibile realizzare una certa serialità.

Stampo vetro soffiato

Ma non siamo ancora arrivati alla produzione industriale vera e propria!
La produzione di oggetti come le bottiglie è meccanizzata e ad alto volume, motivo per cui si utilizzano aria compressa e macchine per soffiare il vetro fuso in stampi raffreddati, accelerando molto la velocità di produzione. Questo è l’unico metodo che consente di ridurre i costi e di realizzare lotti minimi da 10.000 pezzi (Thompson, 2007).

Per il processo meccanizzato di soffiatura il vetro è portato ad una temperatura di circa 1150°C, per cui è molto più fluido rispetto alla lavorazione artigianale. La massa fusa scorre e viene tagliata a gocce di una precisa dimensione. La goccia è iniettata nello stampo, a cui aderisce grazie all’aria insufflata dalla macchina; in questo modo si ottengono prodotti con uno spessore delle pareti controllato.
Così come nella lavorazione artigianale, anche in questo caso il soffiaggio avviene in due step, durante i quali il pezzo viene capovolto di 180°. Il vetro si raffredda contro i lati dello stampo prima che questo si apra e rilasci la parte.

Il vetro è l’unico materiale che può essere soffiato?

No. La tecnica del soffiaggio è utilizzata anche per la plastica. Si utilizza, ad esempio, per realizzare i contenitori in plastica per il detersivo o le tipiche bottiglie in PET.

In realtà anche il metallo può essere soffiato, sebbene in maniera un po’ diversa. La tecnica FiDU (dal tedesco, formatura a pressione interna libera) prevede la saldatura ai bordi di sottili lastre di metallo in cui viene soffiata dell’aria che le rende tridimensionali. In questo modo anche due fogli di metallo possono diventare un palloncino!

Bibliografia

  • Confindustria Venezia, Il piano industriale dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo (2021):
  • R. Thompson, Manufacturing Processes for Design Professionals (2007)
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