
Espressioni come “avere sale in zucca” e “cum grano salis” derivano dal valore non solo economico, ma anche simbolico e culturale che il sale aveva nelle civiltà antiche. In passato, infatti, il sale era indispensabile per la conservazione dei cibi e per altre funzioni. Di conseguenza era considerato un bene prezioso, al punto che in alcuni casi era usato come sistema di pagamento. Anche le espressioni delle quali il sale è “protagonista” sono antiche: entrambe risalgono alla civiltà romana. Originariamente le due espressioni non erano collegate all’intelligenza, ma avevano altri significati. Avere del sale conservato in una zucca, per esempio, significava essere ricchi.
Il valore culturale e religioso del sale
In passato, il sale era un alimento molto prezioso e serviva non solo per insaporire i cibi, ma anche per molte altre funzioni. In particolare, era usato come medicinale e per la conservazione degli alimenti (un uso rimasto ancora oggi in alcune preparazioni: merluzzo essiccato e salato, capperi sotto sale, ecc.), secondo un sistema sperimentato sin dal neolitico. Grazie alla sua importanza nella vita quotidiana, talvolta era utilizzato persino come moneta: i soldati romani in alcune occasioni erano pagati in sale (da questo derivano la parola “salario” e frasi come “conto salato").

Non sorprende, perciò, che il sale fosse importante non solo come sul piano economico, ma anche come su quello culturale.
In numerose religioni del passato esistevano riti dei quali il sale era protagonista: i culti dell’antico Egitto, nei quali serviva anche per la mummificazione; il paganesimo greco-romano, le religioni dell’America precolombiana.
Allo stesso modo, il sale aveva (e ha ancora oggi) grande importanza nella cultura giudaico-cristiana: nella Bibbia è menzionato ben 35 volte volte; nel Vangelo di Marco è citato nel celebre Discorso della Montagna da Gesù, che, rivolto agli apostoli, afferma: «Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà?»

Le espressioni idiomatiche sul sale
L’associazione tra sale e intelligenza è presente in due espressioni: una citata abitualmente in latino, cum grano salis; una in italiano, avere sale in zucca. Entrambe le espressioni hanno origine nella civiltà di Roma antica.
Cum grano salis
Cum grano salis letteralmente significa “con un granello di sale” ed è usata nella frase “agire cum grano salis”, con il significato di comportarsi con avvedutezza e prudenza.
L’espressione deriva quasi certamente da un passaggio di Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia, parlando di un medicinale osservò che doveva essere ingerito con un granello di sale (l’espressione esatta “addito salis grano”, cioè dopo aver aggiunto un granello di sale). Da questo cenno la frase è passata nelle lingue moderne, o nella versione latina modificata (cum grano salis), o in traduzione, come in genere avviene in inglese (take with a grain of salt).

Avere sale in zucca
Anche l’espressione avere sale in zucca nasce al tempo di Roma antica. Tuttavia in origine non significava essere intelligenti, ma essere ricchi. Nella civiltà romana, infatti, era comune conservare il sale in una zucca scavata a mo’ di recipiente e, poiché era una merce preziosa, avere sale in zucca voleva dire di essere benestanti. Con il passare degli anni l’espressione ha cambiato significato perché la parola “zucca” è diventata un sinonimo colloquiale di “testa”. Avere sale in zucca, perciò, ha assunto il significato di essere intelligenti.