Un carro armato "saltellante" e capace di sparare a 360°: no, non si tratta di uno strano veicolo proveniente da qualche film di fantascienza, ma di un brevetto realmente depositato nel 1942. Per quanto folle, questa idea aveva come obiettivo principale quello di risolvere alcuni problemi comuni tra i carri armati, anche se, come vedremo, finì per crearne di nuovi e ben più gravi.
L'idea del carro armato saltellante
Prima di vedere le caratteristiche tecniche di questo mezzo, credo sia interessante capire da dove nasce quest'idea. All'epoca infatti i carri armati avevano varie problematiche, come ad esempio:
- la protezione del mezzo, che era principalmente frontale;
- cambiare direzione richiedeva tempo, visto che i mezzi erano pensati per avanzare soprattutto in linea retta, e durante le curve avrebbe potuto esporre al nemico i lati meno corazzati;
- la torretta poteva essere girata solo in direzione di un bersaglio, rimanendo scoperti alle spalle mentre si sparava.
Tenuti a mente questi difetti, si pensò che una possibile soluzione a questi problemi potesse essere un carro armato dalla forma simmetrica, capace di fornire la stessa protezione e la stessa potenza di fuoco a tutto tondo.
Il progetto del carro armato saltellante
Nacque così un'idea apparentemente folle: quella di un carro armato di forma rotonda, capace di offrire le stesse capacità offensive e difensive a tutto tondo. Ovviamente un mezzo del genere sarebbe complicato da muovere su cingoli o ruote, e dunque nacque l'idea di inserire una sorta di gamba telescopica capace di "lanciare" in aria la cabina e di farla atterrare in sicurezza più avanti lungo il percorso. Questa tecnica, tra l'altro, avrebbe permesso al carro armato a terra di non avere zone vulnerabili e di tramutarsi in un vero e proprio bunker di metallo. La struttura principale era costituita da una cabina a forma di "ciambella", così da accomodare i movimenti del pistone.
Complessivamente erano presenti 6 armi da fuoco separate di 60° l'una dall'altra, ciascuna delle quali con un raggio di movimento pari a 45°: questo avrebbe permesso di ridurre al minimo gli angoli ciechi tra un'arma e la successiva. Ovviamente il cuore del carro era il suo "piede", necessario per compiere i balzi: si trattava di un pistone retraibile a base ottagonale che, a differenza di quanto potremmo pensare, non era azionato da un sistema idraulico ma da esplosioni di gas all'interno di un'apposita camera. In pratica, si tratta dello stesso principio che aziona i pistoni nel motore di un'auto, ma più in grande. Per azionarlo il carburante sarebbe stato iniettato nella parte superiore del cilindro tramite cavi estensibili e, con una singola detonazione, l'espansione del gas avrebbe permesso al veicolo si saltare verso l'alto, spostandosi e allontanandosi da potenziali pericoli.
Come ultima informazione tecnica viene citato il numero di membri a bordo che è pari a 8:
- 6 soldati, uno per ogni arma;
- un pilota;
- un comandante.
Le critiche al progetto
Se questo carro armato non fu mai realizzato un motivo c'è… anzi, più di uno.
Partendo dal meccanismo di salto, all'interno del brevetto non viene mai fatta menzione del possibile impatto sulla salute e sul confort degli occupanti: per quanto potesse essere contemplato un sistema di ammortizzatori, è probabile che l'interno del carro sarebbe stato non sono "movimentato", ma anche prendere la mira sarebbe stato quasi impossibile.
Un altro aspetto critico è legato al fatto che tutta la massa del carro sarebbe concentrata in un singolo punto, il piede ottagonale. Di conseguenza, è probabile che nella maggior parte dei terreni il carro sarebbe sprofondato, non riuscendo a svolgere i successivi salti. Nel migliore dei casi il carro sarebbe rimasto semplicemente incastrato, nel peggiore il piede si sarebbe potuto rompere, causando il ribaltamento della cabina. Stesso discorso anche per l'atterraggio in aree con una pendenza anche minima che potrebbero facilmente causare il ribaltamento del mezzo. Secondo l'autore del brevetto questo problema sarebbe stato risolto in seguito utilizzando due stabilizzatori giroscopici, ma non sono stati forniti dettagli tecnici in merito.
Insomma, queste – sommate ad altre criticità – hanno fatto sì che questo mezzo non sia mai stato realizzato e che sia rimasto solo una curiosa idea depositata in un ufficio brevetti.
Piccola curiosità: l'uomo dietro a questo assurdo brevetto si chiama Henry Wallace. Sulla sua vita non abbiamo molte informazioni, se non i suoi due brevetti: uno è quello del carro armato saltellante, l'altro è quello di una penna flessibile a forma di serpente da arrotolare sul polso.