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Spesso, nelle rappresentazioni cinematografiche o televisive delle grandi battaglie dell'antichità e del medioevo, vediamo mischie furibonde, con le due formazioni che si scontrano e si scompaginano in una serie di spettacolari duelli individuali. Naturalmente si tratta di una trovata scenica: prima dell'invenzione delle uniformi (a partire dal XVII secolo) riconoscere un amico da un nemico sul campo di battaglia sarebbe stato molto difficile. Proprio per questo motivo assumeva la massima importanza il cercare di mantenere la propria formazione, oltre che lo stringersi attorno a stendardi e bandiere, che rappresentavano i reparti militari di appartenenza. Vediamo la questione nello specifico.
Come si svolgevano le battaglie medioevali: la formazione
Quanto si vede spesso nei film, ovvero i due eserciti avversari che impattano l'uno contro l'altro per poi mischiarsi con i diversi guerrieri che si affrontano individualmente in una serie di duelli, nella realtà non accadeva praticamente mai. Il perché è presto detto. Per far combattere una massa di uomini non contavano unicamente le tattiche e le strategie, ma da sempre nella storia militare si sono tenuti in considerazione aspetti come il morale e la psicologia. Sapere di stare affrontando il pericolo della morte genera risposte psicologiche diverse a seconda che lo si faccia da soli o fianco a fianco dei propri compagni.

Mantenere la formazione, oltre che dare un senso di supporto e collaborazione reciproci, permetteva ai comandanti di controllare al meglio le loro unità sul campo di battaglia. Far muovere un gruppo di guerrieri disciplinati in formazione compatta è sempre stato molto importante nella storia militare. Quando le due formazioni nemiche giungevano al contatto, i soldati spesso si affrontavano frontalmente, su più file, cercando di spingere e colpire i propri avversari. I fianchi dei due eserciti erano solitamente protetti da unità più leggere o dalla cavalleria.

Obiettivo dello scontro è sempre stato nella tecnica militare il cercare di mettere più pressione possibile sull'avversario, in maniera tale che questo ad un certo punto non riesca più a reggerla e si dia alla fuga. In tutta la storia militare, solitamente, la vera carneficina avveniva proprio quando uno dei due contendenti dava le spalle al nemico per fuggire, piuttosto che durante lo scontro vero e proprio.
Le uniformi e le bandiere
Altra ragione per la quale sarebbe stato molto difficile combattere come si vede nei film, è banalmente il riuscire a distinguere nemici e amici in epoche precedenti all'invenzione delle uniformi, che cominciarono a diffondersi a partire dal XVII secolo. Gli autori di film e serie TV superano questo problema rappresentando i due eserciti con colori dominanti diversi, o addirittura con armi e armature tutte uguali. Ciò nell'antichità o nel medioevo sarebbe stato impossibile, per via dell'assenza di qualunque oggetto prodotto in serie.
Un certo livello di standardizzazione dell'equipaggiamento venne raggiunto nell'esercito romano, ma ad esempio, due eserciti medievali dell'Europa Occidentale in procinto di affrontarsi, sia che fossero composti da cavalieri nobili o da leve di contadini o cittadini, si sarebbero presentati sul campo di battaglia con ciò che avevano, senza alcun tipo di omologazione. Insomma, nel corso della Guerra dei Cent'Anni (1337-1453), ad esempio, il lunghissimo conflitto che contrappose la Francia e l'Inghilterra nel tardo medioevo, sarebbe stato impossibile distinguere un guerriero francese da uno inglese sulla base di vestiario o armamento.

Per questo motivo, durante tutti i conflitti di epoca premoderna, sarebbero stati importantissimi gli stendardi e le bandiere. Riconoscendo sul campo di battaglia i simboli della propria città, del proprio re, oppure del proprio signore, un guerriero avrebbe potuto facilmente capire dove si trovavano i suoi compagni e rientrare nella formazione. Ovviamente, impadronirsi delle bandiere nemiche durante lo scontro, oltre che avere forti ripercussioni sul morale dei nemici, toglieva loro i punti di riferimento.

Per vedere un qualche tipo di omologazione degli eserciti bisognerà attendere l'età moderna, anche se alcuni esempi sono più antichi: gli opliti dell'antica Grecia ad esempio dipingevano sui loro scudi alcuni simboli per identificare la loro famiglia o la loro città di appartenenza, mentre nel Medioevo gli ordini cavallereschi religiosi si riconoscevano grazie ai simboli sui mantelli. Nel Giappone feudale, soldati e samurai spesso portavano sulla schiena i cosiddetti sashimono, delle piccole bandierine col simbolo del proprio clan.

A partire dal XVII secolo, il processo di accentramento del potere nelle diverse monarchie europee portò i sovrani a detenere un potere assoluto che permetteva loro di dirigere al meglio le risorse dello stato, soprattutto in campo militare. Potendo mantenere eserciti più grandi, i sovrani di Francia e Svezia furono fra i primi a imporre colori di riconoscimento negli abiti dei propri soldati. Era appena nata l'uniforme militare per come la conosciamo.
