Tra agosto e ottobre un numero sempre più elevato di persone è colpito da una sindrome allergica di tipo respiratorio provocata dal polline dell’ambrosia (Ambrosia artemisiifolia), una pianta alloctona e infestante proveniente dal Nord America. È una specie aliena invasiva che crea problemi sanitari con sintomi allergici molto severi nei soggetti sensibili: starnuti, rinite, irritazione agli occhi e crisi di asma. Inoltre, il genere Ambrosia produce diversi tipi di composti organici in grado di inibire la germinazione e la crescita di altre piante, dunque la presenza di Ambrosia artemisiifolia provoca anche danni alle coltivazioni soprattutto di mais, girasole e soia.
Un aspetto preoccupante è che il proliferare di questa pianta e la sua emissione di polline sono favoriti dall'incremento di CO2 e delle temperature, e dunque dal cambiamento climatico. Il polline tende a deteriorarsi rilasciando rapidamente allergeni in presenza di alte concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e ozono (O3), inquinanti tipici delle zone urbane: questo provoca l'aumento del rischio di allergie nelle gradi città: recenti studi indicano infatti che il fenomeno è in aumento nella Pianura Padana, dove almeno il 16% della popolazione soffre di allergia all’ambrosia.
Che cos’è l’ambrosia, da dove proviene e quando fiorisce
L'ambrosia, appartenente alla famiglia Asteracee, è una pianta erbacea annuale alta dai 20 cm fino a oltre 1 m con infiorescenze verdi-giallastre. Le infiorescenze maschili producono grandi quantità di polline che si disperdono nell’aria. Dopo una pioggia, il polline si frammenta in particelle più piccole che vengono inalate ancor più facilmente. Una pianta può produrre anche 2,5 miliardi di granuli di polline e circa 60.000 semi. Questi ultimi sono molto resistenti e riescono a germinare anche dopo 40 anni. È una pianta molto resistente soprattutto al caldo e la sua proliferazione è favorita da ambienti soleggiati, aperti e privi di ombreggiamento, su pietraie e suoli aridi e degradati. Si adatta bene ad ambienti urbani e cresce su cigli stradali, aiuole spartitraffico, zone industriali abbandonate, piazzali, parcheggi e cantieri. Fuori dalle aree urbane si moltiplica facilmente in campi incolti, lungo le linee ferroviarie o lungo gli argini.
L’ambrosia è arrivata in Europa dal Nord America, trasportata accidentalmente insieme a derrate alimentari, soprattutto cereali. Si è diffusa inizialmente nei Paesi del Baltico per poi propagarsi in tutta Europa. In Italia è presente dai primi del Novecento: attualmente l’area del Milanese e le zone a ovest di Milano sono le più infestate d’Italia e fra le più contaminate d’Europa. La pianta fiorisce i primi di agosto e provoca allergie dalla fine di agosto fino alla fine di settembre o ottobre.
Come controllare la specie
La specie non può essere eradicata completamente, ma può essere controllata se viene estirpata in modo costante e ripetuto fra aprile e luglio di ogni anno prima che si sviluppino le infiorescenze e poi i semi. In particolare, andrebbero eseguiti due sfalci delle erbe, il primo entro l’ultima settimana di luglio e il secondo tra la metà e la fine di agosto. Nelle coltivazioni viene spesso utilizzato il diserbo chimico. Di recente si sta sperimentando come agente biologico di controllo della specie un coleottero Crisomelide (Ophraella communa), anch’esso di origine nordamericana, che si ciba di ambrosia.
Precauzioni utili in caso di allergia
L’ATS della Città Metropolitana di Milano e altre Aziende Socio Sanitarie locali forniscono i seguenti consigli pratici per ridurre l’esposizione al polline di ambrosia.
- Controllare su apposite App i bollettini dei pollini. Proprio in relazione all’aumento delle allergie da polline in Italia è stata istituita dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente un rete di monitoraggio chiamata POLLNet che ha proprio il compito di monitorare la qualità dell’aria anche in relazione alle componenti biologiche presenti in dispersione nell’aerosol in atmosfera.
- Evitare di uscire all’aperto quando le concentrazioni sono elevate. Le concentrazioni di polline aumentano nelle giornate secche e ventose.
- Evitare di uscire subito dopo una pioggia perché le particelle di polline si frammentano e arrivano più facilmente nelle vie respiratorie.
- Nei periodi di maggior concentrazione di polline tenere chiuse le finestre e i finestrini dell’auto utilizzando il condizionatore.
- Dopo le attività all’aperto rimuovere il polline dagli abiti, dalla pelle e dai capelli.
- Spolverare spesso e utilizzare l’aspirapolvere per rimuovere il polline dalle superfici.
- Usare mascherine antipolvere e occhiali scuri durante i lavori all’aperto per ridurre l’inalazione e il fastidio agli occhi aumentato dal sole.
- Evitare il fumo che incrementa l’irritazione delle mucose e delle vie respiratorie.
Le terapie farmacologiche e l’uso di antistaminici vanno invece prescritti da un medico anche seguendo le apposite Linee Guida Internazionali.