Amazon ha deciso di rivedere la sua politica dei resi e riduce il periodo di restituzione di molti articoli elettronici di consumo, come computer, videogiochi e fotocamere. A partire dal 25 marzo 2024 gli articoli di alcune categorie potranno essere restituiti entro 14 giorni dalla data di acquisto e non più dopo 30 giorni. A renderlo noto è lo stesso colosso dell'e-commerce di Jeff Bezos con sede a Seattle, in un comunicato ufficiale inviato agli utenti tedeschi, ma la novità riguarda anche noi in Italia. Tra le possibili motivazioni che hanno portato a questa decisione potrebbero esserci gli elevati costi di gestione dei resi e l'impatto ambientale di questi ultimi.
Cosa cambia con le nuove politiche sui resi di Amazon
Il colosso dell'e-commerce, nella nota ufficiale che ha diffuso, ha specificato di aver pianificato le cose in modo tale da consentire agli utenti di abituarsi alle modifiche attuate. Nella comunicazione, infatti, si legge che nel periodo compreso tra il 25 marzo e il 25 aprile sarà ancora possibile continuare a richiedere un reso di 30 giorni. Queste richieste verranno valutate da Amazon ed eventualmente approvate e rimborsate sulla base della propria politica di restituzione e rimborso. Tuttavia, dal 26 aprile 2024 i clienti non potranno più richiedere un reso a 30 giorni dalla data di consegna e il reso a 14 giorni diventerà obbligatorio per tutti i prodotti interessati da questa politica. Per trasparenza, comunque, il periodo di restituzione di ciascun prodotto verrà indicato esplicitamente nella pagina di acquisto, sotto il prezzo del prodotto.
Quali sono i prodotti a cui si applicano le nuove regole di reso
Tra le categorie interessate dalla novità ce ne sono diverse che stanno particolarmente a cuore agli appassionati di tecnologia, tra cui fotocamere, elettronica, cancelleria e prodotti per ufficio, computer, dispositivi wireless, videogiochi, musica e video/DVD. Questa nuova politica si applica ai prodotti commercializzati da venditori terzi, indipendentemente dal canale di distribuzione, mentre per i prodotti a marchio Amazon (compresi quelli ricondizionati Amazon Renewed) il periodo di reso rimane di 30 giorni.
Perché Amazon ha ridotto il periodo di restituzione per l'elettronica
Amazon non ha fornito una spiegazione ufficiale sul perché ha deciso di cambiare la politica sui resi. Possiamo, comunque, provare a fare qualche ipotesi in merito.
Una prima motivazione potrebbe essere quella di contrastare i cosiddetti resi “tattici”, perpetrati da tutti coloro che vogliono provare dispositivi di vario genere a costo zero. Il meccanismo con cui agiscono è semplice: acquistano un dispositivo, lo provano e poi lo restituiscono poco prima che scada il periodo utile per il reso, chiedendo contestualmente il rimborso. Accorciare i tempi di reso darebbe certamente meno margine a chi volesse usare un prodotto senza di fatto pagarlo.
Un altro motivo potrebbe riguardare l'impatto negativo che questa ha sui profitti aziendali. Secondo un articolo comparso su Fortune, infatti, soltanto nel 2022 i resi sono costati ai rivenditori circa 816 miliardi di dollari di mancati profitti per via delle mancate vendite e dei costi di trasporto associati ai resi.
Anche dal punto di vista ecologico i resi hanno un costo non indifferente. Secondo alcune stime, sempre nel 2022 i processi necessari per gestire i resi hanno prodotto circa 24 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Per non parlare poi del fatto che molti dei resi alla fine concludono la propria vita nelle discariche, aumentando ancora di più il costo ambientale di questo fenomeno che, secondo la piattaforma tecnologica Optoro, nel 2022 ha portato nelle discariche circa 9,5 miliardi di kg di rifiuti.
Accorciare la finestra temporale di restituzione da 30 a 14 giorni potrebbe quindi rappresentare un tentativo da parte di Amazon di tamponare tutti i problemi che abbiamo appena elencato. Se questa mossa non dovesse ridimensionare il fenomeno dei "resi selvaggi" non è da escludere la possibilità di altre azioni volte a contenere il problema, compreso lo stop ai resi gratuiti (che al momento sembra essere comunque un'ipotesi inverosimile).